Abbiamo incontrato il capogruppo della lista di opposizione Anghiari Unita Mario Checcaglini per fare il punto sull’attività politica della compagine a cinque mesi dalle elezioni dello scorso ottobre.
Come procede il lavoro della lista, va avanti la collaborazione tra le forze che l’hanno costituita?
Sì, c’è la volontà di proseguire questo progetto, composto da forza politiche diverse – Articolo Uno, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico – che si riuniscono in incontri periodici e naturalmente comunicano tramite chat. Per quanto riguarda l’attività amministrativa si è scelto che il luogo del confronto sulle priorità e sulle cose da fare fosse proprio la coalizione, che mantiene la propria fisionomia.
Che rapporto si è instaurato con la maggioranza?
Era da molto tempo che non svolgevo attività amministrativa e mi rendo conto di quanto oggi sia difficile, forse anche per chi governa, ma sicuramente per l’opposizione. La situazione che si è creata – non per colpa dell’amministrazione di Anghiari ma per la normativa, e forse anche con la complicità della pandemia – relega il dibattito pubblico ai mezzi di comunicazione. In cinque mesi il consiglio comunale, escludendo l’insediamento, si è riunito una sola volta, così come le commissioni. Questo a mio giudizio è un limite notevole che non consente, soprattutto all’opposizione, di portare un contributo costruttivo quotidiano sulle scelte. Stante questa situazione, noi cerchiamo comunque di contribuire con ordini del giorno che presentiamo, suggerendo priorità e criticando alcune scelte fatte, sempre con attenzione agli interessi di Anghiari. Per esempio abbiamo votato contro il bilancio ma a favore del piano triennale delle opere pubbliche, pur non essendo tutte le scelte condivisibili fino in fondo. Questo è lo spirito.
Quali sono alcuni temi su cui state concentrando la vostra attività?
Naturalmente guardiamo con attenzione ai problemi dello sviluppo economico, e anche in questo ambito quando ci sono scelte che vanno in senso contrario troviamo il modo di sottolinearlo. Un altro aspetto è quello della carenza dei medici, su cui quando è stato il momento abbiamo sollecitato una riunione dei capigruppo affinché tutti dessimo una mano, ciascuno nei propri ruoli. Poi il problema è stato affrontato ed è stata fatta una conferenza stampa dove c’era un solo capogruppo, quello di maggioranza. Io e Bianchi, che avevamo dato la nostra disponibilità e fatto anche incontri sul tema non siamo stati invitati. Consideriamolo un incidente di percorso. Sul tema della sanità voglio comunque sottolineare che è importante che la Valtiberina faccia squadra in maniera costruttiva e non ci siano piccole invidie, perché il tema è rilevante e sentito, come la pandemia ha dimostrato. Noi vigileremo, però bisogna che chi amministra abbia un progetto, altrimenti non si capisce cosa si vuole dall’ospedale di zona e dalle strutture distrettuali. Se la Asl dagli interlocutori locali non trova niente, poi fa quello che ritiene opportuno. Un’altra questione importante per l’intera valle e che secondo me è trascurata è quella della stazione ferroviaria dell’Alta Velocità. La Valtiberina dovrebbe dire la propria opinione perché è importante il collegamento con Perugia ma forse ancora di più lo è avere un luogo dove prendere un treno ad Alta Velocità per raggiungere Milano o Roma senza dover andare a Firenze. L’ipotesi di Arezzo, alla confluenza con la Due Mari, il giorno in cui sarà conclusa avvantaggerebbe la Valtiberina.
Un’altra questione di livello comprensoriale sui cui avete preso posizione anche sulla polizia municipale di vallata.
Sì, perché una polizia municipale di vallata che non prevede l’integrazione con Sansepolcro, oltre all’assenza di Pieve, non è una polizia municipale di vallata. Non ci possono accusare di non volere l’associazione dei servizi; noi vogliamo che i servizi siano seri, mentre una polizia municipale con due persone di Anghiari e una di Monterchi non ha senso, perché significa un servizio inferiore. Pertanto, in un ordine del giorno per il consiglio comunale, per quando verrà convocato, abbiamo suggerito che non si firmi la convenzione e si riapra la trattativa. C’è una nuova amministrazione a Sansepolcro e può darsi che ci sia disponibilità. Altrimenti così non ha senso, è un progetto raffazzonato con altri comuni che parteciperanno alla spesa, ma non si investe nel rafforzamento del servizio.
Sempre tra i vostri recenti interventi c’è stato quello relativo a piazza Baldaccio.
Non vorrei che passasse il messaggio che non siamo favorevoli ad un riordino di piazza Baldaccio, che era assolutamente una priorità, perché il caos degli ultimi anni era proverbiale. Però c’era secondo me un’altra modalità, sollevata anche dalle associazioni di categoria: oggi chiunque voglia andare a prendere un caffè o in farmacia e voglia appoggiare l’auto in piazza deve spendere 50 centesimi, così molti proseguono dritti. Potrà sembrare poca cosa, ma per le attività che ci sono è un danno. Quindi abbiamo modestamente suggerito di inserire come misura di accompagnamento un quarto d’ora senza pagare.
Collegate a queste ultime tematiche c’è l’introduzione della figura degli steward. Che ne pensate?
Abbiamo criticato anche questa misura perché costa in maniera significativa – 55.000 euro all’anno per tre anni – per figure che oggi sono in piazza a fare da deterrente ma poi non hanno poteri, non possono sanzionare chi non mette il tagliando, non possono ordinare il traffico. È uno spreco di denaro pubblico a tutti gli effetti. Se si fosse chiesto un servizio ai carabinieri in pensione sarebbe stata la stessa cosa, mi dispiace dirlo. 55.000 euro potevano essere utilizzati per implementare la pianta organica dei vigili urbani, invece si preferisce la logica dell’affidare i servizi all’esterno. Potranno forse dire che servono anche per l’ascensore, ma quello credo sia più di competenza di chi ne fa la manutenzione. Insomma questo è solo un deterrente che costa caro.