Cala il sipario sulla settantaduesima edizione del Festival della Canzone Italiana, la terza curata e condotta da Amadeus, che ha confermato un buon successo di pubblico con una media superiore ai dieci milioni di telespettatori e uno share sempre superiore al 50%, con picchi del 60%. Rispetto agli anni passati Sanremo ha dato l’impressione di filare più liscio e di aver restituito maggiore spazio alla musica, tornata assoluta protagonista della rassegna.
Al conduttore e direttore artistico va il merito di aver costruito tre festival dove passato, presente e forse anche futuro hanno saputo sposarsi e rendere lo spettacolo davvero intergenerazionale.
Il gruppo valtiberino di ascolto, critica e commento “Ma noi non ci Sanremo” ha guidato gli appassionati del Festival attraverso le cinque serate dell’evento con approfondimenti di elevata qualità. Tra l’altro quest’anno la classifica dei componenti del collettivo è andata davvero vicino al vero esito della rassegna.
Vincono Mahmood e Blanco con la canzone Brividi. Per Mahmood è la seconda vittoria al Festival della Canzone Italiana dopo quella ottenuta nel 2019, mentre Blanco, con diciannove anni da compiere, diventa il più giovane vincitore di sesso maschile in settantadue anni di storia.
In attesa dei numeri completi delle votazioni si percepisce già come su di loro si siano convogliati oltre la metà del televoto e buona parte delle preferenze della giuria della stampa. Sul podio della città dei fiori anche Elisa e Gianni Morandi, rispettivamente con le canzoni O forse sei tu e Apri tutte le porte.
Ad un passo dalla finale a tre si sono fermati Irama e Sangiovanni rispettivamente quarto e quinto, mentre il tifernate Michele Bravi è decimo. Il premio della critica “Mia Martini” è andato a Massimo Ranieri con Lettera al di là del mare, il Premio “Sergio Bardotti ” per il miglio testo a Fabrizio Moro con la canzone Sei tu, mentre quello della stampa intitolato a Lucia Dalla è stato assegnato a Gianni Morandi; il Premio “Giancarlo Bigazzi” per la migliore composizione musicale da orchestra è andato a Elisa e il Premio Lunezia per il valore musicale e letterario è andato a Giovanni Truppi con la canzone Tuo padre, mia madre, Lucia.
La settantaduesima è stata una edizione che aveva fin dall’inizio le carte in regola per restare nella storia. Raramente è stato possibile vedere sullo stesso palco otto vincitori di dieci edizioni precedenti.
Sempre per gli amanti dei numeri Elisa è al secondo podio su due partecipazioni. Oltre al secondo gradino di questa edizione c’è la vittoria del 2001. Gianni Morandi è tra i primi tre per la quarta volta dopo la vittoria del 1987, il secondo posto del 1995 e il terzo gradino del podio nel 2000.
Sanremo 2022 sarà anche probabilmente ricordato per il completo sdoganamento del Fantasanremo, gioco che ha condizionato il comportamento degli artisti in gara arrivando in alcune occasioni anche a situazioni al limite dell’idiozia. Nato come imitazione del fantacalcio e messo in piedi da un gruppo di amici è letteralmente dilagato nei giorni del Festival e c’è da scommettere che l’anno prossimo avrà un’ulteriore crescita. All’edizione 2022 hanno partecipato mezzo milione di squadre.
Mahmood e Blanco, salvo improbabile rinuncia nelle prossime ore, hanno conquistato anche un posto all’Eurovision Song Contest di Torino con il diritto a prendere parte direttamente alla finale di sabato 14 maggio, bypassando le semifinali di martedì 10 e giovedì 12. Difendere il titolo vinto dai Måneskin sarà un’impresa difficilissima, considerato che in settanta anni di storia in un solo caso un Paese ha vinto più edizioni consecutive: fu l’Irlanda a riuscire nell’impresa trionfando tre volte tra il 1992 e il 1994.