Il disegno di legge di bilancio 2022 varato dal Consiglio dei ministri, che dovrà ora passare al vaglio del Parlamento, apre la strada ad un aumento delle indennità di funzione per gli amministratori locali. Prima di provare a calcolare le possibili variazioni, vediamo quali sono le cifre attuali facendo l’esempio di Sansepolcro, che tra i comuni della Valtiberina è quello con i compensi maggiori. Le norme in vigore, infatti, dopo aver distinto tra comuni capoluogo e comuni non capoluogo, determinano le indennità suddividendo i comuni per fasce di popolazione: Sansepolcro è l’unico valtiberino a ricadere in quella compresa tra i 10.000 e i 30.000 abitanti; la fascia successiva (5.000-10.000) tocca ad Anghiari, poi c’è Pieve (3.000-5.000), quindi gli altri raggruppati tra 1.000 e 3.000, con Badia Tedalda che oscilla sul limite inferiore.
All’interno di ciascuna fascia, fissata l’indennità del sindaco, si calcola quella del vicesindaco e quella degli assessori, che nei comuni tra 10.000 e 30.000 abitanti ammontano rispettivamente al 55% e al 45% di quella del primo cittadino (50% e 45% nella fascia di popolazione inferiore, molto meno nei comuni ancora più piccoli). Ma tutte le cifre sono dimezzate se l’interessato è un lavoratore dipendente che non va in aspettativa. Indennità piena, invece, per pensionati, lavoratori autonomi, non occupati o dipendenti in aspettativa.
Fino a qui parliamo di giunta. Per quanto riguarda il consiglio comunale, invece, è solo il presidente ad avere un’indennità mensile, che nei comuni con oltre 10.000 abitanti è pari a quella di un assessore, mentre scende significativamente nei comuni più piccoli. I semplici consiglieri, invece, devono accontentarsi di gettoni di presenza che a Sansepolcro ammontano a meno di 20 euro lordi a seduta.
Facendo l’esempio di Sansepolcro, il compenso mensile lordo del sindaco si calcola partendo dai 6 milioni di vecchie lire fissati dal dl 119 del 2000 che – trasformati nella nuova valuta e poi decurtati del 10% dalla legge 266 del 2005 – diventano 2.789 euro. Il compenso del vicesindaco, pari al 55% di quello del sindaco, corrisponde quindi a 1.534 euro, mentre quelli degli assessori e del presidente del consiglio, 45% di quello del primo cittadino, ammontano a 1.255 euro. Tutte le cifre, lo ricordiamo, sono tagliate del 50% se l’amministratore in questione è un lavoratore dipendente non in aspettativa.
Le indennità dei sindaci, dei vicesindaci, degli assessori e dei presidenti dei consigli comunali sono destinate a salire progressivamente nei prossimi tre anni, “anche in relazione all’impegno aggiuntivo richiesto dall’attuazione del Pnrr”. Questo se verrà confermato quanto previsto dall’articolo 175 del ddl, che prevede fondi statali da corrispondere ai comuni “a titolo di concorso del maggior onere” (pertanto gli eventuali aumenti dovranno essere cofinanziati anche dai singoli enti locali). Sempre facendo l’esempio di Sansepolcro, l’evoluzione dei compensi nel prossimo triennio potrebbe vedere i 2.789 euro attuali del compenso mensile loro del sindaco salire a 3.403 nel 2022, 3.710 nel 2023 e 4.140 nel 2024, per un incremento finale del 48%. Per il vicesindaco gli step sarebbero da 1.534 a 1.872 nel 2022, 2.041 nel 2023 e 2.277 nel 2024. Per assessori e presidente si salirebbe da 1.255 a 1.531, 1.670 e infine 1.863.
Nessuna traccia, invece, di un aumento del numero di consiglieri comunali e assessori, in passato ripetutamente tagliati: forse poteva invece essere colta l’occasione perché almeno parte dello sforzo pubblico destinato all’aumento delle indennità venisse indirizzato verso un ripristino di assemblee legislative e giunte esecutive più rappresentative e più operative.