Anche l’Italia, come altri Paesi europei, da oggi ha la propria Associazione dei Marchi storici. Questa nuova realtà, denominata Amsi, si è ufficialmente costituita il mese scorso ed è pienamente operativa da giovedì scorso 8 luglio, data di insediamento del Consiglio dei soci fondatori. L’obiettivo primario del progetto è quello di tutelare e valorizzare quei marchi che hanno contribuito a scrivere pagine importanti dell’economia italiana. Una valorizzazione che certamente passa dal racconto e dalla promozione delle tradizioni e dei valori aziendali, ma anche e soprattutto da una concreta attività di lobby che possa garantire supporto concreto alle imprese da parte delle istituzioni.
Quali aziende possono far parte dell’associazione? Innanzitutto occorre essere iscritti all’apposito Registro ministeriale dei Marchi storici istituito nel 2019 dal MiSE. L’elenco, in costante crescita, comprende al momento circa 130 realtà che devono certificare la propria continuità operativa negli ultimi 50 anni con la stessa denominazione. Un requisito ritenuto fondamentale per rappresentare al meglio la tradizione economica e produttiva, ma anche la capacità di innovare che caratterizza da sempre il Made in Italy.
Chi fa parte dell’Associazione Marchi Storici? Tra i protagonisti dell’iniziativa vi è anche Inghirami, storica realtà del settore tessile e moda nata a Sansepolcro, promotrice del progetto assieme ad altri sette marchi: Amaro Lucano 1894, Antinori, Benetton, Conserve Italia, Gabetti, Ekaf, Terme di Saturnia. Fondata nel 1949 dall’imprenditore Fabio Inghirami, l’azienda è oggi rappresentata all’interno dell’associazione dal nipote Tommaso, responsabile dell’azienda vitivinicola di famiglia nella tenuta di Grignano, oltre 600 ettari nel cuore del Chianti, specializzata nella produzione di olio e vino biologico. A lui abbiamo chiesto maggiori dettagli sulle attività dell’Amsi: “Da tempo mi occupo della gestione di Grignano, che è uno dei business della mia famiglia, ed oggi sono felice di rappresentare il nostro storico marchio all’interno di questa associazione Si tratta di un progetto molto bello, al quale hanno preso parte aziende di alto livello e caratterizzate da una storia importante, che dovrà farsi portatore dei valori che da sempre caratterizzano l’industria italiana.”
Riguardo agli obiettivi dell’associazione, Inghirami spiega che “In questo periodo storico all’insegna della globalizzazione, c’è il rischio che le tradizioni e le competenze che caratterizzano il nostro Paese possano disperdersi o finire in altri luoghi del mondo e noi dobbiamo scongiurare questa eventualità. Per l’appunto tra i requisiti per l’ingresso di un’azienda nei marchi storici non vi è necessariamente la proprietà italiana, ma piuttosto la certezza che essa operi in Italia. Una linea che io stesso condivido: ciò che conta non è tanto la proprietà delle imprese, che possono anche essere acquisite da gruppi esteri, quanto piuttosto il contributo che esse forniscono nella tutela delle professionalità e della nostra storia.”
Sempre sul progetto dell’Amsi, l’imprenditore biturgense auspica una costante crescita delle adesioni: “E’ importante precisare che il nostro non vuole essere un gruppo ristretto ed esclusivo, anzi, sarà importante aggregare assieme a noi il maggior numero possibile di marchi storici. Ci auguriamo pertanto che nelle prossime settimane facciano il loro ingresso anche altre aziende ed altre storie di italianità, perché l’unione fa la forza.”