Lorenzo Moretti: “La politica locale non è una casta, ma un servizio alla città”

Il presidente del Consiglio comunale di Sansepolcro racconta i suoi quasi dieci anni a Palazzo delle Laudi, con attenzione allo sport e uno sguardo alle amministrative 2021

Lorenzo Moretti

Politica locale e ripartenza delle attività sportive al centro della nostra intervista con Lorenzo Moretti, presidente del Consiglio comunale di Sansepolcro e consiliere delegato allo sport. Dopo un’intera legislatura sugli scranni dell’opposizione ed oltre quattro anni alla guida delle attività consiliari con la lista civica Democratici per Cambiare, Moretti si racconta a TeverePost fornendo importanti spunti e considerazioni sui suoi dieci anni in Comune.

Partiamo dalla delega allo sport per trattare un tema caldo: ci sono novità sul fronte Sansepolcro Calcio? In che modo potrebbe risolversi questa vicenda?

La novità più interessante è il fatto che è stato presentato tutto l’organigramma del settore giovanile del Vivi Altotevere, con profili di alto livello che permetteranno di gettare le basi per l’avvenire. Non era una cosa scontata. Riguardo al nostro ruolo, è giusto che un’amministrazione pubblica non sia all’interno delle dinamiche di una società sportiva, dove sono i soci e il presidente a stabilire budget e spese. Il nostro unico legame riguarda le convenzioni che il Comune ha siglato con la società per la gestione dei vari impianti, e devo dire che siamo molto contenti di come questa cosa viene portata avanti. In questo momento di crisi possiamo solo svolgere un ruolo da intermediari mettendo a disposizione le capacità relazionali che può avere un sindaco nel territorio. Questo, con la consapevolezza del fatto che il bacino a cui attingere è ristretto, soprattutto in questo momento difficile e incerto per le aziende. La situazione è complessa, ma non è nemmeno giusto che una società possa andare avanti sulle spalle di un solo imprenditore. Credo che sia arrivato il momento di dividere gli sforzi facendo il massimo per provare a iscrivere la squadra al campionato di Eccellenza. Ciò permetterebbe di non disperdere il parco giocatori e di affrontare una stagione transitoria, magari con meno ambizioni, durante la quale andrà effettuato un opportuno riassetto societario.

Come se la passano gli altri movimenti sportivi in questa fase post lockdown? Ci sono state altre vicende problematiche?

Nelle altre realtà sportive la situazione è diversa perché a parte il calcio tutte le altre società hanno puntato più sul settore giovanile che sulle prime squadre. Non ci sono società in pericolo o in difficoltà, anzi, parecchie sono vogliose di ripartire perché basano le loro attività sugli introiti delle quote delle giovanili.

Borgo Sport e Comune Europeo dello Sport 2021: qual è la situazione?

Allo stato attuale delle cose, ritengo molto improbabile che quest’anno BorgoSport possa essere organizzato, soprattutto per un discorso relativo alle normative sui flussi di pubblico, al divieto di organizzare eventi con più di 200 persone e alle difficoltà gestionali che riguarderebbero l’intero format da noi elaborato, ossia una sorta di ‘fiera’ dello sport dinamica dove tutti i partecipanti si muovono da un punto all’altro della cittadella. Le società spingono per poterlo fare ma in questo momento le restrizioni ci impediscono di agire. Dispiace perché l’evento sarebbe stato un ottimo apripista per le iniziative legate al Comune Europeo 2021. Per quest’ultime siamo ancora in attesa di capire bene in che modo organizzarci, a partire dalla cerimonia che a novembre ci avrebbe visto andare al Parlamento Europeo di Bruxelles. Oltre a questo, resta da comprendere il tenore che dovranno avere le varie iniziative, cioè se sarà meglio organizzare conferenze piuttosto che eventi. Ad autunno, probabilmente, avremo maggiore contezza sul da farsi.

Passando alla politica, come è stata questa tua esperienza da presidente del Consiglio comunale? Come giudichi il rapporto cittadini-politica-istituzioni? C’è stata partecipazione alle assemblee pubbliche?

Premetto che prima di questo incarico avevo già svolto attività consiliare sugli scranni dell’opposizione, e già quella è stata una palestra importante. Lavorando sul fronte della maggioranza, soprattutto in questi ultimi anni, mi sono reso conto che è stata abbattuta qualsiasi barriera sul fronte istituzioni-cittadino e questo forse è dipeso anche dalla vicinanza che abbiamo comunicato durante la campagna elettorale. Nonostante il presidente del Consiglio sia la seconda carica comunale dopo il sindaco, poi, è sempre più difficile che il cittadino venga in ufficio a riferirti un problema e spesso sei tu che devi rivolgerti a lui per comprendere meglio una determinata questione. In realtà la partecipazione ai consigli non è mai stata ingente, se non per questioni personali che riguardavano singole famiglie. Con lo streaming, soprattutto durante il lockdown, abbiamo cercato di rendere ancora più capillari le nostre attività. Avvicinare i cittadini alla politica non è semplice e ci sarebbe bisogno di stimolare con continuità l’interesse verso la cosa pubblica. Personalmente sono felice di aver intrapreso questo cammino, nonostante mi stia rendendo conto che troppo spesso certi sforzi rischiano di passare in secondo piano rispetto ad altri aspetti che portano a critiche e giudizi fin troppo superficiali. Qualcuno crede che fare politica in un ambito locale come il nostro sia come entrare a fare parte di una sorta di casta, quando in realtà l’unica cosa che ti spinge a fare quello che fai è il bene pubblico. Arrivato ad un punto centrale della tua vita, dopo dieci anni di esperienza, ti viene da chiederti se c’è modo di aiutare la tua comunità anche in altri modi.

Le amministrative 2021 coincideranno con i dieci anni della lista Democratici per Cambiare. Come si è evoluto il vostro percorso e quali sono gli obiettivi per il futuro?

Il gruppo Dpc ha fatto un’oscillazione in maniera contraria rispetto all’amministrazione e il motivo è semplice. Quando sei all’opposizione hai più tempo e più stimoli nel gestire il tuo progetto, nel coinvolgere altre persone, nel cercare nuovi consensi. Cinque di noi sono entrati in amministrazione con diversi incarichi e a quel punto, senza il sostegno di una struttura come accade per i partiti tradizionali, la grossa difficoltà è stata quella di conciliare il tempo che devi dedicare ad amministrare e quello che devi impiegare nella gestione di un gruppo civico. La velocità dei ritmi ha portato anche a non riuscire a condividere qualcosa col gruppo o a farlo quando già le decisioni erano state prese. Il movimento è rimasto e le riunioni continuano ad esserci, ma l’entusiasmo inevitabilmente si è affievolito. Poi come sempre, vicino alla scadenza elettorale, arriva un ritorno di interesse dei cittadini. Detto ciò, la nostra lista sarà presente anche alle prossime amministrative.

Se Mauro Cornioli ufficializzerà la nuova candidatura a sindaco potrà contare sul vostro sostegno?

Il sindaco aspetterà le regionali e poi comunicherà le sue intenzioni a seguito di un confronto con tutti i gruppi. L’intenzione comune è che continui ad esserci un progetto civico, fuori dagli schemi classici di partito. Chiaramente in questo ambito ci sono tante dinamiche da valutare, anche personali, tra i vari attori in causa. Quando tutte le scelte saranno messe sul piatto anche il sindaco, consapevole di quello che avrà e delle aperture che vorrà fare, deciderà come muoversi. Il nostro gruppo Dpc, come detto, sarà a disposizione anche alle prossime elezioni purché si continui ad operare su un fronte civico.

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