C’è anche il biturgense Roberto Pancrazi, professore di macroeconomia all’Università di Warwick nel Regno Unito, tra i collaboratori di “Pillole di Ottimismo”, l’iniziativa di informazione e divulgazione sulla pandemia promossa da un gruppo di docenti e ricercatori italiani. Lunedì scorso, sulla pagina Facebook del progetto, il docente della città di Piero è stato protagonista di una videoconferenza assieme all’economista Carlo Cottarelli e al virologo e immunologo Guido Silvestri.
La diretta, condotta assieme al professor Marco Errico e disponibile in calce all’articolo, si intitola “Navigando tra i due scogli: salute pubblica e scenari economici”. Nel corso del confronto, Pancrazi ed Errico hanno interpellato i due ospiti per un dettagliato punto della situazione riguardo alle rispettive tematiche di competenza, con l’obiettivo di comprendere le sfide e le necessità nel bilanciare la salute pubblica da una parte e le conseguenze economiche dall’altra.
Un cammino a ritroso che prende il via dalla situazione economica e sanitaria di un anno fa, alla vigilia dell’emergenza globale, e che prosegue con una serie di riflessioni su quelle che sono state le manovre intraprese dallo Stato in contrasto alle due emergenze. “Il Paese si affacciava all’epidemia dopo il peggior ventennio della storia economica dal 1861 – ha esordito Cottarelli – Gli ultimi mesi del 2019 erano stati abbastanza deboli, sembrava esserci un momento di ripresa nel genaio 2020, ma poi è successo quello che sappiamo.” Riguardo all’approccio del mondo occidentale alla pandemia, “Col senno di poi si può sempre fare meglio – ha commentato Silvestri, che da anni vive e lavora negli Stati Uniti – Considerando il poco che si sapeva e la mancanza di conoscenza ed esperienza, sono stato tra quelli che ha consigliato provvedimenti estremi anche qua in Georgia. La sostanziale ignoranza sul virus e i dati cinesi come unico riferimento non potevano che comportare una soluzione di questo tipo.”
Nel corso del dibattito si è quindi analizzato le conseguenze di breve periodo sull’economia e sulla produttività del Sistema Paese, con la caduta immediata del PIL, l’immediato rimbalzo e poi l’incertezza e la paura di spendere per lo shock economico e timori legati alla seconda ondata. Dal lato sanitario, invece, si è parlato principalmente della fase di convivenza con il virus e dell’effettiva efficacia delle policy adottate.
Nella parte finale dell’intervista, Pancrazi ed Errico hanno interrogato i due ospiti sulla seconda ondata e sugli effetti delle nuove misure restrittive. Per Silvestri, “sul fatto che ci potesse essere un’altra ondata nell’emisfero boreale credo che non ci piovesse. I virus sopravvivono meglio e ci sono comportamenti quotidiani che incentivano la trasmissione. Onestamente mi aspettavo che arrivasse più tardi, ma cambia poco. Dovremo seguire tre concetti chiave: preparazione, a livello ospedaliero, di medicina del territorio e strutture per anziani; coinvolgimento responsabile della comunità; flessibilità nei provvedimenti restrittivi.” Riguardo agli effetti delle nuove chiusure, per Cottarelli “Le misure al momento sono meno pesanti per due motivi: riguardano non tutte le regioni e non tutti i settori di marzo. È probabile che nuove restrizioni siano introdotte.”
Sulla possibilità di creare una sorta di immunità di gregge tra i soggetti giovani e meno a rischio, Silvestri ha parlato di “Un atteggiamento non proponibile, perché ancora non sappiamo abbastanza nei confronti di questo virus. Un approccio troppo rischioso a fronte di benefici che in questo momento non possiamo conoscere“. A questo, Cottarelli ha aggiunto che “Se impedisci agli anziani di circolare, il fatto economico non è zero perché gli anziani non producono, ma sicuramente consumano e il fatto che vengano messi vincoli alle loro attività crea comunque un’assenza di domanda, a fronte dell’offerta che certamente sarebbe più elevata.”
La conversazione si è conclusa con un ultimo sguardo al futuro: cosa è necessario fare a livello di investimenti dal punto di vista sanitario? Silvestri ha ribadito che è fondamentale “Continuare con insistenza sulla preparazione: sia medicina del territorio che grandi ospedali dovranno proseguire in questa attività”. L’approfondimento economico si è infine concentrato sugli effetti del lungo periodo: una volta che l’epidemia finirà, quali saranno le conseguenze e quali sfide andranno intraprese? In questo caso Cottarelli ha fatto presente che “se guardiamo alle pandemie passate, non è che ci siano state conseguenze a lungo termine enormi. In passato l’economia ha rimbalzato bene, ma va anche detto che si accettavano perdite enormi dal punto di vista delle vite umane. È ancora presto per previsioni, ma è importante è che siano garantiti finanziamenti per dare liquidità alle imprese e alle famiglie. Tutto questo ci lascia l’eredità di un debito pubblico ancor più elevato.”
L’intervista completa