Simona Bartolo ha fatto lunedì sera il suo esordio nel Consiglio comunale di Sansepolcro, andando a sostituire Francesco Del Siena, che all’inizio del mese aveva dovuto lasciare il seggio a causa della sua nomina ad assessore. TeverePost ha già dato conto del discorso di insediamento di Bartolo e dei commenti pronunciati durante la seduta dagli altri gruppi consiliari. Nel giro di interventi non erano rimaste nascoste le frizioni dentro la maggioranza, di cui l’opposizione aveva parzialmente approfittato, effettivamente senza colpire troppo duramente. Solo Alessandro Rivi aveva cercato di affondare il coltello nella piaga, mentre molto lieve si era rivelata la critica di Chiara Andreini del PD (c’è da chiedersi in merito se l’eventuale presenza del capogruppo Laurenzi avrebbe fatto andare diversamente le cose). Il Movimento 5 Stelle è tornato sul tema delle divisioni in maggioranza con un comunicato stampa del giorno successivo, mentre in Consiglio Catia Giorni si era limitata ad un intervento di benvenuto. Stesso approccio in aula da parte di Tonino Giunti, che tuttavia aveva scelto la linea morbida fin dall’inizio di tutta la querelle che ha condotto alla surroga. Decisamente più accesi, come detto, i toni in maggioranza, che hanno riscaldato una seduta svoltasi in condizioni climatiche proibitive a causa della scelta di tenere tutte le finestre aperte per favorire la circolazione d’aria. Pungenti in particolare le frecciate di Meri Torelli del Nostro Borgo ai Democratici per Cambiare, così come le puntualizzazioni del capogruppo dei DpC Michele Del Bolgia rispetto a quanto detto dalla stessa Bartolo. Proprio la nuova consigliera comunale ha rilasciato ieri un’intervista a TeverePost in cui ha fatto ulteriore chiarezza rispetto alla propria posizione.
Come è stato il debutto in Consiglio comunale?
È stato molto emozionante, penso che si sia avvertito che avevo la voce tremante.
Come ti è sembrata l’accoglienza dei vari gruppi consiliari che sono intervenuti?
La minoranza mi ha accolto bene ed ha approfittato anche del mio essermi schierata nel Gruppo misto e non nei Democratici per Cambiare per andare a punzecchiare la maggioranza. Così come un intervento abbastanza forte è stato quello di Meri Torelli. Comunque non credo che qualcuno intendesse attaccare me personalmente – anzi, mi sono sentita accolta – ma un gruppo che probabilmente non è più unito come sembrava nel 2016.
Cosa ti ha portato alla decisione di non aderire al gruppo della tua lista di elezione?
Io ero entrata nei Democratici per Cambiare facendo una scelta di cuore dedicata a una persona che quel gruppo aveva contribuito a fondarlo, mio zio Massimo Canosci. Sono partita con un grande entusiasmo che poi si è spento perché ho iniziato a vedere delle dinamiche che non mi sono piaciute e sono uscita, anche in maniera molto brusca.
Questo episodio a quando risale?
A qualche giorno dopo le elezioni, nel momento in cui ho visto che nei DpC erano passati solo uomini. Non c’entra il femminismo e non mi ritengo femminista, ma le donne sono state messe in disparte e a quel tipo di giochino lì non ci sono stata. Dicendoglielo chiaramente. Da lì non ci siamo più sentiti, non ci sono state occasioni di incontro fino a poco tempo fa, quando mi hanno contattata per dirmi che probabilmente avrei ricevuto una proposta di surroga. Diciamo che in prima battuta mi hanno un po’ spinto a non accettare. E invece io ho accettato, non per dispetto ma perché ho la mia testa e ci ho ragionato. Le due donne prima di me hanno rifiutato, probabilmente si stava aspettando che dicesse di sì la persona giusta. Ma io non accetto certi atteggiamenti. So bene che sarebbe stato più semplice stare dalla parte dei Democratici per Cambiare: avrei scaldato tranquillamente la sedia. Invece preferisco farmi sentire. A questo punto visto che devo metterci la faccia ce la metto!
La scelta del Gruppo misto serve a prendere tempo in attesa di una collocazione più definita oppure ci rimarrai fino a fine legislatura?
Al momento non te lo so dire, devo capire meglio le dinamiche. Ero fuori dalla politica quindi ho bisogno di incamerare informazioni, adesso farei delle scelte fondate sul nulla, senza sapere nel dettaglio cosa è cambiato in questi anni. Conosco un po’ tutti e stimo molte persone sia in maggioranza che all’opposizione, però vorrei approfondire prima di prendere una strada.
Quali sono i temi ai quali ti dedicherai maggiormente in questi mesi di mandato?
Sicuramente la scuola, che è ciò a cui mi dedico nella vita. Dobbiamo cercare di tenere aperte le scuole, i bambini stanno soffrendo, non hanno momenti di socialità se non quello della classe, dove peraltro devono stare chiusi con le mascherine. Per tenere aperto dovremmo trovare soluzioni alternative, agevolare la vita al di fuori della classe. Se invece dovessimo chiudere, purtroppo non abbiamo i mezzi per raggiungere tutti, molti a casa non hanno la possibilità di partecipare. Durante il lockdown la scuola dove lavoro ha messo a disposizione di chi ne aveva bisogno tutto il proprio hardware, tutte le proprie risorse, però non è abbastanza. È strano ma da marzo ad oggi non ci sono state idee da parte di nessuno per andare a tamponare questa situazione. Ma se si chiama diritto allo studio, questo diritto deve esserci e deve essere per tutti.