Domenica 4 ottobre, giorno in cui si celebra San Francesco, la comunità di Sansepolcro ha avuto il piacere di ospitare il giornalista di viaggio e fotografo Fabrizio Ardito in occasione della presentazione del suo libro “Le vie di Francesco. Un cammino di spirito e natura tra Firenze, Assisi e Roma”.
L’evento, tenutosi nella sala consiliare di Palazzo delle Laudi, è stato organizzato dall’associazione I cammini di Francesco in collaborazione con Libreria del Frattempo e con il patrocinio del Comune. La presentazione è stata aperta dal saluto istituzionale del sindaco Mauro Cornioli, anch’egli grande appassionato di cammino, e dal presidente dell’associazione Giovanni Tricca.
Monasteri e chiese, borghi, solenni foreste e oliveti secolari. Con questo suo volume Ardito percorre, zaino in spalla, il cammino moderno che tocca i luoghi fondamentali dell’avventura francescana. Nella sua relazione, accompagnata da un’ampia galleria di immagini suggestive, Ardito ha raccontato curiosi aneddoti su questo percorso spirituale in ascesa che sta registrando sempre più consensi e apprezzamenti tra pellegrini e addetti ai lavori. Dopo tante guide ed approfondimenti tecnici, ecco dunque una pubblicazione in grado di mettere in risalto gli aspetti più semplici e forse più genuini della Via di Francesco.
Un modo diverso di raccontare il cammino
Intervistato da TeverePost a margine dell’incontro, Ardito ha spiegato in che modo è nata l’esigenza di realizzare questo volume: “Come giornalista e fotografo mi sono occupato varie volte della Via di Francesco, per il quale avevo già realizzato una guida e un libro fotografico. Le guide però, trattandosi di descrizioni tecniche, al lettore appaiono molto fredde ed io in realtà avevo sempre avuto voglia di raccontare l’esperienza sul sentiero francescano. Da qui la scelta di produrre questo volume dove si illustrano le cosa e le persone che si incontrano percorrendo il cammino. Tempo fa ho iniziato ad effettuare una sorta di reportage di viaggio in cui ho cercato di dare voce alle persone di ogni tipo che ho incontrato nel mio itinerario. Dunque, nonostante l’appendice con la spiegazione delle singole tappe, il libro non si può definire una guida ma piuttosto una narrazione di quello che io ho portato a casa dalle mie esperienze di cammino. Un racconto di viaggio che va a mescolarsi profondamente con la persona di Francesco, che si incontra davvero dappertutto attraverso i luoghi chiave della sua vita: una presenza costante.”
Come valorizzare il cammino di Francesco?
All’autore, che da oltre 15 anni percorre tutti i principali cammini d’Europa, abbiamo quindi chiesto quali dovranno essere le azioni per far sì che questo itinerario spirituale possa ottenere il prestigio e la nomea dei più celebri percorsi italiani ed internazionali. “I successi si costruiscono su tempi lunghi. Un cammino non è un’autostrada che si inaugura e poi si inizia a transitarvi tutti assieme. È una cosa che cresce sul passaparola dei pellegrini italiani e stranieri, quindi richiede il suo tempo. L’elemento fondamentale, secondo me, è una collaborazione più stretta possibile tra tutti i vari enti che operano per il cammino. Perché al suo successo contribuiscono i volontari che tengono aperti gli ostelli, quelli che tagliano l’erba e curano la manutenzione della segnaletica, poi gli enti pubblici che mettono a disposizione strutture e servizi. Poi c’entra la Chiesa, ovviamente, con l’apertura degli ostelli ecclesiastici per una qualche forma di accoglienza nei confronti dei pellegrini. Quindi c’è bisogno assoluto di una forma di collaborazione che unisca tutti, anche se in Italia è un po’ complicata: bisogna mettere d’accordo comuni, regioni, comunità montane, però l’obiettivo finale è quello. Se ognuno fa il suo pezzettino consapevole che sta lavorando per un grande obiettivo comune, cosa che peraltro in buona parte già succede, sicuramente il risultato sarà positivo. E se ne accorge anche e soprattutto quello che ci cammina e trova i posti per dormire, la segnaletica ben fatta, i rovi tagliati, e non ultime le informazioni. Se un visitatore è informato ad esempio sull’apertura dell’eremo di Montecasale, programmerà la sua giornata per arrivarci al momento giusto. In certi casi non servono chissà quali sacrifici o investimenti, basta sapersi organizzare.”