Le parole (e i numeri) sono importanti

I dati ufficiali della Asl sui primi due giorni di screening a Sansepolcro fanno tirare un sospiro di sollievo e suggeriscono qualche riflessione

Il parcheggio del Palasport durante le procedure di screening

Come è noto, da martedì a Sansepolcro sono in corso le operazioni dello screening di massa. Tanti sono stati i messaggi di persone che dopo essersi sottoposte al tampone hanno voluto complimentarsi per l’organizzazione e l’efficiente svolgimento delle operazioni. Questo assume ancora più valore considerando che la pandemia ha creato un contesto inedito che non è facile gestire e nel quale le cose possono spesso non andare secondo i piani. Un contesto in cui, a maggior ragione, diventa fondamentale una comunicazione estremamente precisa e attenta a fugare subito i dubbi che possono sorgere. “Le parole sono importanti”, diceva Michele Apicella, interpretato da Nanni Moretti nel film Palombella rossa. E paradossalmente proprio l’aggettivo “importanti” è stato uno dei protagonisti di questi giorni, dopo un messaggio nella pagina istituzionale del sindaco, mercoledì sera, che ipotizzava che lo screening avrebbe fatto registrare, quanto a contagi, numeri “importanti”. Se ne può capire l’intento: invitare alla massima cautela. Ma si può altrettanto capire che abbia suscitato allarme. Cosa significa numeri importanti? Venti casi, cinquanta, duecento? Insomma, la realtà non va certo negata solo per non fare allarmismo, ma è bene che tutta la comunicazione istituzionale riporti con chiarezza i dati effettivi.

Qualche incertezza, anche nelle stesse redazioni giornalistiche, si è avuta poi giovedì relativamente ai 13 positivi a Sansepolcro presenti nel consueto report Covid della Asl. Pur senza ottenere informazioni più definite, eravamo stati in grado di riferire che alcuni dei casi segnalati facevano riferimento allo screening. Contemporaneamente si è però diffusa anche la versione contraria, senza che fonti istituzionali chiarissero il punto. Ad ogni modo, i dati ufficiali sono poi arrivati in tempi relativamente brevi, venerdì mattina, con la comunicazione della Asl sui primi due giorni di screening: 7 casi (più due a bassa carica) su 2.229 tamponi. Numeri che fortunatamente hanno fatto tirare un sospiro di sollievo, riducendo lievemente la proporzione anche rispetto alle prime cifre riportate sempre ieri mattina: riferendosi al solo primo giorno il direttore della Asl Antonio D’Urso in un’intervista alla Nazione aveva infatti riferito che i casi erano 5 su mille. Aveva colto la palla al balzo il capogruppo del Partito Democratico Andrea Laurenzi, che sulla base dei dati forniti da D’Urso aveva scritto su Facebook: “Manteniamo alta l’attenzione, ma serve ora più che mai lucidità facendo riferimento sempre ai numeri reali, non alle percezioni. Occorre anche una comunicazione chiara e univoca dalle Istituzioni tutte. Rinnovo la disponibilità – aveva aggiunto l’ex vicesindaco – a condividere ogni scelta, anche impopolare. Il coinvolgimento di tutto il consiglio e del COC potrebbe essere un valore”.

L’ultima frase fa riferimento al fatto che il consiglio e il centro operativo comunale (organo che dovrebbe collaborare nel contrasto all’emergenza) non sono stati spesso chiamati in causa dal sindaco all’atto di prendere le decisioni di questi giorni, ultima delle quali la chiusura di tutte le scuole a partire da ieri e fino al 28 febbraio. L’ordinanza sindacale, emessa giovedì pomeriggio su invito della Asl (che faceva riferimento alla presenza nel territorio delle due varianti inglese e brasiliana), ha suscitato molte reazioni contrastanti: sia di favore da parte di chi la ritiene opportuna per arginare il contagio, sia di critica per le difficoltà causate da un provvedimento drastico assunto con pochissimo preavviso.

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