Dopo quelle pubblicate nei giorni scorsi (vedi), ecco altre quattro testimonianze di valtiberini nel mondo, già protagonisti dell’omonima rubrica di TeverePost, che ci raccontano le festività lontano dall’Italia. Ecco come hanno trascorso il Natale e come si apprestano a trascorrere il Capodanno i nostri conterranei in Colombia, Australia, Repubblica Ceca e Stati Uniti.
Luca Cascianini – Medellín, Colombia
La vigilia di Natale, Natale e Santo Stefano sono stati in regime di coprifuoco, così come il 31 dicembre e i primi due giorni dell’anno. Non sarà quindi permesso uscire, ma va considerato che in Colombia la gente è molto allegra e le festività vengono vissute intensamente, seppure in famiglia. Non mancano i fuochi d’artificio, cosa per cui Medellín è molto famosa. Sto passando le festività nella mia piccola fattoria fuori città, impegnato a seminare piantine e aggiustare il giardino, facendo vita da contadino. Generalmente qui in Colombia la gente è molto religiosa e le persone accendono luci per Gesù Bambino e la Madonna. Il risultato a livello di colore è molto bello perché si combina l’aspetto religioso con il divertimento latino-americano. La situazione Covid è al momento socialmente sotto controllo, nonostante ci siano molti casi la gente è comunque tranquilla. Sembra quasi che il problema non esista più, nonostante la gente vada in giro con la mascherina. La maggior parte delle persone non hanno perso la voglia uscire e vivere in modo rilassato.
(L’intervista del 14 giugno – “In attesa di godermi la Valtiberina da Montecasale, mi rilasso nella mia piccola fattoria in Colombia”)
Isabelle Barciulli – Sydney, Australia
Dopo un’annata di lavoro intenso, di remoto e di persona, con chiusure e aperture continue e con solo una settimana di vacanza, sono arrivata alla fine dell’anno piuttosto stanca. Adesso fortunatamente ho tre settimane di ferie che comprendono il periodo di Natale e Capodanno. Di solito non prendo mai lunghi periodi di riposo se non per viaggiare in Italia, cosa che quest’anno non è stato possibile fare per ovvi motivi. Ho sentito comunque i miei familiari via internet e nel 2021 spero, se la situazione sarà migliore, di riuscire a tornare in Italia. In Australia adesso è estate e anche se per molte settimane non ci sono stati casi di Covid-19 adesso c’è una nuova restrizione in atto per il periodo delle feste. Fino a pochi giorni fa non c’era più l’obbligo di mascherina e neppure di distanza di un metro e mezzo, mentre ora sono stati reintrodotti e come conseguenza si è riabbassata la capienza dei locali. Le limitazioni qui nel Nuovo Galles del Sud sono tornate a causa della ripartenza di un focolaio a nord di Sydney, forse a causa di qualche rientro dall’estero. Avevo in programma di andare proprio in quella zona con amici ma tutto questo è saltato. Eravamo tranquilli, pensavamo di andare incontro a delle serene e rilassanti vacanze e invece i programmi sono dovuti cambiare. Al netto di tutto questo abbiamo passato il Natale comunque assieme, il 24 sera a casa di amici e il 25 a casa mia. A Capodanno proveremo ad andare a fare campeggio in mezzo alla natura, evitando quindi i contatti con le folle. Anche senza Covid non sarei andata nel centro di Sydney a vedere i fuochi d’artificio, dato che l’ho già fatto in passato più volte. Grazie al fuso orario avrò ancora una volta l’onore di essere tra i primi valtiberini ad entrare nel 2021!
(L’intervista del 7 aprile – Isabelle Barciulli, una psicologa valtiberina nell’emisfero australe)
Lorenzo Cestelli e Stefania Balchesini – Praga, Repubblica Ceca
Come in tutto il mondo anche in Repubblica Ceca ci sono problemi per viaggiare e anche per questo abbiamo passato il Natale a Praga dove viviamo e lavoriamo. Non è la prima volta che accade, anche in passato altre volte avevamo fatto questa scelta. Le tradizioni natalizie qui sono diverse dalle nostre. Il piatto tipico è la carpa preparata in molti modi differenti. Con tutto il bene che posso volere a questo mondo, abbiamo scelto di affrontare il Natale con le nostre tradizioni culinarie. Abbiamo preparato degli ottimi tortellini fatti in casa e siamo stati assieme ai nostri parenti in loco e un paio di amici. Un Natale con la famiglia estera. Ci siamo concentrati sulla giornata del 25 dicembre essendo la sera del 24 più problematica a causa del coprifuoco. Praga è comunque addobbata anche se priva dei mercatini di Natale. Un’atmosfera sottotono rispetto agli ultimi anni dove c’era veramente tanta gente in giro.
Per Capodanno non prevediamo grosse feste. Se potremo faremo una cena di pesce con la nostra famiglia 2.0 con l’obiettivo di stare in intimità. Tutto sommato siamo fortunati dato che potremo comunque restare in contatto e quindi in un qualche modo festeggiare con le nostre famiglie di origine a Sansepolcro e Sestino grazie alle moderne forme di comunicazione. La comunicazione virtuale non ci fa impazzire, non può sostituire la reale vicinanza fisica, ma del resto in questo periodo non si può fare di meglio.
(L’intervista del 4 luglio – Bobo Cestelli: “Se necessario sono pronto a ripartire da capo”)
Daniele Boncompagni – Cape Canaveral, Stati Uniti
Per ovvi motivi sono festività più “easy” del solito. A questo va aggiunto che mia moglie ed io abbiamo due bambini piccoli e in occasione di queste vacanze non possiamo contare su alcun aiuto. Abbiamo passato il Natale nella nostra casa e, dato che le temperature in Florida sono molto miti anche in inverno, abbiamo fatto una visita allo zoo e alla spiaggia. Il tutto rigorosamente in bicicletta con tutta la famiglia. Le nostre festività serviranno anche per traslocare, visto che ci hanno appena dato le chiavi della nostra nuova casa dove andremo ad abitare attorno alla metà di gennaio. Quindi questo Natale e questo Capodanno sono gli ultimi nella vecchia casa. Nonostante i ristoranti possano lavorare con la massima capacità e che nel nostro Stato non sia obbligatoria neppure la mascherina non ce la sentiamo di trascorrere il 31 dicembre in mezzo a molte altre persone. Potremmo optare per ordinare qualcosa da asporto e ammirare i fuochi d’artificio lungo la costa dell’oceano.
(L’intervista del 3 aprile – Valtiberini nel mondo, l’epidemia vista da Los Angeles e Cape Canaveral)