“Strade e autostrade senza manutenzione, che fare?”. Questo uno dei temi al centro della puntata di “Mi manda Rai Tre” andata in onda giovedì 3 giugno sulla tv nazionale. Tra i casi presi in esame dallo staff della celebre trasmissione, anche la difficile situazione della superstrada E45, con particolare riferimento agli annosi disagi a cui devono far fronte gli automobilisti che percorrono quotidianamente la tratta al confine tosco-romagnolo.
Ad illustrare le principali problematiche è stata Silvia Bragagni, cittadina di Pieve Santo Stefano ed una tra le fondatrici della community Facebook “Vergogna E45” che oggi conta circa 10mila iscritti. In collegamento video, Silvia ha spiegato come la Valtiberina, e in particolar la comunità pievana, sia in qualche modo “ostaggio” di questa arteria, essendo la via più rapida per accedere a vari servizi essenziali nei comuni limitrofi ma anche e soprattutto per raggiungere i comuni della vicina Romagna.
“Per raggiungere Sansepolcro abbiamo un’alternativa, mentre per recarsi in Romagna in questo momento non esiste un’altra strada – ha spiegato Silvia – Da più di vent’anni la ex Tiberina 3Bis che collega Canili e Valsavignone è interrotta, e infatti ci stiamo battendo da anni anche per questa strada. Quando la E45 viene chiusa per neve o per incidenti, il traffico si congestiona senza alcuna possibilità di intraprendere percorsi diversi per raggiungere la destinazione.”
Riguardo agli ultimi lavori che stanno interessando la Orte-Cesena, Silvia ha inoltre spiegato che “nel tratto romagnolo la situazione sta migliorando, ma c’è comunque scetticismo poiché in questi anni tutti gli interventi messi in atto si sono rivelati delle soluzioni tampone, e le criticità sono puntualmente tornate a galla nel giro di poco tempo. Nella tratta tra Bagno di Romagna e Sansepolcro, invece, la strada tuttora non è messa benissimo.”
Durante il collegamento è stata quindi mostrata una grafica realizzata dagli autori del programma nella quale venivano riportati alcuni dati de L’Espresso relativi alla vicenda del Puleto: oggetto di sequestro da parte della Procura di Arezzo nel 2019, il viadotto sarebbe stato ristrutturato da Anas solo per il 27%, in alcuni tratti si procede in corsia unica con limite a 20 km/h e infine, come ricordato, l’unico percorso alternativo in quella tratta è chiuso da circa vent’anni.
“Il problema principale è quello della strada alternativa – ha concluso Silvia – se quella fosse aperta, si potrebbero fare tutti i lavori necessari al pieno ripristino della superstrada senza creare disagi agli automobilisti. Se invece ci sono delle chiusure parziali, non possono lavorare decentemente e le automobili e i mezzi pesanti in continuo transito ne compromettono la piena riuscita.”