Ammetto la mia colpa: non sapevo nulla di lei prima che mi venisse segnalata da un comune amico e, dopo aver sbirciato nelle sue pagine web ho capito che la mia non era ignoranza da poco. Come si fa a non conoscere un personaggio di Sansepolcro così interessante, così giovane eppur già onusto di esperienze che ad una persona “normale” non basterebbe l’intera vita per farle. E poi le foto e i video annessi! Mostrano un volto un po’ malmostoso e una voce dal timbro limpido, capace di arditi abbellimenti ai brani interpretati, segno di una personalità grintosa che sa esattamente quel che vuole e che va dritta allo scopo prefissosi.
Un incontro pieno di sorprese
Tanto è bastato per stuzzicare la mia curiosità di conoscerla di persona così ho fissato un appuntamento in un bar del posto per una chiacchierata informale con lei: Laura Polverini. Con queste premesse mi aspettavo di incontrare una persona pretenziosa, magari autoreferenziale e invece ho trovato una giovane donna che, sopra la mascherina d’ordinanza, mostrava due occhi pieni di interesse e una volta “smascherata” un volto dai tratti dolcissimi.
“Sono nata ad Arezzo” attacca, senza però dirmi quando con naturale tratto tipicamente femminile “ma sono cresciuta a Sansepolcro dal momento che la mia famiglia è originaria di qui, frequento la musica fin da piccola in modo assolutamente spontaneo perché è stata da sempre la mia passione. Ho preso lezioni di canto inizialmente sul posto poi ho svolto master un po’ in giro per l’Italia ”. Pur avendo fatto esperienze di concorsi canori a partire dai 12 anni, è stato nel 2003 che è avvenuto il suo vero debutto a livello professionistico con la partecipazione al Festival di Napoli, ripreso dalle reti Mediaset e presentato da Mike Buongiorno. Laura ha così ricordato quel momento; “Erano i primi anni 2000. Ricordo che Sabatino Paganelli si occupava dei casting e dell’organizzazione. In quegli anni ebbi l’occasione di lavorare per la prima volta con il maestro Diego Basso ed una magnifica orchestra. Fu anche la mia prima esperienza con la televisione e le sue tempistiche… Ho un debole per la canzone Napoletana, I suoi autori e per tutto ciò che è Napoli” Questa esperienza l’ha portata ad affrontare la discografia grazie all’ interessamento di Mario Fabiani, produttore di Irene Grandi, ORO e Dolcenera.
Gli amati cantautori fonte di ispirazione
Appassionata fin dagli esordi dal mondo dei cantautori italiani da lei apprezzati per la ricerca del significato dei testi, attenta alle sfumature della voce per esprimere il sentimento dei brani, da lei definito: “Lo stile nel dire le cose” è passata poi all’ascolto di musica internazionale, principalmente americana e molto presto è diventata oltre che cantante anche autrice di brani per se stessa e per altri, scrivendo i suoi primi pezzi all’età di 14 anni. “Ovviamente” rileva “erano cose ancora acerbe e ispirate alle mie passioni musicali di ragazza ” ma già a quel tempo lei faceva ascoltare le sue canzoni a discografici i quali pur incoraggiandola cercavano di farle superare il modo cantautorale di concepire la sua scrittura musicale ritenendolo sorpassato e fuori moda (si parla di 15/20 anni fa). Fa notare con una punta di amarezza che l’avvento dei talent, nei quali, fin dalle prime edizioni, quel che ha contato era solo la voce, ha definitivamente messo da parte il modo di esprimersi molto personale dei cantautori..
“Ho deciso di vivere a Sansepolcro perché non ho il carattere per abitare in una grande città. Ho vissuto 5 anni a Roma ma li non riuscivo a concentrarmi; scrivo canzoni solo quando sono a casa. Sono abituata a stare da sola, non amo la mondanità nonostante il mestiere che faccio, diciamo che il momento mondano lo vivo quando lavoro”,
Parole queste sue pronunciate con dolcezza ma dietro di esse, proprio per quel che afferma si sente quella grinta quella volontà che traspare anche dalle sue foto ufficiali. Lei è dolce e tranquilla in privato ma sul palco è una tigre come i suoi concittadini hanno avuto modo di constatare in un fine agosto di qualche tempo fa
Los Angeles-Roma andata e ritorno (a casa)
Malgrado la giovane età ha maturato molte esperienze, una in particolare che metteva insieme musica e ricerca l’ha portata in California nel 2007, a cura dell’Università di Firenze per un programma di ricerca finanziato dal Ministero degli Esteri dal titolo “Italians in the Gold Rush and Beyond” alla ricerca dei punti di contatto fra la musica italiana e quella dei nativi americani; idea meno peregrina di quanto si possa pensare dal momento che dice: “Mi sono recata in una riserva indiana a Morongo Valley contea di San Bernardino, dove ho incontrato tribù indiane nelle quali diversi componenti avevano cognomi familiari come Rossi e Chiarelli; sono i discendenti di emigranti italiani che, venuti in California durante la Gold Rush di metà 800, avevano contratto matrimonio con donne pellerossa. Gli italiani erano li ovviamente attirati dalla facile ricchezza ma molti di loro hanno usato i loro guadagni per finanziare i patrioti di casa nostra impegnati a fare l’unità d’Italia”. Durante questo viaggio Laura ha l’opportunità di esibirsi per gli emigrati Italiani in California nelle serate organizzate dall’associazione OCICA nell’area di Los Angeles.
Gli anni romani, venuti subito dopo l’esperienza americana la vedono entrare a far parte della scuderia del produttore Giancarlo Sorbello (SunGarth Studio, RCA, Goblin) nell’occasione dà vita al quartetto jazz “Laura Polverini Quartet” con il quale si esibisce nei maggiori club della capitale. Risale a quel periodo l’incontro folgorante in studio con il Maestro Ennio Morricone. “Poter vedere il maestro scrivere la sua musica con la matita rimane uno dei ricordi più belli che io abbia; poter essere ascoltata dal Maestro ed avere potuto incidere per lui dei provini mi ha spinto a credere nella possibilità di migliorarmi.”
Laura e il Genio
Morricone possedeva la semplicità dei grandi, la stessa che lei ha riscontrato in un altro personaggio col quale ha collaborato a lungo: Genio, uno dei “grandi” della musica da ballo. Si perché tanto per non farsi mancare nulla Laura si è avvicinata a questo genere in modo parallelo alle esperienze di incisione e scrittura musicale prima come “Guest Star” in gruppi molto conosciuti nell’ambiente poi formando una sua band con la quale ha tenuto numerose serate presso locali del centro Italia prima che tale attività si fosse fermata causa COVID. A proposito di questo forzato stop afferma: “Mi manca il contatto diretto con il pubblico, certo, ma ho scoperto che mi piacciono alcuni aspetti di questa lontananza forzata che mi hanno fatto produrre tantissimo materiale per me e per altri. Sto conoscendo persone davvero stimolanti che mi hanno tolto un po’ di quel torpore dettato dal ricorrere delle abitudini ed è così che ho ricominciato a scrivere con nuova forza e a percorrere un sentiero che non era quello previsto perché, dopotutto, questa vita è davvero straordinaria”.Tornando alle sue esperienze nella musica da ballo sostiene: “Non ho mai voluto rinnegare l’ambiente dal quale provengo, quello delle sagre e delle feste dì paese. Ci sono dei pregiudizi infondati sul mondo della musica da ballo. Mi ha permesso di migliorare come artista e di capirmi meglio come persona. Si può fare musica a qualsiasi livello passando da un genere all’altro senza distinzioni” Afferma però di provare amore e odio per questo mondo fatto a volte di persone dallo scarso spessore umano. “Quando mi è arrivata la chiamata di Genio ero in procinto di abbandonare quel mondo perché delusa dalle persone che lo frequentano ma a lui non potevo dire no. Sono rimasta nel suo gruppo per 5 anni ed è stata un’esperienza bellissima. A livello di palco ho imparato tantissimo da lui che, a 72 ann,i ha ancora una carica di energia invidiabile e che ha avuto la capacità di farmi sentire a mio agio senza far pesare la sua notorietà”.
Laura oltre la voce
La personalità poliedrica di Laura l’ha portata giovanissima, come dicevamo, alla scrittura di brani per se stessa e per altri, dapprima componendo solo la musica poi cimentandosi anche con i testi e di conseguenza a confrontarsi con parolieri del calibro di Cristiano Minellono (Dik DiK, Ricchi e Poveri, Toto Cutugno, Dori Ghezzi, Al Bano e Romina fra gli altri interpreti dei suoi brani) che l’ha indirizzata verso temi meno autobiografici dai quali magari prendere spunto per scrivere qualcosa nella quale tutti si possano riconoscere. “Scrivere una canzone è una grossa responsabilità si devono trovare le parole giuste e avere inventiva nel combinare le note ma è un’esigenza che ho sentito per migliorarmi e non rimanere circoscritta al ruolo di semplice cantante che sentivo essere limitante per me, in un secondo tempo ho iniziato a comporre brani anche per altri con testi a volte anche di mie esperienze personali che io non riuscirei mai a proporre perché troppo coinvolta”
E allora ricordiamo alcuni suoi titoli: “Guardami”, “Over my mind”, “Quel poco che resta” (scritta da Gianni Drudi), “Se una donna va via” e “Uomo di stoffa“.
Un discorso a parte lo merita il brano “Tra le mie Parole” l’ultima fatica discografica di Laura, appena uscito su tutte le piattaforme digitali, rintracciabile, fra gli altri, al seguente link.
“Tra le mie parole”, il nuovo singolo di Laura Polverini è uscito il 16 Febbraio 2021 dopo essere stato inserito nella raccolta degli autori Italiani più meritevoli nel VI concorso CET della scuola autori di Mogol edita da Aletti Editore (2019). A proposito di questa uscita Laura precisa: “Ho scelto di far uscire Tra le mie parole come primo brano di questo nuovo percorso discografico contro ogni previsione proprio perché è una ballata classica ed intensa, lontana da ciò che adesso si sente in radio a ripetizione. Volevo qualcosa che spezzasse quella linea di continuità e monotonia uditiva convinta che avrebbe trovato ugualmente riscontro tra gli ascoltatori grazie alla forza della storia che racconta, la storia di un figlio oramai cresciuto che si rivolge alla madre, scomparsa quando lui era bambino. Mi sono ispirata alla storia vera di un allievo che ho conosciuto durante le riprese della seconda stagione di “The Jack”, il talent della Valtiberina, nel quale ero uno dei giudici. Ho donato questo pezzo a Filippo che poi ha vinto quella manifestazione. Mi sembrava una storia troppo bella per finire lì e quindi ho cercato di convincere i miei produttori a puntare su questo brano perché lo sentivo adatto al pubblico fidelizzato che oramai mi segue da tempo”. Il brano ha debuttato inaspettatamente al 2° posto tra i nuovi singoli più venduti su Amazon Music e nei “prodotti del momento” avendo un ottimo riscontro di pubblico e critica grazie anche al tam tam mediatico sui social. Il 23 febbraio è stato pubblicato il videoclip ufficiale del brano
Molte sono state le sue performance come corista di personaggi famosi: Bobby Solo, Little Tony, Gatto Panceri, Alan Sorrenti, Nuovi Angeli, Mal, Donatello, Rossana Casale, Michele Bravi, Santino Rocchetti, Orchestra Casadei, I Bisonti, Al Bano, Roberto Pagani tanto per citarne alcuni. Amica di Ron, apprezzata nell’entourage del compianto Lucio Dalla ha avuto l’onore il 29 aprile 2020 in piena pandemia di partecipare al ricordo di Riccardo Majo Majorana, storico corista di Lucio Dalla, assieme a tanti amici e colleghi che hanno accompagnato Lucio nella sua vita sui palchi tra i quali Iskra Menarini e Stefano Fucili. Per l’occasione ha presentato un brano realizzato con il Maestro Stefano Scartocci, chiamato affettuosamente “Stefanotto” proprio da Lucio, con un testo molto significativo, un brano di quelli più nascosti, meno conosciuti ma, ricorda: “Di una bellezza sconvolgente” “Domani”.Sui social il brano ha avuto 12.000 visualizzazioni solo nel primo giorno nel quale era stato postato e dice Laura: “Adesso c’è la volontà di trasporre in live questa esperienza virtuale mediante una tournee strutturata nella quale insieme a tutti gli artisti che hanno partecipato ci sarò anch’io”
Nella speranza di poter tornare presto sul palco Laura continua nella sua attività di cantautrice ed insegnante di canto.
Puoi seguire Laura sui suoi canali web e social: