Il laboratorio di idee “Sansepolcro Futura” ha ufficializzato nei giorni scorsi la candidatura a sindaco di Sansepolcro della maestra Laura Chieli. Per l’insegnante 49enne si tratta della prima avventura in politica dopo una lunga esperienza professionale tra i banchi della scuola primaria “De Amicis”. Madre di quattro figli, tra cui il locale esponente di Fratelli d’Italia Giuseppe Carbonaro, Chieli correrà alla carica di primo cittadino assieme al sopracitato gruppo civico e ad una coalizione che deve ancora definire nei dettagli la sua compagine. In attesa di nuovi sviluppi, TeverePost propone un’ampia intervista nella quale la candidata si presenta alla città illustrando le tematiche prioritarie per il prossimo lustro.
Chi è Laura Chieli e di cosa si è occupata fino ad oggi?
Oggi vivo fuori dalle mura, ma sono nata a e cresciuta nel centro storico di Sansepolcro perciò mi reputo una borghese doc. Sono sposata e ho quattro figli, lavoro come maestra di scuola primaria da quando avevo 19 anni, ed io stessa sono figlia di un maestro che ha saputo trasmettermi il suo amore per questa città. La mia vita si è sviluppata lungo questi due filoni: la famiglia e la scuola. La mia è una formazione cristiana ‘sul campo’, essendo sempre stata nelle attività di parrocchia fin da ragazza, e mi è sempre piaciuto molto stare a contatto con gli altri, soprattutto i giovani.
Perché ha scelto di candidarsi a sindaco?
Cosa mi ha spinto a gettarmi in questa avventura? Sicuramente un pizzico di follia, quella sana e che serve per inseguire un sogno. La stessa politica non può prescindere dalla dimensione del sogno, altrimenti diventa ordinaria amministrazione e si invischia nei personalismi e particolarismi senza ottenere risultati efficaci né sul rilancio di una comunità come Sansepolcro, né sul fronte delle relazioni sociali. La politica deve coltivare le relazioni sociali, soprattutto ora che stiamo uscendo da una pandemia. Non avevo previsto questa cosa nella mia vita, e certamente anche le manifestazioni di consenso e di affetto che mi hanno dimostrato tanti cittadini hanno giocato un ruolo fondamentale. In più, da insegnante, ritengo che l’obiettivo debba essere quello di formare dei futuri cittadini in un ambiente in cui ci sia giustizia, equità, sostenibilità. Da mamma e da educatrice vorrei che i nostri ragazzi venissero messi nelle condizioni di potersi costruire un futuro sereno nella nostra città.
Di cosa ha bisogno Sansepolcro?
In questo momento stiamo vivendo una fase bellissima di ascolto con il nostro laboratorio di idee “Sansepolcro Futura”: le persone ci stanno illustrando i problemi e le principali criticità che riguardano il territorio. La nostra città ha ovviamente bisogno di molte cose, ma dobbiamo puntare fondamentalmente su alcuni tematiche. La prima è la vocazione turistica: Sansepolcro deve diventare un polo turistico moderno d’avanguardia e sostenibile. Proprio la sostenibilità, anche sociale, dovrà essere un tema di enorme importanza per il futuro della comunità. Grande attenzione dovrà essere poi rivolta a tutto il nostro patrimonio culturale, in primis ovviamente al Museo, che dovrà acquisire un appeal sempre più internazionale, ma anche a tutte quelle discipline, professionalità ed eccellenze che spesso sono messe in secondo piano come la stessa filiera produttiva: abbiamo numerose aziende virtuose, grandi e piccole, da valorizzare.
Come giudica l’operato dell’amministrazione Cornioli?
Per metodo e formazione personale, non amo esprimere giudizi su chi è venuto prima di me, perlomeno in questa fase. Adesso è importante concentrarsi su cosa c’è da fare, perché la situazione attuale di Sansepolcro è sotto gli occhi di tutti. Se poi di colpe si vuol parlare, non sono da ascrivere solo all’ultima amministrazione: nel tempo si sono sedimentate e stratificate delle responsabilità e delle gestioni non efficaci in vari ambiti. Quando a scuola prendevo classi già avviate non mi permettevo di giudicare coloro che mi avevano preceduto, ma anzi a testa bassa cercavo di analizzare e comprendere su quali questioni andare ad intervenire.
Da chi sarà sostenuta nella sua corsa a Palazzo delle Laudi? Cos’è successo con alcuni partiti usciti dal tavolo delle trattative?
Al momento il sostegno ce l’ho, ed è forte, da questo gruppo libero e trasversale composto da cittadini seri e preparati col quale stiamo elaborando proposte concrete per la città. Per quanto riguarda l’appoggio partitico, ritengo corretto che questa domanda debba essere rivolta agli esponenti dei partiti. Come voi stessi sapete, fin dai primi mesi dell’anno il mio nome è stato accostato all’area di centrodestra, ma sicuramente in questo momento ribadisco con forza anche il profilo civico con cui mi sono presentata e che maggiormente mi identifica. Onestamente non so cosa stia succedendo tra queste forze, a dimostrazione del fatto che sono lontana da questo genere di dinamiche e di trattative.
Parlando invece di contenuti, può anticiparci qualche punto chiave del vostro programma elettorale?
Il programma elettorale è in cantiere proprio perché la modalità che abbiamo scelto è quella del confronto e della raccolta di idee. E’ chiaro che abbiamo noi stessi un’idea di base di dove vogliamo arrivare e le finalità da perseguire, ma ad ogni modo a noi piace che il programma si costruisca attraverso questi incontri dal basso, raccogliendo le evidenze che emergono e valutandole con la coalizione. E’ un metodo che ci siamo dati e che ci permetterà di redigere un programma dettagliato.
Come si immagina i mesi della campagna elettorale?
Me li immagino caldi, non solo di temperatura! Alla fine è comunque appassionante vedere una città che si risveglia e dimostra vivacità intellettuale e di partecipazione, quindi ben venga il fermento. Questo è lo spirito con cui mi sto preparando a questa esperienza.
Non teme che la mancanza di esperienza politica possa costituire un problema sia nella campagna elettorale che nella gestione della città?
La mia inesperienza politica è un dato oggettivo ed incontrovertibile, non potrei sindacare su questo punto. A me però piace fare un distinguo tra “competenza” ed “esperienza”: alla mancanza di quest’ultima credo si possa sopperire anche nei giusti tempi attraverso il lavoro costante e l’apprendimento dalle persone con cui condividerai il tuo percorso; la competenza è invece un fattore che afferisce all’indole e alla natura delle persone, perché chiama in causa le dimensioni della leadership, dell’intelligenza relazionale, delle capacità di ascolto e della visione progettuale. Possono esserci politici molto esperti ma assolutamente incompetenti, viceversa possono esserci politici o professionisti inesperti che potranno acquisire esperienza mostrando il giusto approccio.
In caso di vittoria alle urne, quali saranno le prime cose che farà da sindaco?
Innanzitutto incontrare le persone che mandano avanti la macchina amministrativa, entrare nelle loro dinamiche e capire quelle che sono le loro esigenze. I politici sono i rappresentanti della cittadinanza, ma poi è il personale che esecutivamente manda avanti la macchina della città. Dopodiché dovremo subito iniziare a lavorare per mettere in pratica quello che è stato il nostro programma, cercando di intervenire in maniera sistemica su tutti i campi di azione.
Ha già in mente alcuni nomi per la sua eventuale Giunta?
Al momento è ancora prematuro. In questo momento mi trovo ancora in una fase di ‘presa d’atto’, sto ascoltando e conoscendo varie persone e mettendo in piedi un meccanismo di confronto e condivisione che ripeto essere aperto a tutta la cittadinanza. In questi mesi certamente avremo modo di presentare persone in grado di dare risposte concrete alla città.
Le tematiche economiche saranno al centro della campagna elettorale. Come gestirebbe la ripartenza post Covid e le risorse del Recovery Plan?
In tempi relativamente brevi dovrebbero arrivare questi fondi che indubbiamente rappresentano la speranza che si concretizza, quella che veramente ci permetterà di mettere in pratica i punti del programma. Sicuramente occorrerà tanta saggezza e tanta sapienza politica nel saperli gestire, perché quando si dispone di un certo quantitativo di risorse è anche facile investirle nel modo sbagliato. Occorrerà fare squadra e adottare tutte le strategie possibili e immaginabili, anche incentivando rapporti virtuosi con i consiglieri a livello provinciale e regionale. Auspichiamo che anche a livello normativo possa essere prevista la possibilità di una gestione diretta, perlomeno entro certe cifre, in modo da snellire le operazioni. Per gestire tutto questo serviranno delle figure preposte, e a tal proposito sarebbe importante creare un ufficio con una-due unità assolutamente preposte in maniera esclusiva alla gestione dei fondi del Recovery. Questa occasione non può essere colta in maniera superficiale.
Cosa servirà fare, invece, per il rilancio del centro storico?
Il centro storico è agonizzante, e lo dico con cognizione di causa avendo vissuto per tanti anni in via Aggiunti. E’ tuttavia sufficiente una gita domenicale nei borghi dell’Umbria o in altre zone della Toscana per comprendere che la situazione è diversa sotto vari aspetti. Quando faccio una passeggiata per il corso, una via splendida che tutti ci invidiano, mi consolo per il fatto che ci sono ancora gli esercizi di quei pochi coraggiosi che continuano a tenere duro e che animano la città. Vedere uno dietro l’altro tanti locali sfitti e vuoti, molti dei quali anche storici e collocati nei nostri palazzi gentilizi, è un colpo al cuore. Per non parlare dell’immagine deleteria che si dà ai visitatori anche in chiave turistica. Bisognerà lavorare assolutamente su questo tema e penso che servirà una collaborazione strettissima con gli operatori e con le attività. Una sinergia con loro, ma anche con gli artigiani e le aziende della zona, perché tutti insieme con il proprio contributo potremo davvero cambiare in meglio il Borgo.
Qual è la sua posizione riguardo alla possibile realizzazione di un nuovo parco commerciale?
Ho cercato di informarmi e ricevere aggiornamenti, anche confrontandomi con persone che in teoria dovrebbero ben conoscere tutti i dettagli, ma ad oggi la situazione appare molto nebulosa. Ho ricevuto informazioni molto confuse e da questo deduco che la situazione è davvero molto delicata. Sempre per mio metodo personale avrò quindi bisogno di leggere tutte le carte, ovviamente affiancata da persone competenti in materia, in modo da poter esprimere giudizi pienamente consapevoli sulla questione. Il tutto ponendomi sempre un interrogativo in realtà tutt’altro che banale: “Cosa è bene fare per Sansepolcro?”.