Laura Chieli è la grande esordiente di questa campagna elettorale 2021 per le amministrative a Sansepolcro. A sette giorni esatti dal voto, abbiamo parlato con lei di quella che fino ad oggi è stata la sua esperienza assieme alle liste Sansepolcro Futura e Fratelli d’Italia. Per l’insegnante biturgense, come per tutti gli altri candidati, sono state settimane intense e condite da schermaglie e confronti serrati con i propri rivali.
Prima campagna elettorale, come si sta rivelando questa esperienza?
Un’esperienza bella ed entusiasmante per tutto quello che ha comportato l’incontro con le realtà cittadine, le persone, gli enti, le associazioni, le donne e gli uomini che mi hanno incontrato per strada chiedendomi di fare due chiacchiere con loro. Questo mi ha permesso di entrare nella macchina di una città, quella dove abito da sempre, in una maniera nuova, diversa e approfondita. Non avrei mai creduto di essere così all’oscuro di tante problematiche: dico sempre che in questi mesi è come se avessi fatto cento corsi di formazione. Ogni realtà piccola è anche il riflesso di situazioni che provengono anche dall’alto a livello nazionale. Sicuramente sotto tutti questi punti di vista è stata un’esperienza appassionante.
Nei recenti confronti tra candidati è emersa una certa tensione tra lei e Innocenti. È lui il vostro principale rivale in questa fase?
Le nostre realtà, Sansepolcro Futura e Fratelli d’Italia, sono molto concentrate in loro stesse da sempre. Anche all’inizio dissi che il termine rivale non mi piaceva, preferendo quello di competitor, ho detto è un concorso, corriamo insieme per arrivare a un traguardo, la cosa importante è che lo facciamo ad armi pari con correttezza. Laddove questa correttezza la riscontri carente, ecco allora che in qualche modo devo intervenire, anche perché io non sono una politica “di poltrona”, ho il sangue e il nervo del cittadino intollerante nei confronti delle ingiustizie. E quindi ho anche la libertà, senza tanti lacci e laccetti, di dire la verità. E devo dire che mi sono anche astenuta nel raccontarla tutta. Però logicamente non posso soprassedere di fronte ad una definizione della nostra divisione come “un incidente di percorso”. L’incidente è un accadimento che viene subìto da ambo le parti e in cui nessuno ha parte attiva, a differenza di quanto successo nei mesi scorsi.
Perché un elettore, in particolare uno orientato verso il centrodestra, dovrebbe scegliere il vostro progetto?
Perché il nostro è un vero progetto disegnato e delineato secondo dei canoni che sono di centrodestra e che al tempo stesso sono universali, trasversali e “civici” nel vero senso della parola. Tant’è che la nostra lista Sansepolcro Futura è composta da persone con estrazioni ideologiche diverse, tanto da piacere anche agli elettori di sinistra. Dall’altra parte, invece, i cittadini non apprezzano questa compagine sguaiata di voci, tenori, baritoni, contralti e bianche che però non sono coordinate da un disegno comune, anche perché noi che siamo in questa macchina della campagna abbiamo visto quante ritrosie, quante titubanze e collisioni ci sono state all’interno di quelle due grandi compagini che si sono poi formate a centrodestra e centrosinistra. Credo che il nostro valore aggiunto sia stata questa linearità, questa pulizia di intenti e di proponimenti.
Quale scenario auspicate a margine del voto? Quale risultato può lasciarvi maggiormente soddisfatti?
Sono previsioni che non ho fatto nemmeno a me stessa, adesso siamo talmente concentrati sul da fare e non su quello che “sarà”. Spero chiaramente che le persone riescano a comprendere lo spirito con cui ci siamo posti in questa avventura e che nel momento in cui ci voteranno lo facciano perché c’è un’adesione vera, una fiducia, un affidamento, un consenso. Per quanto riguarda il discorso proiezioni, io non è che abbia il polso della situazione, vedo che c’è tanto consenso intorno e le persone me lo dimostrano ogni giorno. Mi resta comunque difficile prospettare un esito, auspichiamo chiaramente che sia buono perché se Sansepolcro può davvero cambiare lo può fare solo attraverso noi.
Un punto decisivo del programma?
Difficile trovarne uno specifico. Sicuramente c’è la ripartenza economica, unita al rilancio del centro storico e alla rigenerazione urbana (in questo caso di tutto il territorio). È chiaro che né la sanità né la sicurezza né altri gradi temi possano passare in secondo ordine.
In caso di vostra vittoria, come cambierebbe l’approccio rispetto alle amministrazioni che hanno operato finora?
Sarebbe un approccio totalmente diverso. Perché siamo persone totalmente diverse e impostate diversamente. Non abbiamo un’impostazione “da palazzo”, per cui dobbiamo rispondere a delle logiche interne, a delle dinamiche consolidatesi nel tempo. Quei codici, quei linguaggi da politici non ci appartengono, né nel comunicare né nel fare. Quindi noi andremmo ad affrontare questa sfida con lo spirito del servitore e del manovale, che si mette ad analizzare la situazione ma in tempi brevi, perché c’è bisogno di velocità, e a reagire con una progettazione concreta e attuabile da subito. Cosa faremo? Sicuramente un’azione di radicale efficientamento della macchina comunale, perché ormai è diventata un’evidenza gravemente emergente nel tessuto cittadino, questa inappropriata funzionalità degli uffici. E allora mi domando: come mai chi c’è stato finora ha sempre detto di cambiare le cose per poi mantenere lo status quo previgente? E allora forse mi viene da dire che la differenza sta lì, nel fatto di poter essere liberi, entrare in un luogo che è nuovo e avere la possibilità di azzerare le posizioni e rivedere completamente tutti gli oneri e i carichi di lavoro e ridistribuirli.