Esattamente un anno fa gli italiani si apprestavano a vivere una settimana che avrebbe cambiato per sempre le loro vite. In questo periodo, infatti, entravano in vigore i primi Dpcm dell’allora premier Giuseppe Conte con i quali venivano sancite le prime importanti restrizioni di carattere nazionale nell’ambito della lotta al Covid-19. Anche in Valtiberina, come nel resto del Paese, furono giornate di generale disorientamento e forti timori ai quali seguirono inevitabilmente i primi contagi e l’inizio di un periodo critico tra bollettini giornalieri, appelli alla responsabilità, distribuzione di dpi, richieste di tamponi, aiuti alle famiglie.
Con l’ausilio dei canali informativi istituzionali dei vari comuni, uniti alla banca dati dell’Ars Toscana, abbiamo ricostruito alcuni dei momenti più significativi dell’arrivo del virus in Valtiberina. Ecco alcune date chiave e aspetti salienti legati alla primissima fase dell’emergenza nei comuni della vallata.
13 marzo 2020 – Il virus colpisce le zone montane
Come noto, la prima zona del nostro territorio colpita dall’emergenza fu quella dei comuni montani di Sestino e Badia Tedalda. È in quest’ultimo paese che si è registrato il primo paziente positivo al virus, ed è sempre qui che ha avuto origine uno dei più preoccupanti focolai Covid dell’intera regione. Secondo le ricostruzioni, la pandemia raggiunse la Valmarecchia attraverso alcuni contatti con la Lombardia. Nei giorni successivi fu registrato un picco di 39 contagi su una popolazione di circa 1.000 abitanti (la più anziana dell’intera provincia), tra cui un ospite ed un operatore della locale Rsa, oltre al vicesindaco Ivano Sensi, il medico di medicina generale e una volontaria della Misericordia.
18 marzo 2020 – Primo caso a Sansepolcro
In un comunicato stampa, l’amministrazione comunale annunciò il primo caso di coronavirus nella città di Piero. “Abbiamo il primo caso positivo di Coronavirus a Sansepolcro. Si tratta di una giovane donna, operatore sanitario che lavora in ospedale, ma non a Sansepolcro. Essendo una professionista del settore, la persona ha seguito tutti i protocolli del caso, osservando fin da subito un rigido isolamento anche in ambito familiare, con grande rispetto sia verso i familiari e che verso la comunità intera. Il comportamento di isolamento lo aveva iniziato già prima di contrarre il virus, perché usciva solo per andare al lavoro, vista la professione che svolge. È comunque in buone condizioni di salute.”
21 marzo 2020 – Prima vittima e zona arancione
A Badia Tedalda si registrò il primo decesso Covid nella provincia di Arezzo. A darne annuncio, su Facebook, fu il primo cittadino Alberto Santucci: “Sono spiacente di comunicare che un nostro concittadino di anni 91 è deceduto. È la prima vittima del virus a Badia. Sincere condoglianze alla famiglia.”
Dopo un lungo confronto con Regione e Prefettura, il 25 marzo il sindaco si vide costretto ad emanare un’ordinanza con la quale si creò una sorta di ‘zona arancione’ sul territorio comunale che rimase in vigore fino al 26 di aprile. Grazie alle restrizioni imposte e alle battaglie portate avanti dal sindaco per avere controlli sempre più capillari e frequenti nei luoghi critici dell’epidemia, l’emergenza è progressivamente rientrata.
24 marzo 2020 – Primo caso a Pieve Santo Stefano
L’epidemia non ha risparmiato la città del Diario, dove il 24 marzo fu registrato il primo contagio. In un videomessaggio trasmesso un paio di giorni dopo, il sindaco Claudio Marcelli annunciò la presenza di tre persone positive nel territorio comunale. I casi a Pieve, ad oggi, sono stati quasi un centinaio, di cui 12 registrati nella sola giornata del 5 novembre, in piena seconda ondata.
26 marzo 2020 – Primi positivi ad Anghiari
Anche l’annuncio dei primi contagiati anghiaresi, due persone di 36 e 41 anni, arrivò tramite un messaggio Facebook condiviso dal sindaco Alessandro Polcri. Nel suo post, il primo cittadino evidenziò un particolare aspetto relativo alla tutela del diritto alla privacy dei pazienti, messa a dura prova all’interno di piccole comunità come quella anghiarese.
11 aprile 2020 – Il virus arriva a Caprese
Con un videomessaggio pubblicato sulla pagina Facebook del Comune, il sindaco di Caprese Michelangelo Claudio Baroni annunciò la presenza di un cittadino positivo al Covid-19. A risultare positivo al tampone, un uomo di 70 anni.
Monterchi, prima fase senza contagi
L’unico comune della vallata dove non si sono registrati casi di coronavirus nella prima fase dell’emergenza è Monterchi. La prima persona contagiata, una donna di 42 anni, è stata individuata il 4 novembre scorso, durante la seconda ondata. A darne annuncio, il sindaco Alfredo Romanelli sulla pagina istituzionale dell’amministrazione.
Le vittime del virus
In questi dodici mesi anche la Valtiberina ha pagato il suo prezzo in termini di vite umane. Ad un anno dall’arrivo della pandemia, sono 23 le persone positive al Covid decedute nei comuni del versante toscano dell’alta valle del Tevere (e quindi su un bacino di popolazione che si aggira attorno alle 30mila persone residenti).
Nella tabella in calce, il conteggio dei decessi per comune, secondo quanto riportato dai rispettivi canali istituzionali e dagli stessi amministratori.
Comune | Decessi |
Sestino | 2 |
Badia Tedalda | 3 |
Pieve S. Stefano | 3 |
Anghiari | 1 |
Caprese Michelangelo | 1 |
Sansepolcro | 13 |