Lara Chiarini, esponente del Partito Democratico e fino ad oggi capogruppo consiliare di “Insieme per Anghiari”, alle prossime elezioni amministrative scenderà in campo a Sansepolcro, nella coalizione a sostegno di Andrea Laurenzi. Per questo nel pomeriggio ha formalizzato le dimissioni dal consiglio comunale anghiarese, lasciando il posto per l’ultimissima fase della legislatura alla prima dei non eletti nel 2016, Miriam Petruccioli.
Come mai la scelta di optare per Sansepolcro? Ci sono altri motivi oltre al fatto di risiedervi ormai da alcuni anni?
Non è stata una scelta facile, perché Anghiari è il comune dove sono nata, cresciuta e vissuta, dove lavoro e dove ho anche gli affetti familiari. In più esco da un’esperienza quinquennale in consiglio comunale, seppure all’opposizione, per cui inizialmente c’era la voglia di reinvestire sul lavoro fatto in questi anni. Alla fine però ho fatto un passo indietro essenzialmente motivato da ragioni personali, perché non c’erano le condizioni per potermi impegnare nuovamente ad Anghiari. Riguardo al progetto del Partito Democratico ho fatto delle valutazioni e non ho ritenuto di aderire. Non ho nulla nei confronti del candidato a sindaco Mario Checcaglini, una persona che apprezzo e stimo e con la quale ho anche avuto momenti di confronto, però se mi impegno ed entro a far parte di un progetto ci devono essere anche le condizioni umane, invece i rapporti con la segreteria locale sono molto complicati da anni e questo porta strascichi inevitabili. Sono stata cercata anche dall’altro candidato sindaco, Danilo Bianchi, che presenta un progetto civico. Anche in questo caso ho valutato attentamente l’opportunità o meno di aderire, però dopo una riflessione durata molti giorni ho preferito non accettare. Non per le persone, perché da parte di tutti c’è la voglia e l’interesse di dare un contributo positivo per Anghiari, ma perché non sono una civica, ho un’appartenenza, sono tuttora iscritta al PD e in questo partito ho fatto esperienze anche importanti: considerando la coerenza un valore, non potevo schierarmi in una lista che si contrapponesse al mio partito.
A Sansepolcro invece si sono create condizioni migliori.
A Sansepolcro risiedo da 5-6 anni e qui sono da tempo iscritta al circolo del Partito Democratico, quindi sono inserita in questo contesto politico. Dopo il passo indietro fatto ad Anghiari Andrea Laurenzi mi ha chiesto se avessi voglia di dare una mano a Sansepolcro. In questo caso vado in coerenza con la mia appartenenza e la mia idea, ma soprattutto da parte mia c’è grande condivisione delle linee programmatiche che il candidato a sindaco e la coalizione intendono portare avanti. Sposando in pieno questo progetto ho deciso di fare questa scelta, che comunque per me è abbastanza aleatoria: bene o male mi metto in discussione in un comune dove risiedo e conosco persone, ma è una cosa diversa rispetto a candidarsi nel comune dove si è nati e dove si è conosciuti da tutti. Io mi impegnerò, non dico che partirò svantaggiata, ma sicuramente dovrò lavorare per farmi conoscere meglio, per accreditarmi, per poter avere dei consensi.
Mancano pochi giorni alla presentazione ufficiale delle liste, ma la campagna elettorale di fatto è già cominciata. Quali sono le prime impressioni?
Sono impressioni molto positive. Molte cose sono ancora da approntare, si sta facendo una ricognizione finale delle persone che si impegneranno nelle liste mettendoci la faccia e anche la stesura del programma proprio in questi giorni è in via di definizione. Le linee programmatiche sono però già state rese note, e nella presentazione del progetto politico che c’è stata martedì abbiamo parlato dei dieci punti più significativi, che toccano temi molto importanti. Personalmente sono molto contenta perché vengono affrontate tante esigenze della comunità e vengono proposti progetti politici ambiziosi, che coinvolgono le questioni urbanistiche, il rilancio del centro storico, l’investimento sul turismo, il rafforzamento delle potenzialità della città ma anche una visione d’insieme della Valtiberina toscana. C’è la voglia di portare avanti dei progetti a livello di vallata, perché l’unione fa la forza e la Valtiberina deve crescere unita. Dobbiamo riuscire a creare delle sinergie vere tra i vari comuni, anche con uno sguardo all’Altotevere umbro: serve aprire il confronto e il dibattito con i sindaci di quell’area, magari con dei tavoli istituzionali da creare ad hoc, perché abbiamo tanto da condividere e una collaborazione in questo senso può avere importanti ricadute sul territorio su tanti temi, come servizi, viabilità, infrastrutture, turismo, scuola, sport, agricoltura.
Quali sono i punti di forza e debolezza della vostra coalizione rispetto agli altri candidati a sindaco e alle loro compagini?
Degli altri candidati per ora ho visto solo qualche dichiarazione, ancora tutti ci dobbiamo presentare in maniera più compiuta alla cittadinanza e anche in termini di programmi nessuno ha parlato delle proprie intenzioni in maniera approfondita. Per quello che riguarda il nostro progetto, credo che oltre alle tante idee per far crescere il territorio emerga anche la voglia di un ricambio generazionale, di portare ad amministrare il paese una classe dirigente giovane. Questo elemento di freschezza e di novità può essere distintivo anche rispetto alle altre coalizioni.