Nel precedente articolo sul Piano strategico per lo sviluppo culturale di Sansepolcro abbiamo esaminato la prima linea di intervento proposta dal gruppo di lavoro coordinato di Anci Toscana e Federculture: quella cioè denominata I luoghi di Piero e finalizzata ad avviare un percorso di stretta integrazione tra il Museo civico e la Casa dell’artista, per poi connettersi alle altre realtà dedicate a Piero della Francesca al di fuori di Sansepolcro. Si tratta della prima di tre linee di intervento verso uno degli obiettivi specifici del piano, il rafforzamento del sistema culturale urbano. Il successivo filone suggerito per il conseguimento del risultato prefissato è la rivitalizzazione del centro storico.
Come abbiamo visto nella scorsa puntata, il piano declina ciascuna linea di intervento attraverso una serie di azioni. Quelle per la rivitalizzazione del centro storico sono cinque. La prima è la riqualificazione degli spazi urbani aperti, con il decongestionamento del traffico e l’incremento delle aree pedonali, soprattutto in prossimità delle aree verdi e del patrimonio artistico. Particolare attenzione è posta a quella che viene definita la Via dei Musei, cioè via Niccolò Aggiunti, per la quale si propongono iniziative di chiusura al traffico temporanee e l’eliminazione dei parcheggi nelle zone a ridosso delle strutture espositive. Si fa riferimento, in ogni caso, alla necessità di riqualificare anche le zone esterne alle mura mediante un progetto complessivo in cui la cultura sia l’elemento guida. Nel piano è ipotizzata la cifra di 20.000 euro nel caso sia necessario commissionare a soggetti esterni la revisione degli strumenti urbanistici e del piano della viabilità.
Seconda azione proposta è la realizzazione di itinerari culturali nel centro storico, che si concretizza nel legare il ricco patrimonio cittadino, pubblico e privato, in percorsi tematici che ne favoriscano la fruizione coordinando gli orari di visita e optando per sistemi di bigliettazione integrata. L’elaborazione degli itinerari dovrebbe essere concertata con le guide turistiche, in modo da facilitare la possibilità di incontrare le esigenze del pubblico, e con le associazioni di categoria, perché l’operazione sia efficace anche in termini di riqualificazione di spazi dismessi per nuove attività commerciali o economiche. L’organizzazione di questo passaggio richiede, secondo il piano, sei mesi di tempo e 15.000 euro di stanziamento.
La terza azione, per la quale si stima la necessità di un lavoro di 12 mesi, punta alla valorizzazione di piazza Torre di Berta, piazza Garibaldi e del Museo della Resistenza. Per la prima, si propone l’incentivazione di mercati di qualità di prodotti tipici, il suo utilizzo come sede di eventi e produzioni culturali e l’allestimento di iniziative temporanee o permanenti connesse al significato identitario simbolico della stessa Torre di Berta. Questo si ricollega al tema del Museo della Resistenza, ricco di materiale e documentazione di grande valore di cui favorire la conoscenza e la diffusione verso scuole, cittadini e turisti. Si ritiene inoltre necessario il rilancio di Piazza Garibaldi, di cui si sottolinea il significato storico in qualità di ex piazza dell’Arengo, proponendo la chiusura al traffico e l’incentivazione di iniziative culturali, per esempio legate alla Scuola di merletto che vi ha sede, o commerciali, purché coerenti con l’ambientazione.
24 mesi sono invece quelli necessari per la valorizzazione del chiostro di San Francesco e della figura di Luca Pacioli, su cui lavorare in collaborazione con il Centro studi Mario Pancrazi: puntando sulla figura di Pacioli come “professore, studioso, scrittore e divulgatore delle matematiche”, da mettere al centro di mostre ed eventi, e collegando la chiesa e il chiostro al percorso dei Cammini di Francesco.
La quinta ed ultima azione della seconda linea di intervento consiste nella concretizzazione dell’idea del cosiddetto “Grande museo”, cioè la realizzazione di un collegamento tra il Museo civico e Palazzo Pretorio. Difficile non concordare con gli estensori del piano quando parlano della messa in comunicazione dei due edifici mediante la terrazza esterna già esistente: la definiscono “non solo una meravigliosa e simbolica suggestione, ma una rivoluzione in termini di potenzialità, di qualità, di capacità, sotto tutti i punti di vista, dell’offerta del Museo Civico di Sansepolcro che darebbe lustro a tutta la città”. L’operazione potrebbe garantire al Museo un importante ampliamento, nuovi ambienti per mostre permanenti o temporanee, facilitando anche l’individuazione di filoni espositivi contemporanei, e la possibilità di fornire servizi finora assenti, come una caffetteria. Si aprirebbe inoltre la possibilità di garantire spazi al tessuto associativo cittadino. Nell’ambito della stessa operazione si propone anche la valorizzazione di Palazzo Alberti, di proprietà della Fondazione del Bargello ma concesso al Comune di Sansepolcro tramite un comodato in scadenza nel 2022 che potrà essere opportunamente rinnovato.
Il percorso di TeverePost sul Piano per lo sviluppo culturale di Sansepolcro proseguirà nei prossimi giorni andando ad esaminare il coinvolgimento degli operatori economici, terza e ultima linea di intervento finalizzata alla realizzazione del primo obiettivo specifico.
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