Entrare all’interno delle sale che ospitano il laboratorio tessile di Tela Umbra significa intraprendere un vero e proprio viaggio nel tempo: si viene trasportati direttamente a inizio ‘900, quando il barone Leopoldo Franchetti e la moglie Alice decisero di dar vita a questo magnifico centro di produzione artigianale, importante simbolo dell’emancipazione femminile tifernate. La bellissima Villa Montesca, residenza dei coniugi, nel 1909 fu sede del primo corso di pedagogia scientifica tenuto da Maria Montessori che, proprio a Città di Castello, pubblicò il volume “Il metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini”, opera espositiva del famoso “metodo Montessori”. Abbiamo avuto la possibilità di visitare il museo e il laboratorio, situati nel centro storico di Città di Castello, all’interno dell’antico palazzo Tomassini, ex Bourbon del Monte, accompagnati dal presidente Pasquale La Gala.
Le origini di Tela Umbra
La storia di Tela Umbria risale al 1908, precisamente il primo maggio, giorno in cui vennero inaugurati per volontà dei Franchetti i due laboratori, ancora oggi in funzione. Il barone Leopoldo Franchetti, deputato e successivamente senatore del Regno d’Italia, aveva sposato Alice Hallgarten, nobile signora di origine tedesca. Dopo le nozze, i coniugi decisero di far costruire nelle colline sopra Città di Castello Villa Montesca, bellissima residenza Franchetti. Il barone era un ricco possedente terriero; la moglie, dotata di grande spirito umanitario, amava far visita alle abitazioni dei contadini che lavoravano la terra del marito. Si accorse che ogni casa disponeva di un telaio manuale, utilizzato dalla donne per tessere tutto quello che serviva alla famiglia. Alla baronessa venne l’intuizione di investire capitali per creare un laboratorio tessile con telai manuali: nel 1908 nacque così Tela Umbra. L’iniziale tela grezza, lavorata nel laboratorio, nel corso degli anni si è arricchita: oggi vengono maneggiate stoffe preziose come puro lino di Fiandra e d’Irlanda e seta. La baronessa Franchetti fu una vera anticipatrice: diede vita a questo laboratorio con lo scopo di impiegare donne, permettendo loro di riscattarsi socialmente e di emanciparsi. Inoltre, non mancò un pensiero per i figli delle lavoratrici: decise di progettare un asilo a fianco del laboratorio e fondò due scuole elementari rurali, pensate per i figli dei contadini, alla Montesca e a Rovigliano.
Tela Umbra oggi
La cooperativa oggi è gestita da 6 lavoratrici ed è amministrata dal presidente Pasquale La Gala, il quale tiene a precisare che “da ormai 6 anni sono amministratore, ma il vero perno della cooperativa sono le signore che lavorano ai telai. Chi pensa al 1908 inevitabilmente pensa al passato, ma noi cerchiamo di mantenere la tradizione unendola all’innovazione, cercando di tessere prodotti che vadano incontro alle esigenze del mondo moderno. Nel periodo di pandemia abbiamo deciso di creare le mascherine “Luxury”, adattando la produzione alle nuove esigenze legate al virus. Abbiamo avuto la soddisfazione di donare al presidente della Repubblica Mattarella la bandiera tricolore in lino, tessuta da noi. Inoltre, abbiamo avuto un’importante commessa dal Quirinale, manufatti che vengono donati dal presidente Mattarella alle delegazioni in visita a Roma. Sono grandissime soddisfazioni sia per noi che per l’intera comunità. Il comune di Città di Castello è sempre molto sensibile e ci tiene particolarmente a far sì che questa nostra realtà non venga perduta nel tempo, ma tramandata. La regione Umbria è proprietaria del palazzo Tomassini, ex Bourbon del Monte, nostra sede, in seguito al lascito testamentario del barone Franchetti. Tela Umbra rappresenta il vero artigianato: ogni prodotto è unico perché ogni mano è diversa dall’altra, così come i tessuti. Devo dire che ci sono molti giovani che hanno voglia di imparare questo bellissimo mestiere, e pertanto portiamo avanti diversi corsi di formazione professionale, gestiti direttamente da noi o dalla regione”.
Il laboratorio tessile, prezioso custode di un’antica tradizione interamente artigianale
Tutto funziona perfettamente come agli inizi del ‘900: gli antichi telai ottocenteschi, bellissimo lascito del passato, ci riportano indietro nel tempo. Ancora oggi, le produzioni prendono spunto da disegni rinascimentali realizzati su tessuti di lino e seta. La sala dell’orditoio, posta all’interno del laboratorio, è un piccolo gioiello: qui, prima di passare al telaio, viene creato l’ordino utilizzando l’antico macchinario, in legno e girevole. I telai sono tutti in materiale ligneo, ognuno con il suo ordito e pronto per lavorare: uno di questi è impiegato nella lavorazione di un tessuto molto particolare, detto spolinato. Una delle due signore impiegate nella complessa lavorazione ci dice che “questo è un tessuto che ci è stato ordinato per produrre tovagliato e asciugamani. È un tessuto particolare perché la base, l’ordito, è tono su tono, mentre negli altri telai montiamo come basi dei neutri in cui si possono fare tessuti colorati sostituendo il filo della trama. È un ordine molto particolare e noi lo abbiamo personalizzato in base alle richieste del cliente. Una volta smontato dal telaio verrà rifinito con orlo a giorno. Passiamo filo per filo tutto a mano, è un grande lavoro”.
Il museo Tela Umbra
Posto al secondo piano di palazzo Tomassini, il museo nasce con lo scopo di documentare la storia di Tela Umbra, ricordando le origini e mettendone in luce la storia e le sue radici. 9 sale che, organizzate in maniera impeccabile, custodiscono preziosi cimeli della famiglia Franchetti, l’originale mobilio di Villa Montesca di notevole pregio. Alcune teche conservano pregiati merletti antichi e tessuti che, per tipologia, si rifanno alle tovaglie umbre, nonchè intrecciati risalenti al primo quarto del XX secolo. Presente anche una piccolissima cucina con fornaci per la cottura delle pietanze, arricchita da numerosi suppellettili del tempo. Il presidente La Gala ci dice che “mi sono dedicato anima e corpo al museo, ho cercato di reperire tutti i cimeli custoditi a Villa Montesca. Sono un appassionato di oggetti antichi: ho rivoluzionato il museo, tanto che ho chiesto alla regione e al comune di liberare le sale al primo piano per ampliare il museo. La stanza del barone Franchetti è molto bella: al suo interno si trova una collezione di porcellane Ginori di casa Franchetti e la parte di un biliardo del barone, custodito a Villa Montesca”. La visita al museo permette di apprezzare e godere di prestigiose creazioni: tessili, filati, merletti, antichi telai e strumenti di vario genere per la tessitura.