Lo spettacolo “La paura mangia l’anima” di Rainer Werner Fassbinder, elaborazione teatrale dal film “AngstessenSeeleauf” film del 1973, è stato oggetto di un lavoro di riproposizione da parte dell’associazione culturale Laboratori Permanenti in coproduzione con la compagnia Theater Rotwelsch di Stoccarda.
La traduzione e la regia sono affidate ad Alberto Fortuzzi, gli interpreti principali sono Caterina Casini, Wael Habib e Mauro Silvestrini e il resto del cast è strutturato dagli allievi della scuola dei teatri ospitanti e dai cittadini interessati dei territori di volta in volta coinvolti.
Dopo qualche mese di pausa, il progetto torna in prova al teatro comunale di Monterchi, nelle giornate del 5, 6 e 11, 12, 13 febbraio. L’iniziativa vedrà la partecipazione degli attori e degli allievi dei corsi di teatro di Laboratori Permanenti e di altri interpreti del territorio che si metteranno nuovamente al lavoro sull’opera di Fassbinder.
Il lavoro aveva preso corpo strutturandosi in residenza a Sansepolcro (Ar) a maggio e agosto 2021, a Officine Caos di Torino a luglio 2021, con Diesis Teatrango presso il Teatro Comunale di Bucine (Ar) settembre/ottobre 2021 e con SettimoCielo presso il Teatro La Fenice di Arsoli (Rm) ottobre 2021, presentato al pubblico a Sansepolcro e Arsoli.
Oggi il progetto trova accoglienza a Monterchi, come ulteriore testimonianza dell’ampia programmazione strutturata da Laboratori Permanenti in collaborazione con il comune di Monterchi. Il teatro è aperto a chi vuole assistere alle prove, munito di green pass e mascherina FFP2.
“La paura mangia l’anima è un progetto site-specific aperto e malleabile, che si adatta allo spazio che di volta in volta lo ospita e che si sviluppa in stretta relazione con l’ambiente che lo circonda – scrive l’associazione in una nota – Infatti, abbiamo deciso di aprire il progetto alle comunità che andremo a incontrare: per la composizione dei personaggi del coro vengono coinvolti gli allievi delle scuole di teatro e i cittadini dei territori dei teatri dove operiamo, affinché le persone vivano la vicenda insieme ai protagonisti.”
“Mettere in scena “La paura mangia l’anima” diventa anche un pretesto per sensibilizzare la comunità partecipante su tematiche importanti quali il razzismo e l’esclusione. Lo sviluppo intende coinvolgere, sui temi presenti nel testo, i cittadini che desidereranno partecipare nei diversi territori, per farli immergere nella realtà narrata ed esserne maggiormente consapevoli.”