Da sempre l’informazione locale costituisce un punto cardine nello sviluppo sociale e culturale di una comunità. Nutre le imprese, le istituzioni, le grandi e piccole organizzazioni della società, i cittadini. Costituisce una condizione indispensabile per formare un’opinione, per valutare un fenomeno e per operare scelte, piccole o grandi che siano.
Per questo motivo TeverePost dedicherà a partire da oggi, a cadenza più o meno regolare, una serie di approfondimenti dedicati alle varie realtà locali di informazione, comunicazione ed intrattenimento che hanno saputo scrivere pagine importanti di storia del nostro territorio. Di molte di loro restano solamente i ricordi, ma fortunatamente ce ne sono state anche altre che con il passare del tempo sono riuscite a crescere e a garantire un ricambio generazionale. E’ il caso di Errevutì, o Radio Val Tiberina, nata nel lontano 1976 e ancora oggi pienamente operativa nonostante le tante difficoltà con cui oggi, più che mai, gli operatori della comunicazione devono inevitabilmente fare i conti.
Ecco il racconto degli oltre quarant’anni di vita questa celebre emittente, realizzato con il supporto fondamentale di Antonello Antonelli e Moreno Metozzi.
La nascita della radio
Errevutì (o se preferite RVT, o ancora Radio Val Tiberina) la radio di Sansepolcro nasce…a Monterchi! Era l’estate del 1976 quando, dopo primi esperimenti in quel di Monterchi, il 15 luglio iniziano le trasmissioni dell’emittente più longeva della provincia di Arezzo, grazie all’iniziativa di tre appassionati di elettronica e di musica, i monterchiesi Giovanni Mariani e Paolo Tilli ai quali si aggiunge il compianto Guido Romagnoli, biturgense. Il capitale iniziale ammonta a trecentomila lire (più o meno la paga mensile di un operaio dell’epoca).
Il periodo “eroico”
Trasferitasi presto in una soffitta di via Piero della Francesca a Sansepolcro Radio Val Tiberina inizia a farsi ascoltare e apprezzare nel capoluogo biturgense e nel circondario. L’emissione del segnale avviene in modo “eroico” con strumentazione auto costruita tanto che lo stesso segnale deve essere controllato costantemente sul trasmettitore dal disc jockey di turno. I dischi da programmare devono essere portati da casa da ognuno dei componenti dello staff anche se presto, grazie anche al contributo dei primi sponsor, possono essere effettuati i primi acquisti. Ci sono solo due piatti un microfono e un mixer “fatto in casa”; niente registratori, quindi tutte le trasmissioni vanno in onda in diretta. Il notiziario viene diffuso leggendo la cronaca locale estrapolata dai quotidiani.
Un’emittente in crescita
Malgrado questi mezzi “spartani” la radio ha fin da subito una fisionomia specifica grazie al contributo creativo dei primi animatori: Nello, monterchiese pure lui e titolare di una discoteca, esplora le facciate B dei 45 giri con il suo Dico Zero; dalla Lombardia arrivano Guido, Riccardo e Maurizio che portano nell’emittente i brani e lo stile delle radio milanesi, gettando il seme di quella che sarà poi una delle caratteristiche dell’emittente: l’attenzione alle novità discografiche e ci sono molti giovani, appassionati di musica che letteralmente “trasmettono” attraverso la radio i loro gusti musicali al pubblico in ascolto. Arriveranno presto anche le prime voci femminili: Patrizia, Giuditta, Marcella, Manuela, molto gradite da parte del pubblico
Dopo qualche mese la sede si sposta in via San Puccio dove la dotazione si arricchisce sia di registratori a bobine (il mitico Revox) che di quelli a cassette, cosa che permette la registrazione e diffusione di pubblicità oltre che di musica non stop per tutto l’arco della giornata. Arrivano altresì trasmettitori professionali e soprattutto il telefono che permette l’interazione degli ascoltatori con l’emittente. Nascono così trasmissioni come “Il Dedicone” che per due ore al pomeriggio dà spazio ai messaggi della gente; la media delle chiamate è di circa 100 al giorno. Il telefono viene usato anche per lanciare i primi giochi a premi radiofonici anch’essi con grande successo di partecipazione. Sempre grazie al telefono vengono trasmesse in diretta, per la voce di Fabio Patti, le prime radiocronache del Sansepolcro calcio a cura della divisone sportiva che poi col tempo e con l’ampliarsi della copertura si trasformeranno in un vero e proprio “tutto il calcio minuto per minuto locale” a guida di Gabrio Possenti. E oltre al calcio ci saranno dirette anche per altri sport come la pallavolo.
La caratteristica che ha sempre contraddistinto l’emittente è proprio questo stretto connubio fra ascoltatori e conduttori con conseguente fidelizzazione del pubblico nell’arco del tempo. Per anni la radio è stata il veicolo che ha fatto nascere amori, trovare lavoro, fare piccoli e grandi affari alle persone che la ascoltavano. Nel 1978, con il contributo della Comunità Montana, la radio estende il suo segnale in tutta la provincia di Arezzo e in parte dell’Umbria e delle Marche, grazie all’installazione di un ripetitore in Alpe di Catenaia e inizia a darsi di conseguenza una struttura manageriale. Innanzitutto con una leggera variazione del nome: si passa da Radio Val Tiberina a RVT e successivamente il marchio sarà scritto per esteso (ERREVUTÌ). Nasce lo Studio Delta per la gestione della pubblicità, vengono inserite rubriche come “La Bancarella” per ricerca di lavoro e vendita o acquisto da privati e nel 1979 arriva la nuova sede in Via Martiri della Resistenza dove l’emittente resterà per i 20 anni successivi nel corso dei quali si dota di attrezzature sempre più all’avanguardia che contribuiscono ad una crescita costante del suo successo presso il pubblico.
Gli anni ’80: arriva il successo
A partire dai primi anni 80 la radio sarà il volano per manifestazioni musicali e di moda e spesso trasferirà le proprie trasmissioni in locali e supermercati del posto sia in occasione di inaugurazioni o promozioni sia in appuntamenti a cadenza settimanale o mensile. Una presenza che continua ancor oggi.
Grazie alle iniziative, alla professionalità dei conduttori, al continuo miglioramento della strumentazione, alla capillare azione del settore commerciale, per tutti gli anni 80 ERREVUTÌ amplia enormemente il proprio bacino di utenza diventando il punto di riferimento per tutte le attività economiche e sociali non solo della vallata ma di tutto l’ampio bacino coperto dai suoi ripetitori. Le sue trasmissioni raggiungono la riviera romagnola e la valle del Savio con corrispondenti da tutte le varie zone dove il suo segnale viene captato. Nel 1986 entra a far parte dello staff Antonello Antonelli, da quel momento nuova anima di una radio che in quel periodo poteva vantare la crème della radiofonia locale: assieme a lui c’erano Marco Fabbri, Roberto Marinelli, Lele Del Carpio, Marco D’Amore, Moreno Metozzi. Un capitolo a parte lo merita Leonardo Franceschi, aretino di ascendenza monterchiese (pure lui!) che introduce satira e comicità nel palinsesto della radio.
Gli anni ‘90 e le nuove tecnologie
In quegli anni la sede si trova in Via Martiri della Resistenza, traversa di Via del Prucino. Quel suggestivo spazio diviene un vero e proprio punto di ritrovo per tanti giovani che trascorrevano il loro tempo libero negli studi (quelli radiofonici), a testimonianza della funzione sociale che la radio ha sempre portato con sé. Nel ‘95 gli amministratori cominciano a pensare di investire qualcosa in più, e questo porta all’unione dell’esperienza di RVT con quella di Formula Radio di Città di Castello. Nella parte finale del decennio iniziano a svilupparsi nuovi sistemi che non prevedevano più l’utilizzo di hard disk, cd o dischi, in favore dei sistemi software.
Grazie ai contatti con una ditta di Bologna, la radio ottiene gratuitamente un programma in fase sperimentale che, per la prima volta nella storia delle radio locali, pone assieme due emittenti sullo stesso server/magazzino musicale. In pratica i due client, separati e con programmazioni diverse, facevano capo allo stesso sistema. Uno stravolgimento sotto il profilo organizzativo che porta alla progressiva sparizione di dischi, cd ed apparecchiature. La radio si rimpicciolisce fino ai minimi termini, ossia un piccolo mixer, uno schermo e un microfono. Successivamente si pensa ad un altro investimento importante, che è quello della sede, e nel ’97 viene acquistata l’attuale sede di Viale Osimo. Da qui una fisiologica riorganizzazione delle attività in base alle nuove esigenze.
Gli anni 2000: l’era del web
Agli inizi del 2000 entra a far parte del gruppo anche Radio Tiber Sound. Nel frattempo, al netto dei benefici, le nuove tecnologie favoriscono anche il proliferare della concorrenza. L’avvento dei social, in particolare, scombina le carte in tavola ed oggi la dimensione delle radio locali in generale non è più la stessa. In questa fase ricca di insidie, Antonelli decide però di proseguire negli ammodernamenti, arrivando ai giorni nostri con una tecnologia estremamente avanzata che permetterà di fare un ulteriore passaggio chiave.
La ‘radiovisione’
Da alcuni anni Errevutì è anche una TV. La programmazione va in onda sui canali 603 e 632 del digitale, ed è visibile anche in diretta streaming con presenza sul web e sui canali social. La radio si è anche sviluppata nel DAB+, frequenze digitale-radiofonico terrestre che permette di coprire l’intera Umbria e buona parte della Toscana. Dopo questo passaggio, lo staff cerca di garantire un altro importante rinnovamento che riguarda il parco persone. Il ricambio generazionale è infatti una delle sfide più importanti che riguardano non solo le radio, ma tutti gli organi di informazione e intrattenimento che operano a livello locale.
Errevutì oggi
Le crisi economiche e la chiusura di tante attività importanti del territorio hanno privato i media locali di grandi sponsor e finanziatori, e chiaramente anche la radio ha dovuto proseguire adattandosi. Nonostante la clientela pressoché dimezzata rispetto ai tempi d’oro, Errevutì continua a rimanere in piedi continuando a fare quello che ha sempre fatto e cercando sempre di stare al passo con le tecnologie. La radio adesso si può vedere al bar, a casa e con il telefonino. Ma soprattutto, come recita uno degli slogan più recenti, si trova ‘oltre la linea’, cioè oltre l’orizzonte che una volta rappresentava il confine massimo di una frequenza radio locale. Adesso la piccola radio del Borgo può essere vista e ascoltata in Australia, come se ci si trovasse a Porta Fiorentina o a Città di Castello. Nel frattempo è stata ampliata anche l’offerta informativa, con le collaborazioni con altre realtà locali come TeverePost e AtvReport. Anche e soprattutto in un periodo così difficile per la sopravvivenza dell’informazione locale, l’unione può fare sicuramente la forza.