Riduzione del numero di alunni per classe, interventi immediati sulle strutture scolastiche, nuove assunzioni di personale. Queste, in sostanza, le tre tematiche al centro del comunicato diffuso oggi dal Gruppo scuola delle Democratiche di Anghiari. “Con questo documento – si legge – vogliamo dar voce ad un gruppo di donne, lavoratrici, madri, professioniste della scuola impegnate in Valtiberina, per apportare un contributo positivo a quello che potrà delinearsi come futuro nel prossimo anno scolastico e nei successivi.”
Nella lettera trasmessa agli organi di stampa e condivisa sui social, le donne anghiaresi pongono nuovamente al centro del dibattito il futuro dell’istruzione nel nostro Paese soffermandosi su alcune tematiche molto sentite come quella della Didattica A Distanza (DAD), strumento di emergenza che tale deve rimanere poiché si ritiene fondamentale “partecipare alla vita civile”, ma anche “essere educati e formati tramite il linguaggio non verbale che si instaura tra docente e discente e tra compagni nella socialità dell’ambiente scolastico.”
“La didattica a distanza di queste settimane – aggiungono – può essere solo chiamata DDE, Didattica Di Emergenza, quindi finalizzata ad un periodo particolare e straordinario dove si è dato prova di grande passione e volontà, ma che non può protrarsi nel tempo, specialmente
senza una formazione specifica e una regolamentazione. Per non parlare dell’altro aspetto legato alla privacy: con la DAD siamo entrati liberamente nelle case e nelle vite delle persone, perché comunque il Ministero non ha una linea sicura e dedicata.”
Quali strategie possono essere sviluppate per non cadere in questa trappola? Le democratiche, come detto a inizio articolo, propongono alcune soluzioni ritenute “necessarie da molto e che l’emergenza ha solo posto in evidenza, come spesso accade”.
Per prima cosa è necessario “ridurre il numero di alunni per classe, garantendo così una preparazione qualitativamente migliore e inclusiva, dunque non semplicemente per mantenere le distanze fisiche necessarie per la prevenzione dei contagi, ma per migliorare ciò che in quelle distanze è possibile fare”. Per rendere possibile tutto ciò occorrono altri due interventi chiave. In primis, “intervenire subito sulle strutture scolastiche, ma anche valutare la possibilità di riqualificare spazi esistenti. C’è necessità di luoghi più flessibili, sicuri e adattabili”, e successivamente “assumere più personale che possa gestire al meglio i nuovi gruppi classe così rivisti nei numeri. Più insegnanti, anche con norme in deroga per assumere i precari, ma anche personale tecnico, bidelli, personale di segreteria e per il sostegno”.
“Ci stupisce – concludono le anghiaresi – assistere alle indecisioni e alle anomalie in essere e ci rattrista ancor più comprendere che, per la scuola, si voglia far arrivare di nuovo una tovaglia troppo corta invece di affrontare oggi il grande investimento necessario per l’emergenza, ma anche e soprattutto per un’azione educativa futura che deve ampliarsi e non certo essere svilita.”