La storia della cooperativa “Ceramiche Noi” comincia nel 2019 quando, a seguito della decisione della precedente proprietà di trasferire l’azienda da Città di Castello in Armenia per abbattere i costi, i dipendenti hanno deciso di prendere in mano la situazione dando vita ad una cooperativa e diventando, così, i nuovi proprietari. Grazie al presidente Marco Brozzi, ai soci e ai dipendenti l’importante azienda tifernate ha saputo, così, resistere alle difficoltà di un futuro incerto, affrontato però con grande tenacia e spirito di adattamento. Nel tempo, poi, le scelte si sono rivelate vincenti: grandi traguardi e soddisfazioni per la cooperativa che, pochi giorni fa, è stata premiata dalla prestigiosa Università Luiss Guido Carli nell’ambito del premio “Non sprecare” nella sezione aziende che hanno generato un impatto positivo sulla vita della comunità e delle persone, interpretando la complessità del presente.
Accompagnati dal responsabile commerciale Lorenzo Giornelli abbiamo avuto la possibilità di visitare l’azienda che, nonostante le difficoltà causate dalla pandemia, non si è mai fermata ed è riuscita addirittura ad incrementare il lavoro con importanti commesse da diversi mercati esteri. “Con Ceramiche Noi siamo partiti nel 2019 quando abbiamo deciso di prendere in mano la situazione per evitare il trasferimento dell’azienda in Armenia” ci dice Giornelli. “A gennaio 2020, però, è arrivato il Covid: per noi non è stato semplice, abbiamo visto la strada buia perché eravamo partiti da pochissimi mesi e avevamo commesse di lavoro da un importate cliente americano che, però, non potevamo portare avanti. La chiusura, però, ci ha permesso di puntare a ricerca e sviluppo che ha dato i suoi frutti: abbiamo ideato un piatto antibatterico di cui abbiamo depositato il brevetto a gennaio 2021, è stata una vera svolta”.
La ripresa dell’economia dopo i difficili mesi ha portato nuovi clienti e nuove commesse alla cooperativa tifernate che, nel segno del vero “made in Italy”, ha saputo valorizzare i suoi prodotti distinguendoli dalla concorrenza estera. Infatti, come ci spiega Giornelli: “il post Covid, per un’azienda come la nostra, forse è stato quasi un giovamento: la Cina si è chiusa e produce solo per l’interno, compra e vende solo per il suo paese e i prezzi sono ovviamente aumentati per chi compra dall’estero. Per questo, tutti sono tornati a comprare in Europa, o per volontà o per mancanza di altre alternative. Per fortuna, il made in Italy è ancora imbattibile, soprattutto l’artigianato, speriamo che lo resti. Tanti comprano in Italia perché, nel nostro settore, alcune tipologie di prodotti non si trovano da nessuna parte così come li produciamo noi. Per l’estero vendiamo soprattutto negli Stati Uniti e in Canada, ma da circa un anno si è aperto anche il mercato francese e russo. Siamo anche partner di Expo Dubai, i nostri prodotti sono in un ristorante italiano”.
Per l’azienda una bella soddisfazione ricevere l’importante riconoscimento dall’Università Luiss nell’ambito delle realtà che hanno generato un impatto positivo sulla vita delle comunità interpretando le difficoltà e le esigenze del presente. “Il premio ricevuto dalla Luiss è forse stato quello più inaspettato, la cosiddetta ciliegina sulla torta” conclude Giornelli. “Siamo stati monitorati per cinque mesi da una commissione illustre, la scorsa settimana ci hanno comunicato che saremmo stati premiati noi fra altre cinquanta aziende. Una grande soddisfazione essere premiati da una grande università italiana, ha eguagliato la grande emozione di Cannes a luglio 2021: al festival i nostri oggetti, pezzi unici, sono stati impiegati per premiare alla serata di gala di beneficenza organizzata ogni anno dalla Nazioni Unite. È stato davvero tutto inaspettato, battere il 2021 sarà difficile, però mai dire mai. Se altre realtà ci prendono come esempio possiamo esserne solo che orgogliosi ”.