La ciclopedonale Sansepolcro-Le Ville nella fase della progettazione definitiva: il fotoreportage

Diciotto chilometri, in gran parte lungo la vecchia ferrovia, all'insegna della mobilità sostenibile e della riscoperta del territorio

Incrocio tra la Via di Francesco (da destra) e la ferrovia (da sinistra) al casello di Volterena

Dovrebbe essere pronto entro l’estate il progetto definitivo della ciclopedonale che congiungerà la stazione ferroviaria di Sansepolcro con l’abitato delle Ville. Quella di collegare Sansepolcro ad Arezzo lungo il tracciato della ex ferrovia dell’Appenino Centrale, che dal capoluogo di provincia portava a Fossato di Vico, è un’idea di vecchia data, che ha iniziato a concretizzarsi quando ci si è focalizzati in maniera particolare sullo stralcio che insiste sul territorio valtiberino. Nel 2018 è stato affidato dai Comuni di Anghiari, Monterchi e Sansepolcro ai rispettivi tecnici l’incarico di redigere il progetto di fattibilità, approvato dalle Giunte comunali alla fine dello stesso anno e poi finanziato dalla Regione Toscana. È notizia recente quella dello stanziamento anche da parte dell’Unione montana della Valtiberina di fondi che andranno a coprire parte del cofinanziamento in capo ai tre Comuni.

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L’ultimazione dell’ipotesi di tracciato definitivo, in corso in queste settimane, parte da un rilievo dettagliato che ha già portato a picchettare gran parte della sede della ferrovia dismessa. La presenza del vecchio percorso del treno è stata una condizione indispensabile per poter immaginare la realizzazione del progetto, permettendo di costruire la nuova infrastruttura in uno spazio per la maggior parte già di proprietà pubblica. Sarebbe stato altrimenti impossibile pensare di partire da zero dovendo espropriare il terreno necessario per una distanza così significativa. La ciclopista si svilupperà infatti per circa 18 chilometri, lungo la maggior parte dei quali i progettisti avranno a disposizione ampi spazi per collocare il tracciato. Naturalmente si dovranno anche fare i conti con i cambiamenti che si sono registrati nei decenni di inattività della strada ferrata. Per esempio brevi tratti sono oggi privati e richiederanno accordi con i proprietari, mentre sono numerosi i casi in cui i confinanti privati hanno “mangiato” tratti di proprietà pubblica, rendendo necessario il ripristino dei limiti originari (ricordiamo che sulla proprietà pubblica non sono validi istituti quali l’usucapione). In un paio di punti è la strada che, invadendo la sede della ferrovia, si è venuta a trovare a ridosso delle case: lì si dovrà per forza di cose ricorrere a dei restringimenti nella carreggiata della ciclovia. Ancora, ad Anghiari è stato costruito proprio nel mezzo del percorso l’asilo nido, che potrà tuttavia essere aggirato. Mancano inoltre i ponti per attraversare il fiume Tevere e il torrente Sovara: se inizialmente si potrà ricorrere a quelli esistenti nella sede stradale, o nel caso del Sovara direttamente al guado nei periodi che lo consentono, l’idea è quella di realizzare delle passerelle. Per quanto riguarda il Tevere c’è l’ipotesi di costruirla al termine di via Tarlati, laddove passava il vecchio ponte stradale, parallelo a quello ferroviario a sua volta distrutto dai bombardamenti nel 1944.

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La realizzazione della ciclopista avrà effetti indubbiamente positivi sia dal punto di vista del turismo naturalistico che, più in generale, della mobilità sostenibile. Il percorso permetterà infatti di spostarsi in modo sicuro, agevole e piacevole: lontano da auto, moto e camion, sfruttando il tracciato pianeggiante della ferrovia e quindi evitando tutte le salite presenti nel percorso stradale, e attraversando paesaggi estremamente suggestivi. Oltre agli elementi naturali, sono da evidenziare infatti anche delle vere e proprie perle infrastrutturali presenti lungo il percorso, come il tunnel ferroviario di Pantaneto, che qualora venisse inserito nel tracciato della ciclopedonale ne arricchirebbe decisamente il fascino. Ovviamente il percorso non sarà isolato in sé stesso: potrà infatti essere raccordato alle strade vicinali e ad altri tratti minori di piste ciclabili esistenti, oltre a dare la possibilità di raggiungere abbastanza comodamente Arezzo. In attesa dell’eventuale realizzazione della ciclopedonale anche verso il capoluogo, è infatti fruibile anche in bicicletta l’ormai poco trafficato tratto di SS73 che conduce dalle Ville a Palazzo del Pero. Il tracciato della ciclopista si interseca inoltre con la Via di Francesco, con cui condivide la tratta dal casello ferroviario di Volterena fino a poco oltre quello di Sorci, dove il cammino francescano devia verso l’Umbria.

Il ponte ferroviario e quello stradale sul Tevere a Sansepolcro all’inizio del XX secolo. Cartolina d’epoca tratta da Sansepolcro ieri, 1987 (coll. E. Pichi, pubblico dominio ex L. 633/1941)
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