Luca Ricci e Lucia Franchi, direttori artistici di Kilowatt festival, sono fra i candidati al “Premio Ubu 2021”, il più importante riconoscimento di teatro in Italia ideato nel 1978 dal critico e giornalista Franco Quadri. Suddiviso in diciassette categorie, periodicamente perfezionate, il premio è definito “l’Oscar del teatro italiano” e, fra le nomination, i vincitori sono determinati da una giuria composta da oltre sessanta critici e studiosi teatrali italiani. Le categorie spaziano da “miglior spettacolo di teatro” a “miglior regia” e, fra queste, Ricci e Franchi sono candidati come miglior curatela e organizzazione dell’importante festival biturgense, da vent’anni appuntamento culturale di rilievo nel panorama del teatro nazionale.
Per i due direttori artistici, però, questa non rappresenta la prima nomination: come ricorda Ricci, infatti, già nel 2010 un’altra importante candidatura che ha portato, successivamente, alla vittoria: “nel 2010 abbiamo vinto nella categoria Progetti speciali con i nostri Visionari: i progetti speciali generalmente vengono selezionati fra quelli che, nel panorama nazionale, hanno maggiormente colpito per innovazione. Quest’anno, invece, siamo candidati come migliore direzione artistica e questa è una categoria molto prestigiosa, siamo davvero entusiasti. Il Premio Ubu ha una sua solennità: ogni anno le candidature vengono annunciate in diretta su Radio3, quando io e Lucia abbiamo appreso la notizia siamo rimasti colpiti, è stata una bella emozione”.
Per Ricci questa nomination è frutto non soltanto del costante lavoro che c’è dietro la realizzazione di Kilowatt festival, ma anche dello spiacevole episodio che quest’anno ha interessato la manifestazione, vicenda che ha obbligato gli organizzatori a rivoluzionare in corso d’opera l’intera programmazione, non senza polemiche e critiche anche da parte dell’opinione pubblica. “Forse questa è anche una reazione del mondo del teatro nel dire che questo festival è una cosa importante da difendere” dichiara Ricci. “E’ un segnale che viene mandato al territorio e alla città, speriamo che sia raccolto. Ci sono alcune novità in merito all’edizione 2022: un paio di comuni ci hanno contattato per ragionare insieme a noi sull’ipotesi di organizzare il festival altrove.
A noi questo ha fatto ovviamente piacere, stiamo ragionando su alcune questioni, Sansepolcro ha subito un momento si standby a causa delle elezioni, adesso ci sono nuovi interlocutori con cui rapportarsi. Non abbiamo ancora avuto il piacere di incontrare il nuovo sindaco, ma con il neo assessore alla cultura abbiamo aperto un dialogo costruttivo e positivo. Non abbiamo nessuna volontà di non organizzare il festival a Sansepolcro, però come abbiamo detto questa estate ci devono essere le condizioni per fare le cose nel miglior modo possibile. Speriamo di arrivare ad una decisione in tempi brevi, a gennaio scadranno bandi ministeriali, per quella data bisogna avere le idee chiare. Ci auguriamo che il territorio possa cogliere questa nostra volontà di esserci in un modo migliore di come siamo stati fino ad ora”.