Innocenti: “Sapevo cosa mi aspettava e affronto il compito con entusiasmo”

Intervista al sindaco di Sansepolcro: dai rapporti in maggioranza, con l'opposizione e con gli altri enti fino ai primi passi compiuti in tema di infrastrutture, sanità e macchina comunale

Fabrizio Innocenti

Abbiamo incontrato ieri il sindaco di Sansepolcro Fabrizio Innocenti, che nel corso di un’articolata conversazione ha fatto il punto sulla prima fase del mandato amministrativo.

Come si è rivelata questa parte iniziale della legislatura?

Sapevo quello che mi aspettava, ho sulla scrivania tutte le cose che avevamo detto di fare e piano piano cerchiamo di portarle avanti, anche grazie agli assessori che stanno lavorando. Semmai quello che mi meraviglia è che ci sono ancora questioni che avevo già affrontato quando ero assessore della giunta Polcri e che nel frattempo sono tornate all’inizio; non perché chi c’è stato prima non sia stato all’altezza, ma perché sono cose molto contorte che richiedono decisioni difficili. Comunque affronto questo compito con entusiasmo, quasi come una missione, se non è un termine esagerato. Lo faccio volentieri e sono soddisfatto, d’altra parte anche se non lo dicevo ero convinto che avrei vinto le elezioni non perché mi sentissi migliore degli altri, ma perché pensavo che la città avrebbe riconosciuto il mio curriculum. Però ero pronto anche a perdere, perché chi non vuol perdere non deve giocare.

È possibile fare un confronto fra l’attuale amministrazione e quella del periodo 2006-2011?

La volta scorsa c’erano consiglieri sia di maggioranza che di opposizione che erano politici veri, c’erano Guido Guerrini, Bruno Graziotti, Riccardo Marzi, Gianni Gorizi, era un piacere sentirli. Io ero un apprendista, quindi ho cercato di capire quello che dovevo fare e poi mi sono occupato del piano strutturale, mentre del resto venivo informato in giunta. Oggi abbiamo un consiglio in cui molti sono alla prima esperienza, quindi qualche volta siamo un po’ tutti in difficoltà e la giunta diventa effettivamente trainante. La differenza, dunque, è che l’altra volta ero alle prime armi, mentre stavolta devo dare io l’impronta, dando compiti ben precisi alla giunta e anche informando i consiglieri sul da farsi.

Come valutare il rapporto con l’opposizione di centrosinistra?

Questi primi quattro mesi da questo punto di vista non sono stati belli. Avevo detto di voler essere il sindaco di tutti e lo confermo, però per fare proposte quando sei in minoranza ci vuole modo: bisogna venire in consiglio comunale serenamente e non far sì che alla prima virgola sbagliata si accende un dibattito e ci si scatena nei social. Io sono sempre aperto alle proposte di tutti purché non nascano dalla polemica, do la massima disponibilità all’opposizione e se ci saranno cose che interessano alla città sicuramente la maggioranza le accoglierà.

Con Laura Chieli invece ci sono stati molti segnali di intesa. La possiamo considerare sulla strada di un ingresso in maggioranza?

Laura Chieli l’avete vista, è una che si sa difendere bene e farà lei le sue scelte. Noi le abbiamo dato voti decisivi perché fosse eletta in consiglio provinciale, al di là del valore della persona e dell’entusiasmo che aveva, anche per un ragionamento di opportunità: meglio avere due consiglieri provinciali della Valtiberina piuttosto che qualcuno di un’altra zona che magari da Arezzo avrebbero voluto che votassimo. Quindi, dei nostri consiglieri, due hanno votato Del Barba di Anghiari, tre hanno votato per candidati della Lega e sei hanno votato Chieli. Per il resto, su alcune cose siamo in linea, ma del resto ho sempre detto anche in campagna elettorale che se i quattro candidati a sindaco si fossero uniti le linee programmatiche avrebbero differito di poco. Votare o non votare le linee programmatiche, quindi, è sì una questione politica, ma non esistono differenze sostanziali. Noi ci auguriamo che le scelte serie e opportune vengano votate da tutti. Con Laura Chieli c’è stata una convergenza anche sul Giorno del ricordo: mi sembrava una cosa giusta onorare tutti i caduti e tutti coloro che sono stati offesi anche nella dignità.

Come si sta lavorando sul tema della riorganizzazione della macchina comunale?

In campagna elettorale avevamo detto di voler apportare modifiche a Palazzo Aggiunti [sede degli uffici urbanistica e lavori pubblici, ndr], che in parte sono state fatte, per nostre scelte legittime, e altre stanno per essere attuate nel giro di qualche mese. Dobbiamo fare un bando a giorni per concretizzare ingressi nuovi, abbiamo voglia di portare un po’ di novità perché in città piccole come la nostra ci sono troppe ruggini tra i tecnici e l’ufficio tecnico del comune. Vogliamo insomma riportare un po’ di tranquillità in modo che non ci sia pregiudizio per nessuno. Un’altra novità che stiamo concretizzando, ben vista da tutti, è quella di estendere da due a tre giorni alla settimana la presenza del segretario comunale, di cui le nostre posizioni organizzative hanno bisogno.

Come procede l’attività del gruppo di lavoro sul Pnrr?

È una struttura che avevamo annunciato in campagna elettorale e di cui mi sono tenuto la guida. Ci confrontiamo su quello che possiamo fare, su quali bandi rientriamo, e proprio venerdì scorso in giunta abbiamo approvato i primi cinque interventi che riguardano scuole e asili, e in particolare Centofiori, Buonarroti, la pista sportiva del Campaccio e il Melograno, per un totale di 6.700.000 euro. Nei fondi del Pnrr rientreranno inoltre i cinque milioni per il progetto di rigenerazione urbana presentato l’anno scorso, mentre un altro bando che sfrutteremo nel 2023-24 ammonta a 2,5 milioni con i quali, salvo criticità enormi, intendiamo realizzare le piste ciclopedonali Trebbio-San Paolo e Gragnano-Sansepolcro.

Su quali infrastrutture si punta maggiormente e cosa si sta facendo in merito?

Per quanto riguarda la strada di raccordo dal nuovo ponte sul Tevere fino ad arrivare al Foro Boario c’è un progetto finanziato per il 50% con un mutuo di 410.000 euro stipulato a fine anno, mentre il secondo stralcio verrà attivato quest’anno per questioni di capacità mutuatoria. Intendiamo poi confrontarci con la Regione Umbria per capire se è possibile allacciarci alla zona industriale di Pistrino. Con la stessa Umbria abbiamo parlato venerdì scorso a proposito di ferrovia e stazione, un colloquio iniziato subito dopo l’insediamento quando ho richiesto che fino al passaggio del primo treno venga riaperto il passaggio a livello attualmente chiuso. Da lì è nata una dialettica e ho posto la questione dello spostamento della stazione a San Paolo, che acquisisce forza anche grazie alla previsione provinciale della ferrovia Arezzo-Sansepolcro. La presidente Tesei è stata molto disponibile e ora serve un protocollo d’intesa tra le due regioni per chiarire i rispettivi compiti. C’è anche il piano B: se non è possibile spostare la stazione la fermata dovremo comunque farla a San Paolo, perché nel nuovo progetto della ferrovia c’è la chiusura di tutti i passaggi a livello e non possiamo pensare di chiudere anche quello di Porta del Ponte. Comunque sono tutte infrastrutture utili, ma bisogna stare attenti a come realizziamo questi interventi perché c’è il rischio di spezzettare il territorio.

Come ci si sta muovendo e quali obiettivi si intende ottenere in ambito sanitario?

Alla base di tutto c’è la carenza di medici: anestesisti, pediatri e medici di base sono ridotti al lumicino a causa di politiche sbagliatissime. In questo momento c’è poi confusione perché se è stato facile da tre distretti farne uno solo prendendo il meglio, ora c’è da fare il percorso inverso. Il direttore della Asl D’Urso ci ha garantito che si tratterà di distretti effettivi e non solo di nome. Ora dobbiamo scegliere il direttore; intanto abbiamo ricostituito la conferenza dei sindaci e vogliamo fare una scelta condivisa. Siamo sette a decidere e forse non tutti vorranno le stesse persone, comunque a noi interessa gente che venga a Sansepolcro e che faccia gli interessi della Valtiberina. Per quanto riguarda l’ospedale, a fine dicembre ci erano state promesse due nuove unità per il reparto di medicina che non sono arrivate a causa dell’esplosione della pandemia. Anzi, un medico da qui è stato rimandato nel reparto di malattie infettive, con una diminuzione da 26 a 16 posti letto inizialmente prevista fino al 31 gennaio, quindi ho pronta una lettera di sollecito. Per il resto ci era stato promesso che non sarebbe stato mandato via il primario di chirurgia fino all’arrivo del nuovo e così è stato; allo stesso modo ci è stato garantito il ritorno del dottor Matassi. Inoltre in questa fase è in allestimento una postazione fissa per la mammografia e verrà ripristinata la biopsia della prostata. È chiaro che con gli elicotteri e la mancanza di personale i servizi vengono accentrati, però ad esempio il nuovo responsabile della chirurgia ci ha spiegato che il 70-80% delle operazioni che si fanno ad Arezzo possono essere fatte anche a Sansepolcro, che ha ottime sale operatorie, liberando Arezzo per i grandi interventi. Qui non si faranno interventi a rischio non avendo la terapia intensiva, però il reparto continuerà a lavorare. Insomma siamo un territorio svantaggiato ma c’è speranza. Inoltre ho parlato con il direttore D’Urso anche del tema degli accordi di confine tra ospedali.

Toccando la questione della collaborazione con gli altri comuni, quali sono le potenzialità e i principali problemi dell’Unione montana della Valtiberina?

All’Unione dei comuni ci sono entrato in punta di piedi e ho trovato persone di buona volontà, ma sicuramente bisogna migliorare tante cose. Già è un errore che gli assessori siano i sindaci, che hanno molto da fare a casa propria e non riescono a stare dietro a tutto. Tra l’altro a questo ente è rimasto il demanio dalla vecchia Comunità Montana, mentre la nuova struttura gestisce i servizi comuni tra i membri, e non si comprende bene il confine tra queste due funzioni. Sicuramente è un ente che per tanti motivi ha delle risorse in cassa, però bisogna capire due cose: che non si devono fare utili e quello che si incassa deve essere investito sul territorio; e che serve più spirito di collaborazione tra i comuni, occorre solidarietà e non si può essere egoisti più di tanto. Noi sindaci ci siamo presi l’impegno di studiare a fondo la situazione e mettere bene in rodaggio il motore, perché per ora non c’è il funzionamento che tutti vorremmo.

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