Domenica e lunedì si vota, oltre che per le elezioni regionali, anche per il referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari. Un appello a sostegno del No è stato divulgato quest’oggi a nome di numerose figure politiche e sindacali ed esponenti del mondo del lavoro.
Il documento mette in evidenza che “l’approvazione della riforma renderà la casta ancora più casta e per i piccoli territori esprimere un rappresentante che ne sia portavoce in Parlamento sarà ancora più proibitivo”. Dopo aver messo sottolineato gli effetti del taglio nella nostra regione (“i deputati eletti in Toscana passeranno da 38 a 24, i senatori da 18 a 12”), l’appello elenca una serie di punti a sostegno del No:
- “La storia del nostro territorio ci ha insegnato quanto sia stato difficile in passato eleggere parlamentari della Valtiberina. Con l’approvazione della riforma diventerà impossibile riuscirci di nuovo.
- Assicurare un risparmio di circa un euro ogni anno ad ogni italiano non vale il costo di perdita di democrazia e pluralismo del Parlamento. Se l’obiettivo è risparmiare sul funzionamento di Camera e Senato è più semplice tagliare stipendi e privilegi e non il numero dei rappresentati popolari.
- Tagli fallimentari ci sono già stati! Negli ultimi decenni abbiamo assistito alla diminuzione dei consiglieri comunali (in alcuni comuni come Sansepolcro da 30 a 16), dei consiglieri provinciali (neppure più eleggibili) e dei consiglieri regionali senza assistere a nessun miglioramento della politica nelle Istituzioni.
- Ridurre i parlamentari non corrisponde ad una maggiore qualità degli eletti. La qualità e correttezza verso il territorio di elezione si ottiene scegliendo consapevolmente chi eleggere. Allargando il collegio di elezione si ottiene un maggiore distacco dal proprio corpo elettorale.
- Non è affatto vero che siamo il Paese europeo con il maggior numero di parlamentari rispetto alla propria popolazione. Se vince il Sì saremo una delle nazioni peggio rappresentate in Europa.
- Nel 1948, con 45 milioni di Italiani, i Padri costituenti avevano scelto un numero di parlamentari simile, che nel 1963 fu portato a quello attuale in seguito all’aumento della popolazione. Oggi ridurlo con una popolazione di 60 milioni di abitanti è un atto privo di logica”.
Tra i sottoscrittori figurano i candidati alle elezioni regionali Tonino Giunti (Forza Italia), Mirco Meozzi (Toscana a Sinistra), Egildo Magrini (Sinistra Civica Ecologista), Alessandro Rivi e Maria Cecchetti (Lega); gli ex sindaci di Sansepolcro Ivano Del Furia e Dario Casini, quello di Anghiari Danilo Bianchi e quello di Pieve Santo Stefano Lamberto Palazzeschi; gli ex presidenti del Consiglio comunale di Sansepolcro Guido Guerrini e Gianluca Enzo Buono e numerosi altri ex membri delle istituzioni locali, come Mario Menichella, Gianni Gorizi, Carlo Alberto Masala, Giovanni Tricca, Miriam Pellegrini, Arcangelo Milano, Giacomo Moretti, Francesca Piccini, Francesco Valori, Maritza Boncompagni, e ancora esponenti del mondo sindacale, come Luca Gabrielli, Loretto Ricci, Marcello Rossi, i delegati della Rsu Cgil di Aboca Mario Lucchetti, Giancarlo Gambineri e Francesco Ciacci e quello della Rsu Cgil di Coop Marcello Minelli e numerosi altri attivisti di diverse forze politiche, come i segretari della Lega Valerio Mercati e della Lega Giovani Luca Ciavattini, l’ex segretario di Forza Italia e oggi di Noi per Sansepolcro Roberto Neri, il coordinatore di Azione Michele Gentili e l’ex segretario di Rifondazione Comunista Fabio Merendelli. Un parterre trasversale che comprende inoltre Francesca Cardelli, Dario Mari, Arman Palazzeschi, Remo Castellano, Laura Del Dottore, Giuliano Del Pia, Lorenzo Del Pia, Stefania Giovagnini, Francesco Meloni, e che copre gran parte delle forze politiche valtiberine. Naturalmente non figurano esponenti del Movimento 5 Stelle, principale sostenitore del referendum, mentre per quanto riguarda il Partito Democratico ha sottoscritto l’appello la consigliera comunale di Anghiari Lara Chiarini.
Foto originale di Massimiliano Mariani (CC BY-SA 4.0).