Il turismo che verrà: intervista a Luca Gradi

L’assessore alla cultura di Pieve Santo Stefano ha tirato le somme sulle attività turistiche dell’anno che sta terminando e parlato degli obiettivi per la promozione del territorio nel 2022

Ciclo di approfondimenti realizzato dalla redazione di TeverePost in collaborazione con l’Ambito Turistico dell’Unione dei Comuni della Valtiberina

Come afferma Luca Gradi, assessore alla cultura del comune di Pieve Santo Stefano, per la città il 2021 è stato un anno decisamente positivo in termini di turismo. “La maggior parte della Valtiberina, e Pieve ancora di più in proporzione, è un territorio che scopre il turismo da non molti anni. Sono due anni che abbiamo scoperto la presenza di turisti, e nell’ultimo in particolare questa è stata notevole. Il nostro tasso di crescita percentuale è stato il più alto della provincia di Arezzo. Mentre la molti comuni nel 2021 si sono quasi riallineati ai numeri del 2019, noi siamo superiori anche al periodo pre-pandemico. Numeri trainati soprattutto dai Cammini di Francesco, ma anche dall’Archivio Diaristico e dal museo a esso collegato, sostanzialmente omologhi al turismo dei camminatori che non vanno cercando la vacanza classica. Si coniugano arte, natura e spiritualità, che saranno anche le tre direttrici del nuovo sito dei Cammini di Francesco in Toscana, che vede collaborare tutti i comuni valtiberini ma anche Cortona, Chiusi della Verna, Arezzo e Castiglion Fiorentino. Adesso il turista non cerca più l’hotel a cinque stelle, ma esperienze e cultura.

L’assessore ha quindi esposto i molti programmi e aspettative per l’anno nuovo. “Per quanto riguarda i Cammini di Francesco, ogni comune della nostra zona ha una tratta da gestire e ci sono circa due milioni e trecentomila euro da spendere a livello provinciale. Pieve Santo Stefano si occuperà di gestire alcuni punti un po’ impervi che verranno sistemati con ferrate, scalinate apposite e parapetti e cementificazioni. L’ottica è quella di approvare i progetti entro la primavera. Nel 2022 ci sarà inoltre “Pieve Classica”, che comprenderà una serie di eventi musicali a cadenza quindicinale in teatro, dove si cercherà di enfatizzare le esperienze sonore della vallata, e che finirà a luglio con tre grosse serate all’aperto. C’è inoltre l’intenzione di dare più spazio alla biblioteca storica di Pieve, facendola diventare anche un’esperienza turistica, dove il camminatore o l’avventore potrà consultare testi del ‘400 o del ‘500. Ci saranno ovviamente le attività legate all’8 settembre, che ogni anno coinvolgono i pievani, anche i più giovani, più di ogni altra manifestazione. Parlando infine del Calcio in Costume, vorremmo valorizzarlo anche con una diretta tv.” 

Gradi ha enfatizzato l’importanza che giocherà la collaborazione fra i comuni per la crescita del turismo in Valtiberina, evidenziando però anche le difficoltà da superare per riuscire a valorizzare al meglio il territorio. “Pieve non fa parte dell’Unione dei Comuni, anche se ci sono in corso riflessioni che potrebbero portare a un’annessione. Credo che sarebbe una scelta condivisa da tutti. Le condizioni che undici anni fa ci portarono a uscire sono in parte modificate. Comunque, per quanto riguarda il turismo non siamo mai usciti. Ci siamo recentemente incontrati con i nuovi assessori: ci sono alcune idee, ma uno dei grossi problemi è quello economico. Le risorse destinate alla Valtiberina non corrispondono alle tasse che paghiamo. Ritengo che la valle abbia grandi potenzialità: l’arte, la cultura, la natura, la spiritualità e anche il viver bene. Uno dei nostri limiti è il turismo “mordi e fuggi.” Per risolvere il problema bisogna innanzitutto censire bene tutte le entità che fanno attività ricettiva, convincendole al contempo che segnalarsi è importante. Inoltre, io sono favorevole all’istituzione della tassa di soggiorno. Si tratta di un’imposta di scopo, come il pedaggio in autostrada, che non pagherebbero certo i cittadini della Valtiberina e che servirebbe a finanziare molti progetti. È però una necessità non semplice da introdurre, perché i comuni della vallata devono lavorarci in modo unitario.”

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