Nato a Colombières-sur-Orb il 17 settembre 1921, Jean-Claude Carrière è morto lunedì a Parigi all’età di 89 anni. Grande sceneggiatore, costituì un formidabile sodalizio con Luis Buñuel, per il quale scrisse capolavori come Il fascino discreto della borghesia, Quell’oscuro oggetto del desiderio e Bella di giorno, e ricevette due premi Oscar. Ma ebbe modo di collaborare anche con il Teatro di Anghiari, che lo ricorda attraverso un messaggio del direttore artistico Andrea Merendelli:
Ieri se n’è andato uno dei più grandi sceneggiatori di tutti i tempi. E l’ha fatto con una classe velata d’ironia anche nell’ultimo (imprevisto?) istante. Jean-Claude Carrière ha detto alla figlia Kiara “Vado a dormire”. E non si è più svegliato. Un’uscita di scena strepitosa, lui che aveva scritto finali memorabili per Luis Buñuel, Louis Malle, Jean-Luc Godard, e soprattutto il grande dramaturg di Peter Brook. Un genio che (come tanti geni) pensava complesso e scriveva semplice.
Ho avuto la fortuna di averlo come maestro, durante i sei mesi dei giovani autori al Teatro della Pergola. Mi ha insegnato a semplificare, “potare” le scene e le azioni come se fossero alberi da rendere raggiungibili a tutti. Quando sono riuscito, grazie a Siro Ferrone, a portarlo ad Anghiari, mi sembrava di sognare. Erano i tempi di Drammaturgia dello Sport, fine anni ’90. Lo perdiamo all’aeroporto di Pisa, l’autista e l’interprete non lo trovano. Panico. Forze dell’ordine allertate, scompare il più grande sceneggiatore vivente mentre andava ad Anghiari. Un marchio infame per sempre, ero disperato. A tarda sera, nel ristorante del Castello di Sorci (dove avrebbe alloggiato), a un tavolo c’è un signore francese che legge la Gazzetta dello Sport. Si qualifica come arbitro di sumo invitato a un convegno. Aveva noleggiato da un abusivo una vecchia Ritmo scassata e forse rubata. Ingordo di storie e di avventure, ne aveva inventata una: commedia per lui, horror per noi. Ad Anghiari, il giorno dopo, conosce Giovanna Mori e Rosa Masciopinto, il geniale duo di Opera Comique. Se ne innamora e scrive per loro (e per noi del Teatro di Anghiari) quel gioiello che è Mi lascio. Il Premio Oscar Carrière aveva scritto per un piccolo Teatro dove lavoravano due gigantesse della comicità noir.
Au revoir Maestro, il tuo mahabharata comincia adesso…
Andrea Merendelli