Il sindacato autonomo degli infermieri Nursind lancia l’allarme sulla carenza di personale infermieristico in Toscana. Ne abbiamo parlato con la vicecoordinatrice regionale di Nursind Mariarosa Chiasserini, che è anche coordinatrice del servizio dialisi dell’ospedale della Valtiberina: “Il problema nasce dal blocco delle assunzioni deciso dalla Regione – spiega – che in questo momento riguarda il personale infermieristico, ma che secondo le nostre informazioni presto potrebbe interessare anche il personale di supporto, ovvero gli OSS”.
“Questo ci sembra alquanto strano – prosegue Chiasserini – perché la Regione, attraverso Estar, in primavera, quindi in piena pandemia, ha tenuto in tutta fretta un concorso per posti da infermiere a tempo indeterminato a cui hanno partecipato 7-8.000 persone, e il mese successivo ha bloccato le assunzioni, senza considerare i disagi che questo avrebbe creato”. Gli effetti si sono già visti: “Nel periodo delle ferie estive tutte le aziende sanitarie toscane si sono trovate in forte criticità, e molte hanno dovuto limitare i servizi in un momento in cui c’era bisogno di aumentarli, dopo che erano stati ridotti per cause di forza maggiore con la pandemia”. Anche nell’ospedale di Sansepolcro “il 20 giugno, e fino a domani, la chirurgia è passata al regime di day e week surgery anziché svolgere il proprio lavoro routinario 7 giorni su 7 come aveva sempre fatto”.
Ma qual è la prospettiva per l’immediato futuro? “È ancora peggiore – dice la rappresentante di Nursind – perché stiamo andando incontro alla sospensione degli infermieri e degli operatori sociosanitari che non si sono vaccinati. Per esempio nella Usl Toscana sud est ad oggi sono stati sospesi 25 operatori sanitari, di cui 11-12 infermieri, ma i non vaccinati sono 220, di cui 138 infermieri. Come sindacato invitiamo il personale a vaccinarsi, ma in ogni caso la ricaduta delle sospensioni la sentiamo, perché si somma al blocco delle assunzioni e alla mancata sostituzione del personale che nel frattempo è andato in pensione o in congedo”.
“È inutile creare legittime ambizioni nei singoli presìdi – commenta Chiasserini – se poi non si investe nel capitale umano”. Considerazione che vale anche per l’ospedale di Sansepolcro, che “avrebbe potenzialità enormi e invece si trova in forte difficoltà: fino al 31 agosto mancavano 15 tra infermieri e OSS e il 1° settembre ci sono stati altri 2-3 pensionamenti. Si tratta di numeri che per un nosocomio come il nostro sono molto significativi”. Meno critica in Valtiberina la situazione dei servizi territoriali, dove per la vicecoordinatrice di Nursind “sono stati fatti degli investimenti, per esempio con l’implementazione dell’infermiere di famiglia, e tutto sommato la situazione regge, fatta eccezione per la salute mentale carente di due infermieri”.
La richiesta del sindacato è insomma chiara: “La Regione deve prendere in considerazione le richieste delle aziende sanitarie. La Usl Toscana sud est ha richiesto l’assunzione di 220 infermieri e la Regione deve sbloccare queste assunzioni”. Altrimenti, spiega Mariarosa Chiasserini, “siamo pronti alla mobilitazione, perché denunciamo questa situazione da luglio e non ci rimane altro da fare. Non possiamo andare avanti con i rientri, perché il personale è esausto, come non possiamo andare avanti con i contratti a tempo determinato, ammesso che li facciano, o con i contratti delle agenzie interinali. C’è una graduatoria a tempo indeterminato, e oltretutto gli infermieri che hanno partecipato a quel concorso giustamente sperano di essere assunti. E poi – aggiunge Chiasserini – c’è anche l’altro grosso problema della mobilità, perché gli spostamenti all’interno della Regione o tra una Regione e l’altra vanno estremamente a rilento”.
In conclusione, spazio per alcune considerazioni sulla figura dell’infermiere: “Con la formazione che ha è un professionista che oggi potrebbe fare tante cose, l’infermiere di famiglia, l’infermiere di see and treat nei pronto soccorsi, l’infermiere di triage, può gestire le residenze e le lungodegenze, gestire le ambulanze come avviene in tutti i Paesi europei e in America. Un’altra figura da implementare è quella dell’infermiere scolastico, che abbiamo presentato in Regione ormai da alcuni anni e in questo periodo avrebbe permesso di gestire la pandemia in tutt’altro modo. Se venissero messi in atto tutti questi meccanismi – spiega Chiasserini – si libererebbero risorse utili per fare altro e si diminuirebbero le ospedalizzazioni, sgravando i reparti che potrebbero lavorare in maniera più snella. Purtroppo quando si fanno queste proposte si alzano le barricate degli ordini dei medici e quindi non si riesce ad andare avanti”.