Completiamo con questo articolo la lunga presentazione del Piano strategico per lo sviluppo culturale di Sansepolcro, redatto nei mesi scorsi da un gruppo di lavoro coordinato da Anci Toscana. Nelle precedenti puntate abbiamo descritto le linee di intervento proposte per raggiungere due obiettivi, quello del rafforzamento del sistema culturale urbano e quello della programmazione partecipata. Il terzo e ultimo obiettivo strategico individuato viene indicato come “proiezione territoriale del patrimonio di Sansepolcro”. Per raggiungerlo vengono descritte due linee di intervento. La prima è l’integrazione con la Valtiberina, che passa a sua volta attraverso due azioni, a cominciare dalla definizione dell’ambito ottimale all’interno della valle. In pratica si tratta di partire dall’esame degli ambiti di area vasta di cui fa parte Sansepolcro, cioè l’ambito “Casentino e Valtiberina” del piano paesaggistico regionale, l’ambito “Valtiberina Toscana” del piano regionale di promozione turistica e l’ambito dell’Unione montana dei Comuni, di cui, come ricordiamo, fanno parte sei delle sette municipalità della valle, con l’esclusione di Pieve. Da qui si arriva a perimetrare un ambito territoriale omogeneo da un punto di vista identitario e culturale e a svolgere incontri con le altre amministrazioni comunali per assicurare la volontà politica di attivare collaborazioni durature. Il tempo necessario indicato è di 12 mesi, i fondi 2.000 euro. A questo punto è necessaria la seconda azione, la mappatura dell’ambito, cioè la raccolta georeferenziata di tutti i dati legati a beni culturali, luoghi della cultura, palazzi storici, edifici religiosi, archeologia industriale, viabilità antica, eventi religiosi e della tradizione. Per realizzare questa azione, fino alla pubblicazione degli esiti della ricerca, secondo gli estensori del piano servono 18 mesi.
Anche la seconda linea di intervento, denominata itinerari e reti tematiche, si sviluppa in due azioni, la prima delle quali è la connessione tra i luoghi dell’Alta Val Tiberina. Si parte dalla mappatura realizzata al punto precedente per identificare, in un periodo di sei mesi, temi aggreganti che possano essere usati per individuare piani di valorizzazione, definire l’identità del territorio, rafforzare l’offerta culturale e paesaggistica. Nel piano vengono forniti alcuni esempi, come i Cammini di Francesco, Piero della Francesca, la Resistenza, la memoria, la natura. Seconda azione della seconda linea di intervento è infine la progettazione di itinerari e circuiti culturali, che permetta di fornire un prodotto turistico caratterizzato da “un articolato sistema di servizi che possano motivare i potenziali visitatori a spendere tempo e denaro”. Un itinerario che sia valido per turisti indipendenti come per turisti mediati dalle agenzie, che leghi le risorse, cioè vari punti di interesse sia materiali che immateriali (come per esempio delle manifestazioni), e che sia fornito di servizi che ne garantiscano la piena fruizione e accessibilità. Per questo le risorse vanno valutate proprio dal punto di vista della fruibilità, secondo una scala in grado di distinguere tra risorse prive di servizi, dotate di servizi di base o dotate di una completa gamma di servizi, escludendo le prime dagli itinerari. Una volta individuati i percorsi, sarà poi necessario attivare accordi con proprietari e gestori dei ‘prodotti’ (risorse e servizi) in merito a: codice di condotta nei confronti dei turisti; comunicazioni obbligatorie per quanto riguarda variazioni negli orari di apertura, nelle tariffe, nelle modalità di accesso; promozione dell’itinerario con distribuzione di materiale informativo. Gli itinerari vanno costruiti in pacchetti con durata da uno a tre giorni. Le tempistiche ipotizzate per questo tipo di progettazione sono di dodici mesi dopo la conclusione dell’azione precedente. I costi indicativi sono di 15.000 euro per la valutazione del grado di fruibilità, 10-20.000 euro per la progettazione e gli accordi con soggetti terzi e 20.000 per la stampa del materiale promozionale e la comunicazione.
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