Un emozionante mix di sapori e ricordi nella puntata di questa settimana di Gastronomia Consapevole. Questa settimana la nostra Meri Torelli, presidente dell’associazione Le Centopelli, propone una storica ricetta della tradizione locale in compagnia di sua mamma Virginia: il pan cristiano o pane fritto.
“Ogni volta per me è un tuffo nel passato, quando la mia mamma finito di friggere le verdure si trovava con della pastella avanzata. Per la legge del “non si butta via niente”, recuperava del pane raffermo e creava una magia: il pane fritto. Delle volte lo preparava appositamente per noi bambini per un’ allegra merenda… ed era sempre una festa!”
Il pan cristiano durante il medioevo veniva offerto ai tanti pellegrini che percorrevano i cammini. La gente di buon cuore usava sfamare i viandanti con questo piatto che veniva chiamato ‘pan cristiano’ in quanto pane donato in nome della carità di Cristo.
Ecco qua la ricetta cura della signora Virginia accompagnata dai consigli di Augusto Tocci:
Ingredienti
- 4 fette di pane raffermo
- 3 uova
- Farina q.b.
- Sale fino q.b.
- Olio di semi di girasole
Preparazione
Tagliate 4 fette di pane toscano dello spessore di 1 cm. circa, e tagliatele a metà. In una terrina sbattete le uova e la farina per ottenere una pastella morbida, aggiustate di sale.
In una padella mettete abbondante olio di semi e fate scaldare bene.
Immergete le fette di pane nella pastella e quando l’olio è ben caldo mettetele nella padella e fate cuocere da un lato, dovranno diventare dorate e croccanti, giratele e quando saranno dorante da entrambi i lati adagiatele su un vassoio con carta assorbente.
Una volta scolate dall’olio in eccesso servitele ben calde.
I consigli di Augusto Tocci
Per la ricetta della signora Virginia non facciamo considerazioni sui prodotti usati per realizzarla dal momento che si tratta di pane di uova e poco più. Del resto il pancristiano come generalmente si chiama si distingue proprio per la semplicità degli ingredienti e per altrettanta semplicità di preparazione.
Questo piatto è, fra l’altro, il titolo del mio nuovo libro che sarà pubblicato quanto prima e dedicato ai “Cammini di Francesco” tanto che il sottotitolo così recita: “cibo di pellegrini, viandanti, transumanti”. La presentazione sarà a cura di Giovanni Tricca che ha speso veramente tante energie per arrivare alla meta straordinaria che farà camminare nei nostri territori tanti pellegrini provenienti da tante parti del mondo.
Tornando al pancristiano è sicuramente una pietanza che i pellegrini del medioevo che dovevano arrivare alla via Romea o Francigena per poi raggiungere la città Santa passavano da Badia Tedalda (un po’ di campanilismo non fa male) luogo di transito della via major o ariminensis degli antichi romani. Le nostre genti hanno sempre avuto abitudini di grande ospitalità. E’ proprio da questa cristiana accoglienza che deriva il nome della pietanza che tutt’ora viene preparata nelle campagne di queste zone.
La ricetta più usuale che si conosce è leggermente diversa da quella della signora Virginia: si inzuppano nel latte appena munto e telato delle fette di pane raffermo, lasciando che il liquido le ammorbidisca sufficientemente. Si battono poi delle uova intere in un piatto fondo ed in queste si passano le fette di pane, girandole dai due lati per poi friggerle in una padella rigorosamente di ferro con strutto di maiale.
Il pancristiano è piatto da povera gente, semplice da preparare e sorprendente quando si mangia: basta provare.