Pugliese d’origine, ma trapiantata a Sansepolcro dall’età di dodici anni, Anna Capozzi porta da sempre avanti la passione per l’arte del merletto. Già vincitrice di molti concorsi in Italia, adesso la merlettaia può fregiarsi anche di un prestigioso riconoscimento internazionale, avendo trionfato nel concorso “Un vestito per Barbie”. L’iniziativa, organizzata da Merletto.Today, chiedeva ai concorrenti di ideare un abito con inserti in merletto per la bambola più famosa del mondo. Il primo classificato sarebbe poi stato inviato all’azienda statunitense Mattel: distributrice del celeberrimo giocattolo in tutto il mondo.
“Mi sono iscritta a questo concorso a fine giungo. Alcune mie opere erano esposte a Burano e un signore che le ha viste mi ha scritto, facendomi i complimenti e chiedendomi se mi andava di partecipare al suo concorso per Barbie”, ha spiegato Capozzi. “Ho parlato del concorso con Donatella Zanchi e lei mi ha detto di partecipare assolutamente. Io ero indecisa, perché sono commerciante e mi dedico a questa grande passione soprattutto di notte. Alla fine mi sono iscritta e la sera stessa ho cominciato a buttare giù degli schizzi”.
Anna ha quindi ripercorso il processo creativo che l’ha portata al risultato finale: “Avevo in mente una Barbie da sogno e l’ho voluta creare come una principessa che aspetta il suo principe azzurro per andare al ballo. Se avessi usato del filo normale non avrei dato risalto al vestito, per cui c’è stato anche uno studio per quanto riguarda l’uso dei filati. Alla fine ho usato dei filati metallici, per ravvivare e arricchire il vestito. All’inizio non è stato facile; non trovavo nemmeno una sarta per farmi cucire il vestito. Ma anche grazie all’aiuto della mia amica Arianna Ghigi non mi sono arresa. Ho fatto tante prove e tante modifiche: il lavoro è stato molto minuzioso. Mi ci sono volute circa 70 ore, ma alla fine è venuta fuori la Barbie da favola che volevo”.
Gli sforzi di Anna sono stati ripagati. Il suo abito si è aggiudicato la vittoria del concorso, superando gli altri 35 partecipanti grazie alla sua eleganza, originalità e dovizia di particolari. Ora il vestito si trova in esposizione a Cantù, per poi venire inviato direttamente alla Mattel. C’è stata però una richiesta da parte del colosso americano che Anna non ha potuto soddisfare: “Io non avevo nemmeno una Barbie, quindi me la sono fatta prestare dalle mia nipotina. La Mattel voleva sia la bambola che il vestito. Io gli ho detto che il vestito glielo avrei mandato senza problemi, ma la Barbie no. Non potevo fare un torto alla mia nipotina”.
Una passione, quella per il merletto, che la Capozzi porta avanti fin dai tempi della scuola: “Quando ho frequentato il liceo artistico, la mia professoressa mi regalò un frammento di merletto e da lì cominciai a studiare gli intrecci e ne rimasi affascinata. Nel 76 le suore che gestivano il collegio aprirono una scuola di merletto a fuselli, ma a un certo punto me lo proibirono perché mi piaceva tantissimo e trascuravo le altre cose. Dopo il matrimonio la mia professoressa del liceo mi commissionò dei lavori e mi consigliò di iscrivermi a dei corsi di merletto. Da lì non ho più smesso”.
Oltre a dedicarsi con amore al merletto, Anna si fa da sempre promotrice di quest’antica arte, contribuendo a preservarla e a farla conoscere nel mondo: “Ho partecipato alla prima biennale nel 1984. Sono sempre andata alla ricerca di merlettaie più anziane, perché in quest’arte non si smette mai di imparare e nel 94 sono diventata anche insegnante. Poi nel 1996 è nata l’Associazione merletto nella città di Piero, di cui sono socia fondatrice e vicepresidente in carica. Ci impegniamo a mantenere viva quest’arte. Sono sempre stata presente alle varie manifestazioni e ho anche inaugurato la statua della merlettaia in Piazza Garibaldi insieme al sindaco Franco Polcri e all’autore Franco Alessandrini. Fino al 2019, quando è stato firmato un protocollo d’intesa, di cui sono rappresentante e referente, per il progetto Unesco ‘L’arte del saper fare merletto italiano’. Sono stata fortunata perché ho trovato una famiglia e degli amici che hanno sempre supportato e incoraggiato questa mia grande passione”.