Oggi domenica 31 ottobre si conclude il percorso professionale del dottor Paolo Batti, storico pediatra del territorio valtiberino con ambulatorio a Sansepolcro, giunto al pensionamento dopo oltre quarant’anni di attività. Contattato dalla nostra redazione, il dottore rivolge “un sincero ringraziamento a tutte le famiglie e ai ragazzi del nostro territorio con i quali ho lavorato. In questi ultimi giorni ho ricevuto tanti messaggi e saluti da parte dei miei assistiti di ieri e di oggi. È stato bello vedere tanti di loro crescere e tornare al mio ambulatorio anni dopo con i propri figli. Oggi sono molto emozionato e commosso. Rivolgo ovviamente i miei ringraziamenti all’azienda sanitaria e auguro un buon lavoro ai miei colleghi.”
Da tre pediatri a due
Nelle ultime settimane la questione del pensionamento di Batti è divenuta argomento di dibattito in città poiché, almeno in questa prima fase, l’Asl non avrebbe disposto la sua sostituzione con un nuovo dottore. In un comunicato di qualche giorno l’azienda ha per l’appunto invitato gli assistiti ad “effettuare una nuova scelta tra i medici disponibili nell’ambito territoriale dei comuni di Badia Tedalda, Sestino, Caprese Michelangelo, Anghiari, Monterchi, Pieve Santo Stefano e Sansepolcro”.
Il dottor Batti, uno dei tre pediatri fino ad oggi in attività nella Valtiberina, aveva in carico circa un migliaio di bambini di età compresa tra zero e 14 anni. Ad occuparsi della comunità locale resteranno la dottoressa Fabiola Neri, operativa principalmente tra Sansepolcro e Anghiari, e il dottor Giuseppe Losi. Quest’ultimo, residente nel Fiorentino e arrivato a Sansepolcro due anni e mezzo fa, attualmente opera nelle Case della salute di Anghiari, Monterchi, Pieve Santo Stefano, Caprese Michelangelo e Sansepolcro, garantendo una volta a settimana i bilanci di salute a Badia Tedalda e Sestino. Tra i due pediatri rimasti è quello con il minor numero di assistiti e dovrebbe perciò farsi carico della maggior parte dei bambini in cura presso Batti.
È tuttavia importante precisare che, come previsto dalla legge, solo i pazienti più piccoli (precisamente fino ai 6 anni di età) avranno l’obbligo di essere seguiti da uno dei due pediatri al momento operativi, per i quali l’azienda disporrà un aumento del massimale, mentre per i ragazzi dai 7 ai 14 anni vi sarà la facoltà di essere seguiti anche da un medico di medicina generale. Se da un lato i pediatri non ancora a regime potranno quindi farsi carico di nuovi giovanissimi pazienti ampliando il proprio raggio d’azione, dall’altro si correrà il rischio che i medici di base, già oberati di lavoro e con il massimale ampiamente raggiunto a causa degli ultimi pensionamenti – si parla di oltre 1.500 pazienti a carico – possano ritrovarsi nuovi assistiti tra i bambini al di sopra dei 7 anni, con tutti i disagi alla popolazione che ne conseguirebbero in termini di tempistiche e qualità del servizio.
Una vicenda assolutamente delicata che è stata argomento di forte dibattito in città, soprattutto nella fase centrale della campagna elettorale con forti prese di posizione dei vari candidati sindaco.
Giglio: “Priorità alla tutela dei pediatri già operativi”
Ma quali sono le motivazioni che hanno momentaneamente portato l’azienda a non optare per la sostituzione del terzo pediatra? Abbiamo contattato il dottor Evaristo Giglio, direttore dell’area distretto Valtiberina della Usl Toscana Sud Est, che ha fornito una serie di precisazioni importanti in merito alla questione:
“Per comprendere la situazione è necessario innanzitutto analizzare lo scenario attuale: per prima cosa, dobbiamo oggi far fronte ad una generale carenza a livello di pediatri registrata in tutto il Paese negli ultimi anni; a questo dobbiamo inevitabilmente aggiungere l’altra questione relativa alle aree interne come la Valtiberina, dove queste difficoltà si acutizzano per tutta una serie di ragioni. Già in passato abbiamo attivato le cosiddette ‘zone carenti’ e non c’è stata mai accettazione facile da parte dei medici. L’ultima di queste fu proprio quella del dottor Losi che ci ha permesso di far fronte ad una situazione problematica emersa nelle aree montane, dove il pediatra si è occupato della programmazione di alcuni test dell’età evolutiva (i sopracitati bilanci di salute ndr) con i pazienti dai 7 anni in su che erano già gestiti dai medici di famiglia operativi in quell’area.”
Giglio spiega inoltre che “fino ad oggi a fondovalle c’era copertura totale con i due pediatri. Nel momento in cui il Batti va in pensione, abbiamo capacità di assorbimento da parte dei due medici che rimangono in zona, incrementando la loro capacità da 900 a 1.200 bambini”. Un provvedimento che ricalca in sostanza quello relativo alla redistribuzione dei pazienti del medico di base Luigi Chiasserini, vicenda per la quale, conferma Giglio, “sarà prossimamente attivata la zona carente da parte dell’azienda”.
Per quanto riguarda la pediatria, invece, la priorità dell’azienda è innanzitutto quella di tutelare i professionisti già presenti: “Per prima cosa dovremo fare in modo che i medici che non hanno raggiunto il pieno regime possano farlo attingendo dai pazienti oggi senza dottore, innalzando i propri standard – aggiunge Giglio – Questo è un processo non così scontato, alla luce del fatto che i pazienti sopra i 7 anni possono rivolgersi al medico di base, e tenendo conto anche di tutti coloro che al di fuori dell’azienda possono esercitare la libera professione. Naturalmente se gli assistiti del dottor Batti dovessero essere trasferiti quasi interamente agli altri pediatri dell’azienda il problema non si porrebbe. Se tuttavia dovessero rimanere fuori delle unità eccessive tali da richiedere una terza posizione, a quel punto si potrà provvedere all’attivazione della zona carente, che per ragioni tecniche non potrebbe arrivare prima di marzo”.
E proprio riguardo alla necessità di individuare quanto prima il terzo pediatra, Giglio fa menzione di una lettera a lui indirizzata alcuni giorni fa dal primo cittadino di Sansepolcro Fabrizio Innocenti: “La lettera che ci ha inviato il sindaco non l’ho compresa e suppongo che lui non sia ancora a conoscenza di alcuni meccanismi che derivano da normative nazionali che regolano gli accordi tra ASL e pediatri, per cui non posso metterne un terzo se i due attuali sono in grado di assorbire interamente il numero di assistiti con un minimo incremento delle quote. Detto ciò, i nostri attuali pediatri rappresentano l’eccellenza, posseggono una serie di importanti specializzazioni in ambito pediatrico, vedi cardiologia e oncologia, e si avvalgono di strumentazioni che in pochi hanno nelle nostre zone. In questo momento abbiamo una copertura di competenze con professionisti più che validi e che è nostro dovere tutelare”.