Cresce l’attesa per il Consiglio Federale che si svolgerà la prossima settimana e che deciderà se procedere a promozioni e retrocessioni nel calcio dei dilettanti. Dallo stop definitivo dei campionati (dalla Serie D in giù) e dalle proposte indicate pochi giorni fa dal Consiglio Direttivo della Lega Nazionale Dilettanti, non ci sono stati ulteriori aggiornamenti. La questione è decisamente “spinosa” e molte società attendono con ansia di conoscere il proprio destino. Chi si trovava in testa alla graduatoria o comunque in lotta per il successo del campionato attende di sapere se potrà salire di categoria o entrare in lista per il ripescaggio, chi occupava l’ultimo posto in classifica o era in zona play out aspetta notizie su eventuali retrocessioni. Un futuro ancora da scrivere, che potrebbe addirittura cambiare da regione a regione.
La principale novità per il mondo del calcio riguarda la ripartenza ufficiale del campionato di Serie A che è stata fissata al 20 giugno (dal 13 le semifinali di Coppa Italia). Un segnale atteso ed anche un banco di prova per testare la possibilità di far ripartire da settembre, se ci saranno le necessarie condizioni, l’intero movimento. Il “calcio dei big” riprenderà, come ormai noto a tutti, senza pubblico sugli spalti e con varie restrizioni. Ovviamente gli stadi vuoti offriranno meno emozioni, ma gli appassionati potranno comunque seguire le partite e tifare per le proprie squadre di fronte alla televisione. Sperando che si possa portare a termine la stagione senza intoppi dovuti ad eventuali positività al Coronavirus.
Tornando al calcio dei dilettanti (dall’Eccellenza in giù) la sensazione è che si potrebbe andare verso la promozione nella categoria superiore della 1° in classifica (dando alla seconda la possibilità di accedere ai ripescaggi) e che si potrebbero bloccare le retrocessioni. Il condizionale però, come già più volte sottolineato, resta d’obbligo dato che in una situazione come questa non c’è assolutamente nulla di scontato. Clamorosa sarebbe invece l’ipotesi di dare autonomia decisionale ai singoli Comitati Regionali perché in questo caso, con soluzioni diverse, tutto sarebbe ancora più caotico. In attesa di capire la strada che effettivamente verrà imboccata e che i dubbi vengano dissipati, resta una sola certezza: la necessità di riformare il calcio italiano e di ripartire con basi solide su cui costruire il futuro. La situazione di emergenza ha dimostrato che non esistono alternative e che non c’è più tempo da perdere.