Il “bestiario” di Antonio Massarutto in mostra a CasermArcheologica

L'esposizione delle opere realizzate con materiali organici sarà accompagnata da un ciclo di incontri tra studenti e artisti

Antonio Massarutto è originario di Pordenone, ma vive e lavora ormai da tempo a Cortona. Nel suo atelier orafo realizza gioielli che sono mini sculture del mondo animale, ma allo stesso soggetto dedica anche opere di grandi dimensioni. Le realizza con materiali sia tradizionali, come terracotta, legno e marmo, sia di recupero, come filo di ferro, reti metalliche, plastica, vecchie stoffe da divano e jeans.

E sono quindi sempre animali, che prendono forma attraverso l’uso di materiali organici e essenze vegetali, i protagonisti di quel “Bestiario archeologico” che è la mostra di Massarutto che andrà in scena a Sansepolcro, negli spazi espositivi di CasermArcheologica, dall’8 aprile all’11 giugno. In esposizione creature che, scrive Mara Predicatori, “nascono in un istintuale lavoro edificatorio che deriva dalla conoscenza profonda della morfologia animale”.

La mostra è il risultato di un progetto nato tra i banchi di scuola del Liceo Città di Piero con la collaborazione dell’insegnante di storia dell’arte Ilaria Margutti. I ragazzi hanno avuto l’occasione di preparare ricerche su artisti italiani e di formulare interviste sui loro linguaggi espressivi. Si è creato così un contatto diretto tra studenti e artisti, in alcuni casi incontrati personalmente. Tra questi proprio Antonio Massarutto, successivamente invitato ad esporre le proprie opere a Sansepolcro.

E altri incontri tra studenti e artisti sono in calendario proprio nel periodo di svolgimento della mostra. Il primo si svolgerà l’8 aprile alle 16, con Veronica Azzinari, Oscar Dominguez, Roberto Ghezzi, Claudia Losi, Ilaria Margutti e lo stesso Massarutto, e sarà possibile seguirlo in presenza o online previa prenotazione.

A seguire, alle ore 18 l’inaugurazione della mostra, che sarà visitabile tutti i sabati dalle 16 alle 19 e su appuntamento.

Una delle opere del “Bestiario archeologico”
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