I sindaci al Puleto per la 3bis: “Dal governo arrivi un’assunzione di responsabilità”

La manifestazione ha visto protagonisti i primi cittadini di Valtiberina toscana, Altotevere umbro e Alto Savio: “Delusione per gli impegni non concretizzati”

Da sinistra i sindaci di Sarsina, Verghereto, Sansepolcro, Pieve S. Stefano, Bagno di Romagna e San Giustino

A tre anni dal sequestro del viadotto Puleto – era il 16 gennaio 2019 – sei sindaci in rappresentanza di Valtiberina toscana, Altovere umbro e Alto Savio si sono dati appuntamento presso l’area di servizio di Verghereto per una manifestazione di sensibilizzazione sul tema del ripristino della Tiberina 3bis, unica arteria alternativa alla E45 e chiusa ormai da molti anni.

All’iniziativa hanno presenziato i primi cittadini di Pieve Santo Stefano e Sansepolcro per la parte toscana, San Giustino per la parte umbra e Verghereto, Bagno di Romagna e Sarsina per la parte romagnola.

Il sindaco di Pieve Claudio Marcelli ha ricordato gli ultimi sviluppi, ovvero la mancata discussione in parlamento di due emendamenti alla Legge di bilancio che prevedevano di finanziare i lavori necessari direttamente ai gestori della 3bis (il comune sul lato toscano e la provincia su quello romagnolo). A ciò ha fatto seguito l’approvazione di un ordine del giorno che impegna il governo ad intervenire con nuove risorse. “Queste potrebbero essere a portata di mano – ha detto Marcelli – se noi amministratori da domani facciamo pressione su tutti i gruppi parlamentari e i ministri, perché nei prossimi mesi sono previsti i decreti omnibus”, all’interno dei quali è importante “chiedere con forza che sia ripreso in considerazione quanto previsto nei due emendamenti”.

“I politici che sono venuti in questi anni dimostrino la vera volontà di intervenire”, ha aggiunto il sindaco di Pieve Santo Stefano, anche perché “le risorse necessarie per comuni come i nostri possono sembrare tantissime, ma per il bilancio dello Stato sono insignificanti. Se malauguratamente si dovesse riproporre uno scenario come quello di tre anni fa – ha detto ancora Marcelli – sarebbe veramente drammatico per le nostre comunità, e darebbe ancora una volta il segnale che la politica in Italia non riesce mai a risolvere un problema, nonostante sia stato evidenziato”.

“La delusione è grande e ci siamo anche sentiti presi in giro – ha detto poi il sindaco di Verghereto Enrico Salvi – perché dopo tre anni non si è dato neanche inizio a quella prima disponibilità di fondi di 2,5 milioni di euro che erano stati annunciati, e questo dimostra il senso di menefreghismo e di abbandono verso questa arteria. Ci siamo fidati un po’ troppo della politica, è arrivato il punto in cui tutti noi dobbiamo farci forza e tornare a pressare la politica che conta”.

Il primo cittadino di Bagno di Romagna Marco Baccini ha ricordato che “in questi tre anni abbiamo incontrato due ministri, due sottosegretari, un viceministro, l’amministratore delegato di Anas e ad ogni occasione abbiamo ottenuto l’impegno a risolvere il problema. Come vediamo questo impegno ad oggi non è stato adempiuto, e parliamo di governi di tutti i colori. La nostra comunità per la chiusura del Puleto ha subito danni economici, sociali e anche scolastici gravissimi per un anno, ed è inaccettabile che ancora oggi ad ogni forte nevicata ci troviamo nella stessa situazione. Deve arrivare un’assunzione di responsabilità da parte del governo di fronte a un problema facilmente gestibile”.

“Il nostro Paese deve affrontare la concretizzazione dei progetti del Pnrr – ha ricordato il sindaco di San Giustino Paolo Fratini – e se la bella giornata si vede dal mattino questa vicenda dopo tre anni” non lascia ben sperare. “Anche la parte umbra è fortemente preoccupata – ha aggiunto – perché l’unico sbocco che abbiamo a nord è la E45, visto che non esistono altre strade e non c’è la ferrovia, per cui il ripristino della Tiberina è fondamentale. C’è anche un problema di serietà della politica”, ha commentato.

Il sindaco di Sansepolcro Fabrizio Innocenti ha sottolineato di essere “l’ultimo arrivato in questo gruppo di volontari al servizio della comunità: non ho vissuto la questione dalla parte politica ma l’ho vissuta da imprenditore”, constatando “la gravità dell’interruzione della E45. Quando fu aperta esultammo perché era una passeggiata andare a Cesena, Rimini o Bologna, mentre oggi è diventato un incubo. Quindi – ha detto ancora Innocenti – questa seconda strada, magari sperando che venga raddrizzata qualche curva, è fondamentale, perché se si verificasse un episodio come quello di tre anni fa saremmo a piangere non solo per andare in vacanza ma anche per le aziende, considerati anche i recenti aumenti del carburante che ci stanno uccidendo”.

Per ultimo ha preso la parola il sindaco di Sarsina Enrico Cangini: “Come comunità nazionale stiamo pensando al futuro con il Pnrr, parliamo di transizione digitale e di transizione ecologica, però credo che sia imprescindibile partire dalla logistica. Le nostre comunità dipendono da questa infrastruttura che per anni è stata un’opportunità di crescita e sviluppo e deve continuare ad esserlo. Dobbiamo chiederlo oggi più che mai perché ci sono le condizioni per attrarre delle risorse per gli investimenti che da tanto tempo speriamo siano concretizzati”, ha concluso Cangini.

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