Husavik è una cittadina islandese di poco più di duemila abitanti situata nel nord del Paese, a pochi chilometri dal Circolo polare artico. Fino a qualche anno fa i turisti arrivavano fino qui anche attratti del Museo fallologico, un curioso luogo dove erano custoditi oltre trecento peni di molti animali, uomo incluso. Lo strano museo da alcuni anni è stato spostato a Reykjavik per ragioni commerciali, dato che la capitale assicura maggiore afflusso turistico e quindi economico rispetto al remoto paesino del nord. Un motivo che invece porta tuttora turisti ad Husavik è l’interesse per i cetacei, dato che dal porto della cittadina ogni giorno partono navi per andare ad osservare da vicino balene ed affini. Dopo il trasferimento dei peni a Reykjavik a Husavik è stato inoltre aperto un interessante museo dedicato all’esplorazione che tra le altre cose racconta la storia di molti degli astronauti del programma Apollo destinati all’allunaggio che si esercitarono proprio in Islanda.
Negli ultimi mesi il torpore di Husavik è stato sconvolto quando è diventata protagonista di un film. Prima le riprese e oggi il conseguente turismo di coloro che hanno scoperto la cittadina grazie alla pellicola e raggiungono questo luogo sia per la curiosità o per una vera e propria venerazione per i luoghi di origine dei personaggi protagonisti. Il titolo del lungometraggio, distribuito da Netflix dallo scorso giugno, è Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga. Racconta le vicende di una band musicale originaria di Husavik che finisce per rappresentare l’Islanda in un’edizione dell’Eurovision Song Contest che si svolge a Edimburgo, in Scozia. Una buona parte della pellicola è girata in Islanda, con una grande valorizzazione della città delle balene. Nel film ideato da Will Ferrell, che lo vede tra i protagonisti assieme ad un cast di cui fanno parte anche Rachel McAdams, Pierce Brosnan, Dan Stevens e Demi Lovato, sono presenti alcune canzoni che stanno avendo un vistoso successo non solo in Islanda, ma anche negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e nei paesi nordici. C’è da scommettere che questa onda arriverà pure in Italia e qualcuno pronostica che la colonna sonora potrebbe essere protagonista della notte degli Oscar 2021. Esistono già petizioni online per candidare le musiche al massimo riconoscimento. Molte delle canzoni sono in uno stile molto consono all’Eurovision Song Contest, mentre quella più significativa, Husavik My Hometown, in realtà cantata dalla svedese Molly Sanden, è un bel brano che sta già facendo parlare di se assieme a Ja Ja Ding Dong, pezzo decisamente più banale ma orecchiabile e con simpatici richiami folk.
Proprio quest’ultima canzone, tormentone che nel film costringe i Fire Saga a numerosi e mal sopportati bis, dato che è apprezzato dal pubblico dei locali dove suonano, è stato d’ispirazione alla nascita dell’omonimo caffè “Ja Ja Ding Dong”, locale con ottima vista panoramica sul porto di Husavik. Durante la nostra visita ad Husavik abbiamo avuto modo di incontrare il gestore di questo particolare bar e lo abbiamo intervistato. Si tratta di Leonardo Piccione, un italiano che non ci aspettavamo di incontrare in questo contesto. Leonardo da alcuni anni divide la sua vita tra Puglia ed Islanda. A Husavik è arrivato come collaboratore del Museo dell’esplorazione, per poi lavorare in un albergo della città. Da sempre appassionato della vitalità geologica e umana dell’Islanda, aveva raggiunto per la prima volta l’isola terminati gli studi. In quell’occasione comprese che per lui sarebbe stato necessario vivere più a lungo nell’isola nordica, non solo da turista ma anche da abitante vero e proprio. Qualcosa lo attirava e lo faceva stare bene vivendo nel modo di essere e di interpretare lo spazio e il tempo in questo territorio. Leonardo è l’autore di un fortunato libro dedicato ai vulcani d’Islanda, una raccolta di quarantasette storie, in parte vere e in parte ricavate dalla tradizione folkloristica o leggendaria dell’isola, collegate ognuna ad un diverso vulcano islandese. L’idea è stata quella di trasferire la vitalità geologica di quest’isola in vitalità narrativa e quindi in storie di uomini o di donne che ad un certo punto della loro esistenza hanno avuto a che fare con uno dei vari vulcani. Le vite dei protagonisti cambiano proprio come fanno i vulcani, che distruggono per creare qualcosa di nuovo che prima non c’era. Far finire una situazione di equilibrio per farne nascere una nuova. E chi meglio di Leonardo poteva rispondere alla nostre domande per capire meglio Husavik e la storia dei Fire Saga?
Come si vive ad Husavik e di cosa si occupano gli abitanti?
Husavik è un cittadina di circa duemila abitanti ed è un luogo molto tranquillo, soprattutto in inverno. Questa tranquillità è dovuta anche alla lontananza dalla più popolosa Reykjavik, dato che Husavik si trova dall’altra parte dell’isola. D’estate c’è maggiore attività dato che è considerata la capitale europea del whale watching, e quindi c’è una forte presenza di turismo dedicato all’avvistamento dei cetacei che nuotano nella baia di Skjálfandi. Naturalmente essendo un paese di mare islandese una parte dell’economia è legata alla pesca. anche se in maniera minore rispetto al passato. Nel tempo libero gli abitanti di Husavik amano frequentare le piscine geotermali. I locali vi si recano spesso e queste vasche sono diventate un luogo di socialità e di relax.
Quanto tempo sono stati a Husavik i protagonisti del film dedicato all’Eurovision Song Contest?
La troupe è stata qui circa una settimana. Sono arrivati in ottobre quando la stagione turistica era terminata e quindi Husavik era vuota. La città è rimasta bloccata alcuni giorni quando venivano girate le scene in vari punti del paese. Gli attori hanno frequentato i luoghi della città godendo di massima libertà e tranquillità. Io stesso ho avuto modo di bere una birra e chiacchierare con Pierce Brosnan, che ho incontrato in uno dei locali del paese. Abbiamo parlato di vulcani, anche perché lui è stato protagonista del film Dante’s Peak.
Come è nata l’idea di aprire il caffè “Ja Ja Ding Dong”?
L’idea di aprire un bar nell’ambiente esterno del Cape Hotel, fino a poco tempo fa non utilizzato, c’era già da qualche tempo. È uno spazio molto bello con un’ottima vista sia sul porto che sulla baia di Husavik. Nei progetti iniziali non si chiamava “Ja Ja Ding Dong”. Dopo l’uscita del film ho suggerito al titolare dell’hotel di cambiare il nome e di utilizzare qualcosa che richiamasse i Fire Saga. Il film stava avendo successo, piaceva agli islandesi, c’erano ottime recensioni e quindi abbiamo sfruttato il fatto che il bar si trova a Husavik e permette di avere una vista panoramica sulla città. Non volevamo prenderci troppo sul serio con questa cosa, e quindi abbiamo scelto di chiamarci come il titolo della canzone più buffa, dissacrante e scherzosa tra quelle del film. Esattamente come lo spirito con il quale gestiamo la nostra attività.
C’è stato nell’estate 2020 un turismo dedicato al film?
Sì, c’è stato un impatto del film sul turismo a Husavik. Non abbiamo numeri esatti di questo fenomeno ma è evidente che gli islandesi, che quest’anno non sono potuti andare all’estero e che quindi hanno viaggiato all’interno dell’isola, hanno scelto Husavik tra le loro mete. La nostra città non si trova lungo la strada numero 1, quella che fa il giro dell’Islanda, e quindi coloro che arrivano fino a qui vogliono arrivarci di proposito. Il film, l’apertura del bar, la costruzione delle casette degli elfi protagonisti del film, hanno contribuito al fatto che molti islandesi decidessero di passare del tempo a Husavik. Possiamo tranquillamente affermare che una buona parte degli stranieri che negli anni passati visitavano questo posto siano stati sostituiti dal turismo interno generato dall’interesse per il luoghi raccontati nel film.
Cosa ti lega all’Islanda e ti ha portato dalla Puglia ha spostarti fin qui?
L’Islanda è un po’ come me. Una terra giovane ed indecisa, geologicamente nata da poco e che non ha ancora trovato una sua collocazione definitiva, non ha deciso cosa fare da grande. Anch’io mi sento così in questa fase della mia vita. In realtà non so ancora cosa voglio fare, dove voglio vivere e a che cosa dare la precedenza. Sto cercando di orientarmi e questo mi sembra il luogo più opportuno dove stare perché c’è una perfetta sintonia. Sono qui per riflettere e decidere del mio futuro in un posto che a sua volta sta prendendo in mano e quindi decidendo del suo futuro geologico.