Con l’uscita di Gomorra, Roberto Saviano ha sconvolto il mercato editoriale e smosso un ingente numero di coscienze; aperto gli occhi ad alcuni e mostrato ad altri realtà nemmeno immaginabili, coinvolgendo un pubblico talmente ampio da venire tradotto in più di 50 lingue e raggiungere anche il grande pubblico degli Stati Uniti con la celeberrima serie tv dedicata a una delle più note narrazioni di mafia, nonché con le pellicole ad esso ispirate. Ma Roberto Saviano non è solo Gomorra: è attivismo politico e sociale, è comunicazione, è esposizione semplice e diretta di più realtà volte a dialogare con molteplici tipologie di pubblico. Come il caso di Gridalo, una raccolta di racconti che si rivolgono (anche) ai ragazzi, agli studenti, alle giovani menti che hanno il potere, la forza di cambiare le regole, di cambiare il mondo. Proprio agli studenti, infatti, Saviano dedicherà numerosi incontri che si svolgeranno sulla piattaforma social Instagram, tra cui quello che coinvolgerà due classi del Liceo Città di Piero di Sansepolcro e che si svolgerà martedì 19 gennaio alle ore 17:30. Questo colloquio è stato organizzato dalla professoressa Sonia Savini, a cui abbiamo avuto il piacere di fare qualche domanda.
Come e quando è nata l’idea di un incontro con Roberto Saviano?
A maggio 2020 ho seguito alcune delle “Lezioni da quarantena” che Saviano ha tenuto, in collegamento web, con studenti delle scuole superiori. Un’iniziativa eccellente nella quale ho apprezzato, in particolare, la capacità di Saviano di colloquiare in modo spontaneo e diretto con i ragazzi. A novembre, poi, ho avuto l’occasione di parlare con Mattia Venturi, un bravissimo ex allievo del Liceo Città di Piero che attualmente collabora con Saviano. In quella circostanza Mattia mi ha annunciato che l’esperienza dei collegamenti via web con gli studenti si sarebbe ripetuta. Questa volta il confronto sarebbe stato dedicato all’ultimo libro di Saviano, “Gridalo”. Il progetto mi è sembrato avvincente e stimolante, perché presupponeva una partecipazione attiva, così l’ho proposto ai miei ragazzi e subito dopo ho inviato la richiesta di partecipazione. Sono davvero grata a Roberto Saviano per averci offerto questa opportunità.
Come hanno reagito gli studenti quando hanno saputo che sarebbero entrati a contatto, seppure attraverso uno schermo, con l’autore?
I ragazzi hanno accettato con entusiasmo la mia proposta di partecipare a “Gridalo a scuola”, quasi increduli del fatto che avrebbero potuto confrontarsi con Roberto Saviano. Ad alcuni di loro addirittura brillavano gli occhi. Del resto, non capita tutti i giorni un’occasione come questa. Saviano è in primo luogo un importante scrittore, ma anche un simbolo di libertà e di coraggio. Credo sia soprattutto questo l’aspetto che affascina di più i miei studenti. La possibilità di poter colloquiare direttamente con lui senza filtri, se non lo schermo del pc, li ha stimolati e gratificati.
Cosa significa questo incontro per le Sue classi e per il Liceo di Sansepolcro in generale?
Senza dubbio questa, per i miei ragazzi, è un’occasione straordinaria, ossia fuori dall’ordinario lavoro che si svolge a scuola. Ho coinvolto due classi: la IV BS del liceo scientifico e la V L2 del liceo linguistico. A dicembre abbiamo letto il libro di Saviano, poi ci siamo confrontati sull’analisi e interpretazione, infine abbiamo individuato gli argomenti di discussione da proporre allo scrittore. Il mio Liceo, il Liceo “Città di Piero” ha sempre cercato di cogliere le occasioni che provengono dall’esterno per offrire ai propri studenti anche esperienze extrascolastiche che siano, come dire, “tonificanti” e stimolanti. È proprio una prerogativa della nostra scuola, costantemente protesa ad aprirsi alla realtà contemporanea e alla sua complessità.
Quali sono i vantaggi, gli insegnamenti, i benefici che gli studenti potranno ottenere da questa esperienza?
Questa esperienza è senza dubbio un’importante occasione di crescita per i miei ragazzi. In primo luogo sul piano umano e personale, perché sono stati chiamati a mettersi in gioco (e devo ammettere che hanno risposto con molto entusiasmo a questa sfida, un entusiasmo davvero contagioso), inoltre hanno dovuto leggere, confrontarsi e mettere a frutto le competenze di lettura e interpretazione del testo acquisite nel percorso scolastico. Sinceramente non so come andrà la diretta, forse l’emozione potrà in parte frenare il loro entusiasmo, ma sono comunque soddisfatta del dibattito che abbiamo intavolato e che senza dubbio continuerà anche dopo l’incontro di martedì, nel corso delle lezioni di Educazione civica.
Crede che una personalità tanto rilevante da un punto di vista letterario, umano e sociale come quella di Roberto Saviano riesca a comunicare efficacemente con i ragazzi, trasmettendo loro valori e in qualche modo illuminandoli? Come? E quali valori?
Sono certa che Saviano saprà comunicare in modo efficace. Come ho già detto, ho potuto saggiare questa sua abilità seguendo le sue “Lezioni da quarantena” e sono stata conquistata dalla sua capacità di essere così schietto e diretto con i ragazzi. “Gridalo”, del resto, è rivolto, in primis, agli adolescenti. A loro e a tutti i lettori Saviano vuole fornire una mappa, un percorso messo insieme attraverso la ricostruzione di tante storie vere. Una mappa che possa far da scudo ai ragazzi (e, se necessario, anche da munizione), che possa metterli in guardia dalle trappole e dai pericoli. Una “mappa di consapevolezza”, anche per sapere cosa fare quando nella vita si inciampa. Una mappa per aiutarli a evitare di rimanere intrappolati nei condizionamenti del pensiero conforme, imposti dai social e dalle leggi del mercato globale. Ed è così che Saviano invita i ragazzi a cercare nuove forme di temerarietà e a esprimerle con un grido: “Grida ciò che sei!” è il suo slogan. E ogni storia, infatti, si conclude con un “grido”. Un grido che ancora risuona.
I valori? Tutti quelli che trasudano dalle vicende di vita dei tanti protagonisti del libro, da Ipazia a Giordano Bruno, da Anna Achmatova a Pasolini, da Émile Zola a Martin Luther King, da Anna Politkovskaja, a Jamal Khashoggi e ancora a George Floyd, ai fratelli Grimm, al poeta cinese Xu Lizhi, per citarne soltanto alcuni. Dal passato al presente, ma senza un ordine cronologico, il libro vuole fornire una indispensabile mappa per orientarsi nel futuro. Con queste storie Saviano infatti ci svela i meccanismi del potere e le strategie per condizionare le coscienze, imporre un pensiero conforme, manipolare. I miei ragazzi hanno letto con molto interesse la ricostruzione dei tentativi di delegittimazione messi in atto nei confronti di coloro che hanno individuato e denunciato i meccanismi del potere, e non solo nei regimi totalitari. Questi meccanismi, del resto, non appartengono soltanto al passato, sono ben radicati anche nelle moderne e avanzate democrazie. Esempio emblematico di delegittimazione è quello subito da Pier Paolo Pasolini, che addirittura venne accusato e processato per rapina a mano armata. E non venne mai assolto, fu soltanto amnistiato. Nel narrare queste vicende biografiche, Saviano si rivolge sempre al lettore, dialoga con lui, lo costringe a porsi domande e a cercare risposte. E molte di queste risposte si trovano in queste singolari vicende di vita, in queste testimonianze di vita, che costituiscono un invito a essere, se necessario, anche temerari nel netto rifiuto dei disvalori imposti dall’esterno e nella difesa delle proprie idee e passioni.
Questo non soltanto è ancora possibile, ma è proprio ciò che fa la differenza.