Una bella soddisfazione per l’Atletica Libertas di Città di Castello che dopo la partecipazione di Giovanni Faloci alle Olimpiadi di Tokyo 2020 ha visto convocare dalla nazionale italiana il martellista Gregorio Giorgis per i mondiali under 20 disputati a Nairobi dal 17 al 22 agosto. Seconda trasferta azzurra per il giovane atleta tifernate che lo scorso luglio ha preso parte agli europei juniores di Tallinn, in Estonia. Un po’ di rammarico a causa dei tre nulli, ma Giorgis si dice comunque soddisfatto per la bella esperienza, importante test per affrontare gli impegni futuri e le prossime sfide in pedana.
Gregorio a che età hai iniziato a lanciare il martello?
Mi sono approcciato a questo sport in seconda media. Prima ho cominciato provando tutte le specialità dell’atletica, poi grazie al mio allenatore Lorenzo Campanelli mi sono spostato verso il lancio del martello in terzia media, primo liceo. Da lì ho continuato sempre a lanciare e non ho mai smesso. La passione è nata con il tempo vedendo che i risultati piano piano arrivavano.
Fra i tuoi migliori lanci, che record hai ottenuto?
Nella categoria cadetti sono arrivato terzo ai campionati italiani, successivamente nella categoria allievi ho raggiunto un personale di lancio di 73 metri. Da junior, poi, ho ottenuto la misura di 72,04 metri in una gara regionale a Rieti che mi ha permesso di partecipare ai mondiali a Nairobi dove lo standard di partecipazione era fissato a 69 metri.
Raccontaci l’emozione di partecipare ai mondiali under 20 in Kenya
L’esperienza è stata fantastica, una squadra molto bella. La gara non è andata proprio bene, ma può succedere. C’è molto rammarico, bisogna però continuare ad allenarsi, guardare gli errori e andare avanti. C’erano tanti protocolli di sicurezza, bisognava sottoporsi a tampone ogni 72 ore e indossare sempre la mascherina. Per fortuna non c’è stato nessun caso di positività, almeno nella squadra azzurra. A Nairobi mi ha seguito il tecnico della nazionale Renzo Roverato, mentre per altre specialità era presente Claudia Coslovich.
Qual è stato il momento più bello ?
Tutto è stato emozionante, dalla squadra all’indossare la maglia azzurra, per non parlare dell’ingresso allo stadio.
Fra i prossimi obiettivi, a cosa stai lavorando?
La stagione ormai si sta concludendo, il prossimo anno cambierò categoria e prenderò un attrezzo più pesante. Voglio lavorare bene e lanciare il martello il più lontano possibile. Fra gli obiettivi principali, il prossimo anno ci saranno anche i campionati italiani under 23 assoluti, vediamo cosa succede. Le gare saranno sicuramente più difficili perché gareggerò in una categoria più alta. La nostra è una disciplina tecnica che va sempre migliorata, questo aspetto è la cosa più importante, ma anche la più difficile.
Sogni nel cassetto? Cosa ti aspetti dal futuro?
Il mio sogno è cercare di lanciare il martello sempre più lontano, se riesci a fare questo i sogni si avverano. Bisogna lavorare tanto e bene, giorno per giorno per creare dei sogni realizzabili. Avere Giovanni Faloci qua è per me un grande stimolo, ha partecipato alle olimpiadi, due mondiali e tre europei ed è un bell’esempio da seguire.