“Governo ceco perfetto dal punto di vista sanitario, ma provvedimenti economici insoddisfacenti”

Luigi Pagliacci è da 15 anni a Praga: “Fa impressione vedere spogliarsi all'improvviso una città che accoglieva milioni di turisti”

Luigi Pagliacci

Luigi Pagliacci ha 40 anni ed è originario di Sansepolcro. Vive da 15 anni in Repubblica Ceca, più precisamente a Praga. Dopo la laurea in Economia del turismo conseguita a Rimini, sede distaccata dell’Università di Bologna, si chiedevo cosa fare della propria vita lavorativa. “Per caso un giorno mi è stato offerto di venire a Praga per 6-8 mesi e prendermi cura di un palazzo”, ci spiega. “Ciò significava aiutare la proprietà a capire se l’investimento fatto fosse remunerativo (in termini di affitti nel breve e medio termine come ritorno economico) oppure no”. Dopo sei mesi la proprietà capì che le potenzialità erano reali ed offrirono a Luigi di continuare. Era il 2005, da lì in poi l’attività si è ampliata e Luigi ha iniziato a chiamare collaboratori dalla Valtiberina. “Oggi siamo in quattro provenienti da Sansepolcro e siamo specializzati nella gestione di strutture turistiche, principalmente hotel. Al momento insieme ai miei collaboratori ne gestisco quattro, e in più faccio consulenze ad hotel in difficoltà soprattutto dal punto di vista del marketing e delle vendite”.

Com’è la situazione “virus” nella tua città e nel resto del paese e come si sono mosse le autorità?

Ad oggi in Repubblica Ceca ci sono 6.400 casi totali di Covid-19 con 170 morti accertati. Circa la metà di questi casi sono a Praga e il resto sparsi in giro per il paese. I numeri, rispetto ad altre nazioni, stanno crescendo in maniera minima e il governo ha avuto il tempo necessario per prepararsi al peggio, o almeno a quello che loro pensavano fosse potuto capitare nella peggiore delle ipotesi. Il Governo ceco ha agito in maniera celere, seguendo anche quello che stava avvenendo in Italia, non sottovalutando il problema. Credo che sia stato il secondo stato in Europa a chiudere le frontiere e ad annullare immediatamente tutti i voli aerei da e per i paesi colpiti più pesantemente.
Sono convinto che le misure prese dal Governo in maniera tempestiva abbiano permesso di avere un cosi basso numero di contagi e vittime. In più, sin dal primo momento, è stato chiuso tutto ad eccezione di negozi alimentari, farmacie, mezzi pubblici e fiorai (non me lo chiedete il perché, ancora non lo capisco). I ristoranti sono stati chiusi ma con la possibilità di fare asporto e vendita (sempre da asporto) all’entrata del locale.

Com’è cambiata la tua vita lavorativa e come sono cambiati i rapporti con le altre persone?

Probabilmente il nostro settore è il più colpito in assoluto. Con le frontiere chiuse e gli aeroporti al minimo i turisti ovviamente non arrivano. Tutti i nostri hotel sono chiusi dal 17 marzo e nessuno sa con precisione quando saremo in grado di riaprire, anche perché al momento non arrivano prenotazioni.
Ho dovuto lavorare quasi normalmente fino alla scorsa settimana, con il mio team ci siamo occupati della chiusura totale degli hotel e del controllo delle strutture stesse. Da questa settimana il lavoro è praticamente il 10% di quello che facevamo prima e credo che sarà cosi per alcuni mesi.
Fa impressione vedere una città che accoglieva milioni di turisti l’anno spogliarsi improvvisamente: Piazza dell’Orologio, Ponte Carlo e il Castello di Praga deserti sono stati uno shock notevole all’inizio. Anche vedere i nostri piccoli hotel improvvisamente vuoti, nel silenzio e nella calma è stato surreale, dover rispondere a tutti i nostri team altrettanto triste e angosciante. Non nego che siamo stati messi notevolmente sotto stress e abbiamo dovuto prendere decisioni importanti (e alle volte molto spiacevoli).

Che contraccolpi avrà il tuo lavoro e in quali tempi potrebbe tornare tutto alla normalità?

Credo di essere realista nel dire che non tornerà mai alla completa normalità. Cerchiamo di rimanere positivi ma tutte le stime e gli studi che sto seguendo dicono che il 2020 è già finito. Nel 2021 prevedo di avere il 50% dei prezzi medi precedenti e il 50% dell’occupazione precedente; questo farà si che gli stipendi dei nostri dipendenti si abbasseranno, che i proprietari dei palazzi vedranno le loro rendite diminuire rapidamente (e magari penseranno di convertire l’hotel in altro, uffici, residenziale, commerciale ecc..) e il nostro lavoro non sarà come prima né in termini di ricavi né di crescita. Venivamo da sette anni di crescita costante. Un brutto colpo per noi e per tutti i nostri collaboratori/dipendenti.

Sono stati presi provvedimenti per aiutare attività come le vostre e per tutelare i lavoratori dipendenti?

Sì, sono stati presi dei provvedimenti ma non sono soddisfacenti. Al contrario della gestione della crisi sanitaria (gestita secondo me perfettamente), la crisi economica sembra non essere così importante per il Governo, sembra che cerchino di attuare immediatamente misure per consentire a negozi, fabbriche ecc… di aprire così da non dover dare più sovvenzioni. Qui non esiste la cassa integrazione, verrà data una sovvenzione alle aziende colpite (hanno individuato tre categorie di valutazione per definire come e quanto una azienda sia stata colpita) per coprire i costi relativi ai dipendenti ma comunque l’azienda dovrà anticipare il flusso di cassa in uscita che poi verrà compensato (non si sa esattamente quando) dallo stato.
Per quello che ci riguarda abbiamo dovuto licenziare molte persone ed è sempre molto difficile sia a livello umano che economico; abbiamo cercato di fare del nostro meglio per pagare ferie non usufruite e bonus di uscita previsti dalla legge. Speriamo che in questo modo i nostri dipendenti abbiano almeno 2-3 mesi di autonomia.
Il mercato del lavoro è estremamente flessibile in Repubblica Ceca, la disoccupazione più bassa in Europa e pochissimo potere contrattuale da parte delle aziende; l’offerta di lavoro era molto più alta della domanda.
A parte gli aiuti per i dipendenti non ci sono altri aiuti previsti alle aziende. Dal mio punto di vista l’economia era sopra le sue possibilità (pochissimi risparmi e un consumismo elevatissimo, capibile considerando la storia di questo paese e i tassi elevatissimi del PIL negli ultimi anni) e il Governo lo sa; sembra che al Governo non interessi molto se molte aziende chiuderanno. Perché chiuderanno in molti.

Come reagisce la gente alle misure decise dall’autorità?

Il rispetto delle regole in Repubblica Ceca è notevolmente superiore all’Italia. Il senso civico e il rispetto per la cosa pubblica e il prossimo sono particolarmente sentiti.
Qui si può uscire, non c’è stato un vero e proprio lockdown come in Italia; il discorso del primo ministro è stato incredibile, riporto le parole esatte: “Raccomandiamo alle persone di stare a casa e di muoversi solo per estrema necessità; confidiamo nel senso civico della popolazione ceca e nella sua responsabilità, non ci saranno sanzioni per chi si sposta“ ; il giorno seguente città deserta, tutti con le mascherine (tutti!) e distanze di sicurezza rispettate.

Come è percepita la situazione italiana e come viene raccontata dai media?

Da noi personalmente viene percepita molto male avendo le nostre famiglie a Sansepolcro, è molto difficile far capire i sentimenti che proviamo a distanza, non tutti capiscono il nostro stato d’animo.
I media hanno raccontato i fatti in maniera imparziale, forse usando la situazione italiana come monito: “Cari signori, se non chiudiamo tutto e non rispettiamo le regole potremmo avere migliaia di morti come in Italia”. Ad onor del vero hanno seguito molto da vicino quello che stava succedendo in Italia anche perché a marzo c’erano 16.500 cechi nel nord Italia a sciare. Non ci hanno giudicato, anzi ci hanno usato come modello.

La famiglia di Luigi durante la visita a Praga dei genitori nel settembre 2019

Cosa ti ha colpito più di tutto in questa situazione?

Quello che mi sta stupendo adesso è la solidarietà della gente. I cechi sono persone chiuse, molto sospettose, invece in questo periodo sono tutti un po’ più “umani”; diversi alimentari (piccoli) hanno iniziato a cucire mascherine e distribuirle gratuitamente; fin da subito gruppi di persone private si sono organizzate per consegnare medicine o cibo a casa di persone anziane; ristoranti ed hotel hanno suddiviso in parti uguali le scorte di cibo con i dipendenti; tutto questo mi fa avere ancora un pò di speranza… dobbiamo resistere!

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