Gli involtini di pollo e verza

Dall'associazione Le Centopelli ecco una nuova proposta stuzzicante con ingredienti semplici ed economici.

Come trasformare un insipido petto di pollo in un gustoso bocconcino? Ce lo racconta la nostra Segretaria che torna con una delle sue gustose ricette. Lory Chini ci propone un piatto stuzzicante e sano per tutta la famiglia preparato con ingredienti semplici ed economici.

Ingredienti

Procedimento

Prendere le foglie di verza più grandi e sbollentare per 3/4 minuti (metterne 4/5 in più , rispetto alle fette di pollo).Stenderle in un piano e tagliare la costola dura (le foglie in più servono anche x richiudere questo spazio).

Appoggiare il pollo, salare e proseguire con frittata, mortadella e Filadelfia.

Arrotolare, cospargere con un po’ di pangrattato e mettere in teglia oleata.

Infornare a 220 gradi per 20 minuti

Ais Delegazione di Arezzo – Gruppo operativo Valtiberina Toscana consigliano:

a cura di Antonella Greco

Gli amanti del caldo quest’anno nn potranno lamentarsi. Le temperature africane nn sembrano intenzionate a lasciare il nostro stivale e quindi continueremo a cercare vini in abbinamento alle ricette proposte, freschi da togliere dal frigo.

E per tenere la mano agli involtini di pollo alla verza che sembra un piatto apparentemente semplice, proponiamo un vino che molto spesso viene sottovalutato e abbinato esclusivamente al pesce, ma che ha enormi potenzialità. Se ci pensate, questa ricetta ha solo il pollo di “cosiddetto semplice”, perchè contiene anche frittata (e quindi uova), mortadella e verza: tre sapori molto decisi e persistenti.

Quindi il vino dovrà essere abbastanza forte da sfidarli in un fantastico braccio di ferro mantenendo mani e polsi in perfetto equilibrio al centro del tavolo da gioco.

Ma di quale vino parliamo? Il suo nome è composto da due termini, uno che significa “speziato”, l’altro che indica una località: il Termeno, da cui si mormori provenga (ma è considerato uno dei 4 vitigni nobili dell’Alsazia). Il suo nome tedesco è un po’ complicato da pronunciare e peggio ancora da scrivere e così viene semplificato.

Bastano gli indizi? E se vi dico che è un vitigno a bacca rosa (quasi rossiccio e con la buccia spessa) e produce un vino giallo quasi dorato e intenso? Che piace particolarmente alle donne? Che è uno dei 4 vitigni cosiddetti “aromatici”? Esatto! E’ proprio lui! Il Gewürztraminer (o Traminer Aromatico).

Un vino con un bouquet di profumi straordinario e che è un divertimento da degustare. Troverete la pesca e l’ananas, l’albicocca e la banana e il litchi (ciliegia della Cina). Gli agrumi come ad esempio il lime, o fiori, nello specifico la rosa. Spezie come la cannella e la liquirizia. Erbe aromatiche, dalla salvia all’origano. Va servito fresco tra gli 11 e i 14 gradi. Mi raccomando….ve lo affido, ma voi trattatelo bene!

Nunc est bibendum!

I consigli di Augusto Tocci

Cavolo Verza – Gli antichi romani lo usavano in abbondanza, tanto che Catone il Vecchio gli attribuiva la preservazione dalla peste. Crisippo, valentissimo medico, scrisse un volume su questo ortaggio, reputandolo adatto a curare quasi tutte le malattie. È forse una esagerazione, ma in seguito anche i medici dell’ottocento lo trovarono risolutivo di molti malanni.

Scegliamo bene – Il cavolo verza si caratterizza per lo sviluppo straordinario delle foglie che si appressano l’una sull’altra, a formare una grossa palla. È un ortaggio disponibile non solo in inverno, questo contribuisce ad aumentare la sua popolarità.

Pulizia e conservazione – Si presta a mille impieghi in cucina: per i primi, i contorni e anche per piatti di compenso. È pianta adatta ad essere conservata (ricordiamo, appunto,  i crauti) e anche immagazzinata nelle cantine o fra la paglia.

Le proprietà – È anche oggi molto richiesto per il suo valore nutritivo: può, infatti, dare un notevole apporto in sali minerali e vitamine. Per potersi giovare dell’arricchimento vitaminico, tuttavia, è necessario evitare la cottura, dal momento che, essendo le vitamine termolabili, andrebbero distrutte. Per i naviganti di un tempo,  un barile di crauti (cavolo verza fermentato) era sufficiente per tenere lontano lo scorbuto, malattia dovuta alla carenza di vitamina C, che affliggeva gli equipaggi costretti a lunghi periodi in mare.

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