Michele Gentili è il coordinatore territoriale di Azione e da novembre scorso fa parte, come responsabile comunicazione, del coordinamento regionale toscano del partito fondato da Carlo Calenda. TeverePost lo ha intervistato per fare il punto della situazione sull’operato e gli obiettivi di Azione, in particolare nella prospettiva delle elezioni amministrative che interesseranno il nostro territorio. La conversazione è partita però dall’attualità nazionale e dal comitato Programma per l’Italia sorto in questi giorni.
Di cosa si tratta?
Programma per l’Italia è un’iniziativa che vede Azione come soggetto promotore. Ne fanno parte partiti politici ma anche personalità di assoluto valore del mondo dell’impresa, dell’università e del civismo in generale. Ci sono quindi Carlo Calenda che è il principale promotore, Carlo Cottarelli che sarà il presidente del comitato,+Europa e altri soggettivi politici minori. Quello che dovrà fare il comitato sarà elaborare proposte soprattutto legate al Recovery Plan, che condizionerà la vita del Paese per i prossimi cinque anni. A livello locale può essere visto come qualcosa di distante, ma il programma che il presidente Draghi e l’apposita task force stanno riscrivendo si tradurrà in progetti che interesseranno direttamente i comuni. Una parte di quei famosi 209 miliardi arriveranno ai comuni in modo piuttosto automatico, redistribuiti in base alla popolazione e altri parametri, ma molti fondi saranno destinati ai progetti che le amministrazioni dovranno presentare per riuscire a vincere i bandi. È quindi fondamentale predisporre proposte e aiutare le amministrazioni a declinarle sul livello territoriale. Azione ha già inviato al presidente Draghi i primi tre capitoli, incentrati su bambini, giovani e donne, di un documento molto corposo che verrà proseguito entro fine aprile con altri tre capitoli. Questo è ciò che secondo noi deve fare la politica: fare proposte, essere concreta, agire sui temi e sulle iniziative che si devono tradurre in un miglioramento della qualità della vita delle persone.
Questo sarà quindi il vostro approccio anche a livello locale, se dopo le elezioni avrete ruoli amministrativi.
Sì, come tutte le forze politiche ci stiamo muovendo nel cercare di costruire una coalizione e trovare un candidato a sindaco, ma soprattutto vorremmo prepararci alle elezioni con l’elaborazione di proposte perché nei tavoli di discussione ci sia un confronto diretto sui temi. Il discorso naturalmente verterà anche sui nomi, che sono importanti, tanto più a livello cittadino, ma la nostra volontà è quella di presentarci ai tavoli senza preclusioni e di poter mettere sul piatto le nostre proposte e valutare quelle degli altri. Cominciando quindi da subito a discutere di temi concreti.
Per esempio?
Per esempio il centro storico, che sta vivendo una fase di difficoltà che era già presente prima della pandemia, ma che è ora peggiorata drammaticamente. Bisogna pertanto lavorare a un progetto di turismo che possa rilanciare le attività del centro cittadino. Si dovrà inoltre pensare alle imprese, perché finora ci sono stati il blocco dei licenziamenti e la cassa integrazione (quest’ultima, che il governo dovrebbe prorogare fino a fine anno, particolarmente importante nel tenere in piedi tante attività), ma quando questi provvedimenti verranno meno vedremo i veri effetti della pandemia. Ovviamente poi ci sono le infrastrutture, perché le imprese non possono avere sviluppo se non ci sono delle infrastrutture adeguate, e la Valtiberina non è messa bene né a livello ferroviario né stradale. Queste sono tematiche molto significative perché è evidente che il lavoro delle persone è l’aspetto che interessa di più e sul quale bisogna concentrarsi in maniera principale.
Sempre in vista delle elezioni, quali sono, un po’ più nel dettaglio, i rapporti con le altre forze politiche?
Il rinvio all’autunno ha un po’ raffreddato il tema, ma naturalmente stiamo andando avanti nel percorso e abbiamo un dialogo attivo con molte forze politiche. Come sappiamo, a livello locale le dinamiche nazionali contano fino a un certo punto perché bisogna calarle sul territorio, dove contano le persone più che i simboli. Sul simbolo infatti anche noi siamo disponibili eventualmente a fare un passo indietro. Bisognerà vedere, sicuramente c’è tanta strada da fare per capire quale coalizione poter mettere in pista e per verificare che sulle proposte da cui partiamo ci sia unità di intenti con i soggetti con cui stiamo discutendo. Per esempio abbiamo un dialogo con le forze dell’attuale maggioranza, e c’è una particolare attenzione rispetto al Partito Democratico. È evidente che faranno la differenza anche le decisioni che prenderà il PD riguardo a una coalizione che secondo noi non può essere amplissima, andando dal Movimento 5 Stelle a Rifondazione Comunista, fino a un movimento centrista come noi ci definiamo. Delle scelte andranno fatte sicuramente, comunque le verifiche sono in corso, vedremo sui temi che tipo di convergenza riusciremo a trovare con queste forze.
Movimento 5 Stelle e Rifondazione sono state citate perché sono i partiti con cui avete maggiori problemi?
No. Come sappiamo proprio a causa dell’alleanza tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle Carlo Calenda ha lasciato il PD e ha dato vita ad Azione, quindi sui Cinquestelle c’è questo tipo di attenzione, anche perché ci sono sicuramente visioni differenti su diverse tematiche. Con Rifondazione non ci sono preclusioni, l’ho nominata solo perché è la forza più a sinistra, ma non si tratta di un partito con cui non intendiamo confrontarci, e abbiamo infatti intrapreso una discussione anche con gli amici di Insieme Possiamo.
C’è l’ipotesi che il sindaco Cornioli provi a ripresentarsi con una nuova coalizione. Azione potrebbe venire coinvolta in questo percorso?
Come Azione non abbiamo parlato con il sindaco Cornioli, ma non abbiamo nulla in contrario rispetto a una discussione schietta e franca anche con lui. È una delle opzioni da verificare, obiettivamente non la posso escludere a priori. Vedremo se si vorrà ricandidare e che tipo di coalizione potrebbe riuscire a mettere insieme, visto che in questo momento la sua attuale maggioranza, da quello che si sa, ha dato dei pareri negativi sul suo nome, spiegando che quell’esperienza è finita.
Con il centrodestra ci sono contatti?
Abbiamo fatto delle verifiche ma il centrodestra per ora è abbastanza compatto su una coalizione legata ai tre partiti principali di quell’area, cioè Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. In questo momento Azione non vede quello come il proprio terreno di gioco, dunque con tutta probabilità il centrodestra sarà una coalizione avversaria.
Il partito è attivo anche in vista delle elezioni ad Anghiari?
Ci stiamo muovendo anche in quel contesto, anche perché a livello provinciale stiamo seguendo tutte le elezioni che ci sono sul territorio aretino, come del resto saremo presenti a Città di Castello, un’altra città importante che va al voto, anche se fuori regione. L’obiettivo di Azione è avere un ruolo attivo in tutti i territori dove ci saranno le elezioni amministrative: anche la discesa in campo di Calenda come candidato a sindaco di Roma è un’indicazione chiara del fatto che vogliamo essere presenti in maniera importante sulla scena politica territoriale. Il partito deve infatti crescere anche sui territori, facendo emergere nuove figure e nuove proposte. Le amministrative in Toscana saranno inoltre la riprova del buon lavoro che sta facendo il coordinamento regionale che si è insediato a fine novembre: vorremmo ottenere buoni risultati anche per consolidare quelli ottenuti a livello di iscritti, dato che da questo punto di vista siamo la terza regione dopo Lazio e Lombardia, in rapporto alla popolazione.