“In Valtiberina non si parla per niente in maniera approfondita, a parte chi ci lavora, di un settore che è una delle fonti di reddito più importanti, quello di turismo e accoglienza. È bene che le amministrazioni a bocce un po’ più ferme si mettano a parlare di questa tematica in maniera chiara”. Questa constatazione del consigliere comunale di Pieve Santo Stefano Giacomo Benedetti, raccolta da TeverePost in un’intervista pubblicata due settimane fa, fotografava da un lato i grossi timori per uno dei settori più colpiti dalla crisi coronavirus, e dall’altro l’urgenza che le istituzioni agissero per tentare di individuare delle soluzioni.
Con il passare dei giorni le cose hanno iniziato a cambiare, e da un coro di lamenti si è passati ad una serie di prese di posizione che cercano di tracciare dei percorsi. Tra i primi ad intervenire in merito era stato Lorenzo Minozzi, consigliere di minoranza a Monterchi, che sempre sulle pagine del nostro giornale aveva provato a individuare delle note ottimistiche: “Mi aspetto un incremento del turismo outdoor”, aveva detto, “la gente preferirà viaggiare in autonomia, stare all’aperto e comunque frequentare posti con determinate garanzie di sicurezza, senza affollamenti. La Valtiberina ha le carte in regola per rispondere a queste esigenze. Musei sparsi per il territorio, riserve naturali ancora poco conosciute, agriturismi. Se sapremo fare sistema a livello di comprensorio e indirizzare bene le risorse il futuro per il nostro territorio sarà meno preoccupante”.
Lo stesso Minozzi è stato in seguito tra i firmatari, insieme ad Andrea Laurenzi, Lara Chiarini e Fabio Santioni, di una nota del gruppo del Partito Democratico nell’assemblea dell’Unione montana dei Comuni che riprendeva ed ampliava il punto: “Dobbiamo essere in grado di cogliere le opportunità che le nuove tendenze offriranno”, si legge, dal momento che “molto probabilmente il turismo di massa lascerà il posto a scelte maggiormente pensate e costruite sulle esigenze dei singoli o di nuclei familiari. Le aree interne possono rappresentare un volano importante con le loro ricchezze naturali e storico-artistiche. Sarà necessario realizzare gli obiettivi posti con il progetto aree interne e farsi portavoce verso gli organi istituzionali di una integrazione di risorse che riguardi i progetti turistici”.
La stessa nota del PD sottolineava che “non si può pensare di riaprire musei e strutture ricettive lasciando tutto com’è in attesa di tempi migliori; dobbiamo affrontare questa nuova realtà con un atteggiamento aperto e costruttivo. È necessario un coordinamento tra amministrazioni e operatori del settore per sviluppare nuovi prodotti turistici e nuovi modelli di accoglienza, per sostenere le realtà coinvolte e far sì che nessuno rimanga indietro rispetto ai cambiamenti che saranno necessari”. Questa funzione di coordinamento, secondo il gruppo del Partito Democratico, spetta all’Unione dei Comuni: “Sarebbe l’occasione per ridare un ruolo all’ente comprensoriale che anche in questa fase di emergenza è stato del tutto assente”.
TeverePost ha colto l’occasione del colloquio avuto ieri con il Presidente dell’Unione montana Alessandro Polcri sul tema dei confini regionali per toccare per sommi capi anche l’aspetto turistico: “Il turismo ha bisogno di una strategia comune a livello territoriale”, ha confermato. “Abbiamo già creato una serie di relazioni fra assessori del territorio, mentre un altro elemento cruciale è la Fondazione Intour di Arezzo, di cui l’Unione dei Comuni è parte integrante. Come Valtiberina siamo inoltre Ambito turistico, di cui fanno parte tutti i comuni, cosa che ha costituito un passaggio epocale. Prima dell’emergenza coronavirus, a livello regionale eravamo l’Ambito allo stadio più avanzato nella programmazione, puntando in particolare su un turismo ‘a matrice’, collegato allo stile di vita e al benessere. Abbiamo anche pensato allo sviluppo dell’invaso di Montedoglio da un punto di vista urbanistico, superando i confini dei singoli Piani strutturali e dei vecchi Piani regolatori; poi ci sono i Cammini di Francesco, che sono un brand importante che stava già partendo. Penso poi alla rete museale”, ha concluso: “abbiamo fatto una card unica con il Casentino per tutti i musei, in modo che chi va in un territorio sia incentivato ad andare anche nell’altro”.
Del tema aveva parlato, interpellato dal nostro giornale, anche Luca Gradi, assessore a Pieve Santo Stefano. Nonostante il suo Comune non faccia parte dell’Unione montana, anche Gradi aveva sottolineato l’opportunità di unire le forze, e aveva anche lui citato come esempi l’Ambito turistico di cui tutti i Comuni della Valtiberina fanno parte, il progetto dei Cammini di Francesco e il ruolo della Fondazione Intour.
Infine, è di ieri un comunicato dell’assessore del Comune di Sansepolcro Luca Galli, che prefigura un “nuovo turismo” che “sarà essenzialmente italiano e a ranghi ridotti. La nuova sfida”, spiega, “deve essere concretizzata da subito e questo può essere fatto solo con il coinvolgimento di tutti gli attori che ruotano intorno al mondo del turismo: enti locali, associazioni di categoria, strutture ricettive, associazioni culturali, sportive e ambientali, aziende, guide turistiche. Un ruolo importante”, aggiunge inoltre Galli, “sarà giocato dalla comunicazione e dal marketing, con specifiche iniziative e campagne promozionali”.