La frattura nel centrosinistra tifernate si era già consumata nei giorni scorsi. La candidatura dell’attuale vicesindaco Luca Secondi, appoggiata da PD, PSI, Sinistra per Castello, Italia Viva e Azione, non aveva trovato il supporto di M5S, Castello Cambia, La Sinistra-Articolo Uno, Europa Verde, Unione civica Tiferno e Civici per l’Umbria, che avevano deciso di puntare su Luciana Bassini.
La novità è che uno scenario analogo si è concretizzato anche nel centrodestra: Andrea Lignani Marchesani sarà appoggiato da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Udc, Cambiamo con Toti e Civica Castello, ma non dalla Lega, che con ogni probabilità opterà per un esponente civico, l’avvocato 45enne Roberto Marinelli. La conferma ufficiale dovrebbe arrivare lunedì, quando il segretario nazionale Matteo Salvini tornerà a Città di Castello: appuntamento alle 15 nella sede del partito e poi visita alla struttura di Agricooper: “A due anni dalla svolta umbra – scrivono i referenti locali della Lega – anche Città di Castello è pronta a scrivere una storia nuova . Siamo convinti che, come accade ormai da molto tempo, non mancheranno neppure in questa occasione appoggio e fiducia da parte dei nostri concittadini, consapevoli che la Lega sia l’unica alternativa possibile per costruire insieme la rinascita di Città di Castello”. Del resto che la Lega non avrebbe sostenuto Lignani lo aveva già lasciato intendere lo stesso Salvini durante la sua precedente visita nel territorio, il 27 luglio a Trestina. In quell’occasione aveva infatti parlato della necessità di “un sindaco civico, magari un imprenditore o un professionista che possa rappresentare tutti i cittadini di questo territorio”.
Per i sostenitori del consigliere regionale, invece “esperienza, affidabilità, conoscenza del territorio e della macchina comunale” sono “parametri indispensabili per contendere la quarta città dell’Umbria al potere logoro del centrosinistra. Facciamo appello agli amici ed alleati della Lega – aveva sostenuto la coalizione guidata da Fratelli d’Italia – affinché contribuiscano in maniera assolutamente protagonistica allo sforzo comune delle forze alternative a quelle responsabili della decadenza economica e sociale di Città di Castello, che solo vent’anni fa era una capitale economica e sociale dell’Umbria”. Un appello che quasi sicuramente non avrà sèguito.
Sebbene la conformazione delle coalizioni sia diversa, si consuma dunque anche nel capoluogo dell’Altotevere umbro la divisione nel centrodestra, e in particolare tra Fratelli d’Italia e Lega, a cui abbiamo recentemente assistito a Sansepolcro. Alla spaccatura nelle coalizioni di centrosinistra e centrodestra si accompagna inoltre un significativo proliferare di formazioni politiche, per uno scenario che non manca di apparire confuso.