Franco Dori è il nuovo presidente dell’Unione dei Comuni

Il sindaco di Sestino, eletto all'unanimità dall'assemblea, ha illustrato le linee del suo mandato: “Rivitalizzare l'ente sul piano amministrativo e su quello politico”

Franco Dori, nuovo presidente dell'Unione montana dei Comuni della Valtiberina toscana

Il sindaco di Sestino Franco Dori è da ieri il nuovo presidente dell’Unione montana dei Comuni della Valtiberina toscana. Sulla base della legge regionale, la presidenza del nuovo ente che dal 2014 ha sostituito la Comunità montana spetta a uno dei primi cittadini dei Comuni che fanno parte dell’Unione. Lo statuto dell’ente specifica a sua volta che i sindaci i succedono alla presidenza per rotazione biennale in base alla dimensione demografica del Comune rappresentato, alternando quelli più popolosi a quelli meno popolosi. Dopo Sansepolcro, Badia Tedalda e Anghiari, è quindi la volta di Sestino. L’assemblea dell’Unione dei Comuni ha ratificato la nomina con voto unanime. A seguire il nuovo presidente ha illustrato le linee programmatiche del proprio mandato biennale.

Dori ha sottolineato che “è fondamentale conferire all’ente una maggiore rilevanza e attenzione sia sul profilo amministrativo che sul profilo politico”. Dal punto di vista politico l’intenzione espressa dal nuovo presidente è quella di “instaurare dei tavoli di lavoro volti alla partecipazione di tutte le forze politiche al fine di condividere idee, progetti e soluzioni che apportino migliorie alla comunità”. Sul piano amministrativo, ha detto ancora il sindaco di Sestino, è opportuno “studiare progetti strutturati che consentano di rivitalizzare l’Unione”. Dori ha richiamato gli stessi amministratori dell’Unione a “un atteggiamento coerente e un approccio rigoroso verso tutti gli impegni e gli oneri a cui siamo chiamati ad adempiere nei confronti dell’ente”, facendo riferimento a “una regolare e puntuale condotta anche in termini di orari” e a “un maggior coordinamento e disponibilità nel mettere in campo le proprie competenze per dare risposte tempestive e concrete”. Tra i punti del mandato 2020-2022 il presidente ha citato in particolare il mantenimento all’Unione della gestione dell’acqua ad uso irriguo e delle deleghe per la forestazione e l’antincendio boschivo, l’utilizzo di “maggiori energie e ulteriori risorse” nel settore sociale, la garanzia di “una partecipazione più condivisa” della Valtiberina al progetto aree interne, la prosecuzione degli investimenti sulla promozione turistica del territorio e lo studio del percorso di trasferimento di ulteriori funzioni e servizi all’Unione.

Andrea Laurenzi, del gruppo del Partito Democratico, ha manifestato al nuovo presidente “disponibilità a collaborare fattivamente e concretamente a questo programma, che potremo incrementare nel tempo. Lei ha un compito molto complicato”, ha detto, “quello di rilanciare un ente giunto a un punto cruciale ma anche ultimo, perché andare avanti in queste condizioni è una sofferenza per tutti. Il compito è però al tempo stesso facile”, ha continuato Laurenzi, “perché per fare miglioramenti immediati rispetto al passato basta poco”. Il riferimento critico è al mandato in chiusura del presidente uscente Polcri, ancora assente al momento dell’intervento di Andrea Laurenzi: “Il fatto che il presidente che deve fare la relazione di fine mandato non sia presente è emblematico”, ha detto il consigliere biturgense, “e conferma come in questi due anni un lavoro già difficile non sia andato migliorando”. Laurenzi ha poi chiuso toccando rapidamente i temi a suo avviso più rilevanti, come aree interne e sociale, e ha sottolineato la necessità di avere coraggio nell’associazione di nuovi servizi: “Ma per farlo”, ha precisato, “occorre investire, perché la struttura si sta assottigliando in quanto a professionalità e competenze con i dipendenti che vanno in pensione e non vengono sostituiti”.

Quest’ultimo tema è stato toccato anche da Francesco Del Siena, che ha sollecitato nuove assunzioni in vista dei prossimi pensionamenti: “Mi auguro che il nuovo presidente garantisca le sostituzioni nei tempi giusti”, ha detto. Del Siena ha anche sottolineato che “la riforma dell’ente è stata disastrosa: volevamo dirlo ai candidati presidenti della Regione”, ha ricordato, “ma in questa valle dimenticata non è venuto nessuno. Abbiamo quattro consiglieri regionali provenienti dalla nostra provincia ma nessuno è valtiberino, visto che non è stato eletto nessuno dei 14 o 15 che erano candidati. Questo ci fa capire quanto sia fondamentale l’Unione, senza la quale saremmo ancora più distanti e meno rappresentati”, ha concluso.

La questione della scarsa rappresentatività della Valtiberina è stata ripresa da Tonino Giunti, che ha messo in evidenza anche la questione del taglio dei parlamentari e il fatto che “probabilmente la provincia di Arezzo non avrà assessori regionali”. La frase ha aperto un piccolo dibattito durante il quale dai banchi del Partito Democratico è stato precisato che la cosa non è ancora definita ed è stato ipotizzato che possa incidervi l’esito del ballottaggio di domenica e lunedì per il sindaco di Arezzo.

Subito prima dell’intervento di Giunti è stata illustrata dal presidente uscente Alessandro Polcri la relazione di fine mandato. Il sindaco di Anghiari ha ricordato il lavoro svolto in materia di Protezione Civile durante l’emergenza Covid; il progetto di riorganizzazione dell’Unione e dei piccoli Comuni finalizzato ad accentrare presso l’ente comprensoriale le figure apicali; la battaglia per il mantenimento della gestione dell’acqua a uso irriguo, lavorando con la regia della Regione ad un accordo con il Consorzio Alto Valdarno per fare in modo che a quest’ultimo passi solo l’asset strategico per quanto riguarda i nuovi investimenti. Sempre riguardo ai rapporti con il Consorzio, Polcri ha parlato della “chiusura della querelle” riguardante la gestione del settore idrogeologico, su cui ora c’è “una chiara divisione dei compiti”. Ancora, l’ex presidente ha citato i trasporti, con il nuovo patto con il Casentino per il servizio di trasporto pubblico locale; l’ufficio di prossimità; il piano strutturale che coinvolge in “una nuova visione d’insieme” più Comuni e che si ricollega a tematiche come lo sfruttamento turistico di Montedoglio e la ciclovia. Infine, Polcri ha parlato del rilancio dell’ufficio turistico.

L’assemblea ha in conclusione affrontato i punti di bilancio, brevemente illustrati dalla dirigente Marida Brogialdi. Per primo è stato trattato il Documento unico di programmazione, il termine per la cui approvazione scadeva ieri. Il consigliere del Partito Democratico Lorenzo Minozzi ha in merito fatto notare che “avremmo voluto una discussione ben diversa anziché trovarci a dare un voto così importante con la squadra di sanificatori pronta a entrare”. I tempi della seduta erano infatti contingentati dalla necessità di lasciare la sala di Palazzo delle Laudi per le operazioni di sanificazione precedenti alla riunione del Consiglio comunale di Sansepolcro in programma a seguire. “Se il buon giorno si vede dal mattino”, ha commentato Minozzi, “non iniziamo bene con il mandato Dori. Ma sono ottimista e positivo e voglio vedere questo come l’ultimo atto del mandato Polcri, sperando che da domani si possa cambiare completamente pagina”. La successiva votazione ha visto la contrarietà di Minozzi e degli altri consiglieri del PD presenti, Laurenzi e Chiarini, mentre 11 sono stati i membri dell’assise che si sono espressi favorevolmente. Con la stessa maggioranza sono state approvate la ratifica di una variazione di bilancio deliberata d’urgenza dalla Giunta a luglio e la salvaguardia degli equilibri. Per le citate ragioni di tempo è stata poi rinviata nuovamente la mozione del consigliere Tonino Giunti sul ripristino della terapia intensiva all’ospedale di Sansepolcro.

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