Francesca Mercati: “Obiettivo post emergenza? Porre la prima pietra del ponte nonostante la burocrazia”

Intervista ad ampio raggio con la capogruppo della lista civica "Il nostro Borgo" su coronavirus, primi quattro anni dell'amministrazione Cornioli e rapporti con maggioranza e opposizione

Francesca Mercati

“Il nostro Borgo” è una delle tre liste che, con i Democratici per Cambiare e Insieme Possiamo, appoggiò la candidatura a sindaco di Mauro Cornioli alle elezioni del 2016. Francesca Mercati, che si piazzò seconda in lista alle spalle di Paola Vannini, è oggi a capo del gruppo consiliare che conta tra le proprie file anche Meri Torelli, Simone Gallai, Andrea Goretti e Stefano Crispoltoni. Nella lunga intervista a TeverePost non si sofferma solo sull’attualità dell’emergenza, ma tocca in maniera più ampia l’intera legislatura e le prospettive future.

Come giudichi l’operato dell’Amministrazione durante questa emergenza?

Penso che l’Amministrazione si sia mossa con senso di responsabilità ma anche con molta solerzia. La straordinarietà della emergenza sanitaria in atto, per i suoi caratteri di gravità, ha colto tutti di sorpresa, anche i Governi centrali. Fra le difficili sfide del nostro tempo non era in alcun modo immaginabile dover ricomprendere una emergenza sanitaria che avrebbe assunto i caratteri della pandemia. Nelle realtà amministrative più piccole, dove ci si conosce tutti, dover fronteggiare una emergenza sanitaria e, quindi, tutelare la salute e la vita dei propri concittadini, assume un valore ancora maggiore. Considero molto importanti le misure di igiene adottate fin da subito e le modalità di sensibilizzazione della popolazione alla tematica. Ricordo che più di una volta il Sindaco ha anticipato le decisioni del Governo di qualche ora se non di qualche giorno. Come quando, per esempio, dopo attenta concertazione con gli operatori del settore, ha deciso di anticipare l’orario di chiusura dei bar con due giorni di anticipo rispetto al decreto adottato dal Governo. Penso che sia stato anche molto importante il livello di comunicazione diretta instaurato fin da subito con la popolazione che ha permesso di far percepire la vicinanza dell’Amministrazione e che la stessa fosse al pezzo, rassicurando.

Come valuti le scelte del Governo e della Giunta regionale?

L’esperienza politica mi ha insegnato che è molto facile parlare per chi non deve fare e per coloro che non hanno la responsabilità delle scelte. Ho guardato il lavoro svolto dal Governo in questo periodo di emergenza con molto rispetto. Ritengo sia stato dilaniante cercare di contemperare le esigenze di salute di un Paese, anzi la tutela della vita stessa, con le esigenze di salvaguardia di un tessuto economico già provato. D’altra parte non mi sembra che gli altri Paesi, che hanno avuto su noi un vantaggio temporale, ne abbiano approfittato per assumere decisioni coraggiose con più solerzia. Una problematica così grave ed inedita ha spiazzato tutti. Semmai posso dire che in questa emergenza senza precedenti sono emersi in maniera drammatica due ordini di criticità ben note e che preesistono alla pandemia. Alludo alle politiche di scarsa vicinanza al mondo produttivo nonché a quelle effettuate da decenni ormai nell’ambito del sistema sanitario, dove abbiamo assistito ad una progressiva perdita di servizi primari. In questo anche la Regione, che ha competenza in materia sanitaria, ha le sue responsabilità.

Al di là dell’emergenza attuale, come giudichi l’operato dell’amministrazione nei primi quattro anni di legislatura?

Molto positiva. Penso sia stato chiaro fin dall’inizio il cambio di passo e anche il diverso rapporto fra gli amministratori ed il resto della società civile. Poi conosciamo i problemi del nostro Paese, cinque anni, a causa della nostra burocrazia, non sono un periodo sufficiente per raccogliere i frutti dell’azione amministrativa. Così come in questa legislatura sono stati portati a compimento progetti che avevano visto l’avvio nella precedente, così la prossima vedrà la realizzazione di importanti progetti avviati in questa. È stato molto ben seminato e presto se ne vedranno i frutti.

Quali sono la cosa migliore e la cosa peggiore fatta dall’amministrazione?

La cosa migliore fatta credo sia stato senz’altro portare a compimento il difficile iter per la realizzazione del secondo ponte sul Tevere. Ciò al di là delle sterili polemiche portate avanti da certa parte della politica cittadina, che ha facilmente sfruttato il protrarsi inevitabile dei tempi. Polemiche tra l’altro sfornite di ogni minimo fondamento, tanto tecnico che logico e che alcuna presa hanno avuto sull’opinione pubblica. Alla precedente amministrazione va riconosciuto il merito di aver reperito il finanziamento regionale per la realizzazione dell’opera ma con la stessa onestà intellettuale va detto chiaramente che oltre al finanziamento non c’era altro. Questa amministrazione ha avviato e portato a termine tutto l’importante e complesso iter progettuale le cui tempistiche ed esiti non erano affatto scontati in un Paese dotato della nostra burocrazia. Si pensi solo al fatto che l’ultima fase, quella di aggiudicazione dei lavori alla impresa esecutrice, ha visto addirittura il ricorso alla giustizia amministrativa da parte del soggetto che non è risultato aggiudicatario. La sentenza emessa dal T.A.R. della Toscana, pubblica, nel respingere il ricorso ha dato chiaro atto della correttezza e dell’efficienza dell’azione svolta dal Comune di Sansepolcro. Un risultato per il quale va ringraziato in primis l’assessore ai lavori pubblici Riccardo Marzi, che ha gestito tutto l’iter con competenza e fermezza. Non posso dire che ci siano state cose mal fatte dall’Amministrazione. In generale ho osservato sempre molto impegno e rispetto per le varie sensibilità ed esigenze coinvolte.

Qual è la cosa più importante che l’amministrazione dovrebbe fare prima della fine della legislatura?

Porre almeno la prima pietra del ponte, anche se si dovranno fare i conti con la crisi sanitaria in corso e le misure a tutela della salute pubblica che verranno adottate anche per i prossimi mesi.

Quali sono la più condivisibile e la meno condivisibile tra le proposte fatte dalle minoranze?

Abbiamo fatto un bellissimo lavoro, aperto anche a contributi di ASL e Polizia Municipale, per la stesura e l’approvazione del Regolamento comunale sulle ludopatie che partì dal Movimento Cinque Stelle. Non ho trovato affatto condivisibili, invece, le istanze che via via ci sono state sottoposte in ordine a tematiche nazionali di valore esclusivamente politico e senza ricaduta diretta sul territorio comunale come, ad esempio, la proposta volta ad emettere un atto di indirizzo da inviare al Parlamento sul tema dello ius soli.

Quali sono i rapporti con gli altri gruppi di maggioranza?

I rapporti sono stati sempre ottimi, anzi, direi che abbiamo quasi sempre agito come un unico gruppo. Questo è dipeso dal fatto che tutti i gruppi si sono attenuti al patto civico che abbiamo posto a fondamento della nostra coalizione. Il bene pratico del Borgo prima di ogni mera ideologia politica.

Qual è la posizione del vostro gruppo rispetto alle prossime elezioni regionali?

Come le altre volte nelle quali abbiamo assistito ad elezioni (due provinciali e le politiche del 2018) la nostra posizione resta la stessa ed è quella comune agli altri due gruppi di maggioranza: astensione da prese di posizione pubbliche, tanto dei gruppi che dei singoli. Nelle riunioni di maggioranza non si parla mai di questi temi avendo scelto sin dall’inizio di non dedicare il tempo concessoci dagli elettori al dibattito politico. Questo non per spirito di antipolitica, ma per rispetto di quel patto civico a cui alludevo prima, in base al quale ogni gruppo, che è ben delineato politicamente e porta istanze e sensibilità differenti, abdica al trono delle rivendicazioni ideologiche singole in favore di un progetto più grande che abbiamo proposto agli elettori e portiamo avanti con impegno.

Come vi preparate alle comunali dell’anno prossimo e quale scenario politico ipotizzate ci sarà?

Questa emergenza sanitaria ci impegna già da oltre un mese e non sappiamo fino a quando continuerà ad impegnarci. In questo scenario non c’è stato spazio per parlare o soffermarsi a riflettere sulle prossime comunali. Credo anche che adesso sia ancora un po’ troppo presto, ma nei prossimi mesi il dibattito non mancherà.

A livello personale, per quelle che erano le tue aspettative prima di dedicarti ad attività politico-istituzionali, come giudichi oggi la tua esperienza?

L’esperienza amministrativa è molto formativa sia a livello di competenze che umano e la consiglio, specie ai giovani. Ho deciso di intraprendere questo percorso con lo stesso spirito che ha animato le mie esperienze di volontariato, mettendomi al servizio della città, cercando di fare la mia parte per una crescita comune. Come spesso accade quando si crede di donare, si riceve. Dalla mia città ho ricevuto moltissimo. Poterla conoscere meglio in ogni sua espressione, conoscere il capitale umano rappresentato dalle mille associazioni, dall’inventiva imprenditoriale, dal genio artistico e dallo spirito di volontariato, poterla rappresentarla anche fuori dai confini comunali e a volte nazionali, è stato un privilegio unico nella mia vita per il quale sono grata. Un’esperienza, pertanto, molto più che positiva anche se non mancano amarezze e frustrazioni per i limiti che si incontrano nell’azione amministrativa a causa dei vincoli connessi all’eccessiva burocrazia del Paese. Anche per questo è importante fare la nostra parte.

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