Ferrovia, Ivano Del Furia: “Lo studio di fattibilità è pronto da anni”

L'ex presidente del consiglio provinciale commenta le dichiarazioni di Silvia Chiassai sulla Arezzo-Sansepolcro: “Anziché fare confusione e demagogia, gli enti interessati si adoperino in un'unica direzione”

Ivano Del Furia

Il tema del collegamento ferroviario Arezzo-Sansepolcro è tornato negli ultimi giorni al centro dell’attenzione. Nuove speranze sono emerse infatti dal Recovery Plan e dalle risorse in esso previste. In ballo ci sono vari progetti: il rilancio della tratta Sansepolcro-Terni della ex Fcu, che dal capoluogo valtiberino a Città di Castello è ferma dal 2017, è espressamente citato nel Piano nazionale. All’interno della voce Infrastrutture per una mobilità sostenibile sono elencate alcune linee regionali, tra cui appunto la Sansepolcro-Terni, che necessitano di “adeguamento agli standard tecnici della rete nazionale, sia dal punto di vista infrastrutturale che tecnologico di sicurezza. Tali interventi – si legge – garantiranno maggiore integrazione tra l’infrastruttura ferroviaria nazionale e le ferrovie regionali, ampliamento ed integrazione dei servizi ferro-gomma, omogeneizzazione degli standard di sicurezza, nuove connessioni passeggeri e merci con aeroporti, porti e terminali, ottimizzazione dell’offerta con integrazione tra servizi di Alta Velocità e Trasporto pubblico locale”.

Si pone qui, come ricordato dai sindaci di Sansepolcro, San Giustino e Città di Castello in una recente lettera agli assessori alle infrastrutture di Toscana e Umbria, anche la questione dello sfondamento a nord e del collegamento all’Alta Velocità. Non va infine dimenticato l’innovativo progetto del treno a idrogeno Sansepolcro-Sulmona, di cui TeverePost aveva dato conto in estate rifacendosi agli approfondimenti del Sole 24 Ore.

Legando insieme questi temi, sono intervenuti nei giorni scorsi i consiglieri comunali aretini del PD Donato Caporali e Andrea Gallorini, che hanno chiesto al sindaco Alessandro Ghinelli che anche Arezzo aderisca al progetto della Sansepolcro-Sulmona, in modo da estendere la tratta della sperimentazione a idrogeno fino al capoluogo: “Tale opportunità – sostengono – consentirebbe ad Arezzo di alleggerire il traffico veicolare verso Sansepolcro, offrire un nuovo importante sbocco alla Valtiberina e creare un collegamento ferroviario trasversale nell’Italia centrale”. Che attraverserebbe tra l’altro un’area svantaggiata dell’Appennino, andando anche in questo senso a incontrare la filosofia del Recovery Plan.

La presidente della provincia Silvia Chiassai ha preso allora posizione per sottolineare che la Arezzo-Sansepolcro “già dal 2010 fu inserita nel piano delle opere pubbliche del governo Berlusconi. Purtroppo gli amministratori che all’epoca erano al timone dell’ente – attacca – solo oggi si ricordano di farsi portatori di novità e di esigenze che stranamente per 11 anni non hanno mai sollecitato ai governi che si sono succeduti nel tempo”. Chiassai, rilanciando a sua volta l’esigenza di inserire la tratta nel Recovery Plan, cita stralci dell’Integrazione all’atto aggiuntivo del 22 gennaio 2010 [l’integrazione è però del 2011, ndr] all’intesa generale quadro tra Governo e Regione Toscana, secondo cui vi era “necessità di predisporre lo studio di fattibilità di una nuova ferrovia di circa 20 km che colleghi la stazione di Arezzo con la stazione di testata di Fcu a Sansepolcro”.

Queste parole hanno sorpreso Ivano Del Furia, che oltre a essere stato sindaco di Sansepolcro ha presieduto il consiglio provinciale dal 1999 al 2004: “La presidente fa confusione – dichiara a TeverePost – Lo studio di fattibilità, che sarebbe ancora da predisporre, è in realtà pronto da anni e non ha niente a che vedere con il generico accordo di programma di cui parla Chiassai né con il governo Berlusconi. Si parte invece – ricorda carte alla mano Del Furia – dal governo D’Alema con il Piano generale dei trasporti e della logistica del gennaio 2001. Vi fu poi il protocollo d’intesa sottoscritto il 4 dicembre 2002 da provincia di Arezzo, Comunità montana Valtiberina, comuni di Arezzo, Anghiari e Sansepolcro e Camera di commercio. Quindi – aggiunge – lo studio di fattibilità fu realizzato dal Servizio grandi infrastrutture della provincia, coordinato dall’ingegner Giovanni Cardinali, e poi trasmesso in data 28 luglio 2004 a tutti gli enti firmatari”. Per Del Furia, insomma, “sarebbe meglio non fare demagogia e trovare capri espiatori, ma adoperarsi attivamente perché tutti gli enti coinvolti si muovano nella direzione di ottenere risultati”.

Stralcio del Corridoio Roma-Orte-Sansepolcro-Rimini-Ravenna-Venezia relativo alla tratta Arezzo-Sansepolcro

Risultati che secondo molti sono pura utopia: di ferrovia Arezzo-Sansepolcro si è infatti parlato tanto fin da quando rimase danneggiata durante la seconda guerra mondiale, ma senza esito. Vedremo se anche questa volta si tratterà di parole al vento oppure se sono maturate le condizioni per aprire una pagina nuova che, legando molteplici esigenze, possa avere effetti benèfici anche per la Valtiberina: una zona che – scontando la totale assenza di collegamenti ferroviari e strade tutt’altro che entusiasmanti – necessita di tornare in connessione col resto del mondo.

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