«E al mattino al mio risveglio cerco in cielo gli aironi e il profumo bianco del giglio. Cerco in tutte le canzoni e in un passero sul ramo uno spunto per la rivoluzione» cantava Rino Gaetano. La semplice parola “rivoluzione” contiene in sé una vasta quantità di significati applicabili a molteplici sfere esistenziali, tra cui si intende uno “sconvolgimento di costumi, di abitudini o funzioni fisiologiche”: proprio ciò che continua ad accadere ai cittadini nella maggior parte del globo terrestre. Siamo stati e siamo tuttora costretti per legge e per morale a sconvolgere le nostre abitudini e rivedere la nostra quotidianità, adattando la vita lavorativa e personale alle esigenze sanitarie per fronteggiare quella che è stata da molti definita come la più grande insidia economica e sociale dai tempi della seconda guerra mondiale. Ma sconvolgere gli usi e i costumi non esprime un’accezione necessariamente e solamente negativa, anzi: può e deve implicare l’apportare e importare novità, l’apertura di varchi che lascino entrare quegli auspicabili cambiamenti che generano un’evoluzione e stratificandosi con il vecchio vanno a creare un pavimento sociale: questo è tanto più vero e importante quando si parla di musica e di cultura e tanto più inevitabile in un tale momento storico.
Mearevolutio(nae) è una delle più note e attive realtà valtiberine «che opera nel campo della musica, dello spettacolo e dell’intrattenimento» afferma Andrea Montini, presidente dell’associazione che da anni ormai importa dall’Italia e dal mondo realtà musicali (e non solo, se pensiamo al ricco e ricercato appuntamento cinematografico “Meamovies”) ampliando l’esperienza culturale dei variegati fruitori dei suoi spettacoli: «Abbiamo come missione quella di favorire l’incontro tra persone e lo scambio libero delle idee, promuovendo cultura e arte a vari livelli. L’associazione è composta da soci di età diverse, ma con gli stessi interessi, il cui intento principale è sempre stato quello di rispondere alle innegabili esigenze del nostro territorio, come ospitare eventi e spettacoli di qualità e di spessore culturale. Da ciò ne consegue la volontà di trasformare occasionalmente la nostra vallata nel palcoscenico per eventi musicali tipici delle realtà metropolitane, così da creare una finestra dalla quale è possibile affacciarsi al di là della valle, per calarsi in un contesto culturale simile a quello delle grandi città europee e assaporare situazioni innovative, coinvolgenti e stimolanti. La nostra base operativa è la vecchia scuola di Campalla, in località Motina di Anghiari, dove, dal 2008, lavoriamo per mantenere uno studio di registrazione, una sala prove e un palcoscenico esterno, dove mettiamo in scena la maggior parte delle nostre proposte musicali. Si tratta di uno spazio pensato e strutturato per creare confronti e sperimentazioni, un luogo dove vengono messe a punto le collaborazioni e le idee, e dove avvengono incontri e si svolgono concerti».
La particolare ed extra ordinaria contingenza storica, però, ha implicato e continua ad implicare un cambiamento nell’approccio alla diffusione della cultura e, se non la chiusura, la modifica di quei varchi, di quelle finestre che lasciano entrare e disseminano una cultura necessaria e imprescindibile per le nostre vite oggi più che mai un poco oppresse dalla repentina reclusione. «Mearevolutio(nae) vive di persone e di incontri» prosegue Andrea, «quindi questo momento di lockdown dovuto al Covid-19 ha inevitabilmente bloccato i nostri programmi e gli eventi che avevamo pianificato, come concerti e jam session mensili. Tuttavia non ci siamo fatti scoraggiare e stiamo già organizzando, anche se con molte incertezze, i principali eventi estivi: il DopoFestival del Kilowatt Festival nel giardino del Teatro alla Misericordia a Sansepolcro e il MeaPlayer, rassegna musicale che si svolge nello spazio esterno della nostra sede per tutto il periodo estivo; tutto ciò attendendo speranzosi buone notizie per il fronte culturale e di incontro tra persone».
Come ci dimostrano i tanti live aid organizzati a livello nazionale e mondiale con dirette su Facebook o Instagram o fruibili dal televisore, non c’è solo musica e arte nei pensieri di chi si occupa di nutrimento dell’anima: «Essendo un’associazione che ha sempre operato nel territorio valtiberino e principalmente nel comune di Anghiari, abbiamo raccolto le forze, impegnandoci per dare una mano nella distribuzione di beni di prima necessità e per supportare la Misericordia di Anghiari, donando anche una piccola cifra alla causa. Siamo una realtà che si basa principalmente sulle proprie risorse per portare avanti la programmazione annuale e sui volontari, ma sappiamo che anche un piccolo contributo può essere utile al sostegno di chi ne ha bisogno. Si tratta di una collaborazione nuova, come nuovo è quello che sta succedendo».
Piccoli ma grandi gesti solidali a tutto tondo dunque, per fronteggiare quanto più uniti possibile questa emergenza tanto nuova e sconosciuta quanto imprevista e imprevedibile, per restare accanto al proprio pubblico: «Associazioni come la nostra sono chiamate, in questo periodo di stallo, ad una presa di coscienza e inevitabilmente ciò porta alla nascita di idee che solo un momento così può tirare fuori, così come a ragionare su nuove possibilità fino ad ora meno sfruttate, ma che adesso possono essere considerate strumenti utili ad un richiamo alla normalità. Infatti, anche per rimanere vicini ai nostri soci, abbiamo lanciato l’hashtag #iorestoacasamea nei canali social rivolto a tutti i musicisti che sono passati dalle nostre parti chiedendo loro di suonarci un pezzo a loro scelta, raccogliendo così molte esibizioni casalinghe. Abbiamo, inoltre, creato una playlist condivisa su Spotify nominata MeaPills, in modo da creare una raccolta virtuale di musica, di persone e di sorrisi che sono il motore delle nostre attività. Con la fase due e con la riapertura ci aspettiamo di capire le varie possibilità e strade da poter seguire per organizzare eventi e collaborazioni nel limite delle restrizioni. Ci riteniamo fortunati ad aver acquisito negli anni una certa abitudine nello strutturare eventi di piccole dimensioni, con un pubblico ristretto e selezionato, ritenendo che questo sarà un punto di forza per il futuro. Per ora siamo vicini a tutte le figure dello spettacolo come tecnici, artisti, musicisti, produttori, organizzatori di eventi e promotori che sono stati molto colpiti dalla situazione, nell’attesa di potersi riabbracciare a qualche nostro concerto o a qualsiasi altro evento».
«Cerco il filo di un ricamo, un accordo in la minore per gridare forte t’amo se ho degli attimi di rancore, cerco te e la tua bocca nei tuoi occhi trovo amore» sono le parole che Rino Gaetano scrive per concludere la prima strofa della sua canzone, in cui amore fa rima proprio con rivoluzione. La sempre necessaria rivoluzione degli usi e dei costumi, la nascita o lo sviluppo della novità, in questa fase due continuerà ad essere autonoma, fisicamente distante seppur non distanziante, e sempre attuata in nome dell’amore, a qualsiasi costo, a qualsiasi cosa o entità esso sia rivolto, nella speranza di riuscire a tenere duro superando il rancore per tornare a rivoluzionare nella sempre più agognata stretta collettiva di un abbraccio.