Ezio Ciotti: “Judo non è solo combattimento, ma è una filosofia che abbraccia tutto il vivere quotidiano”

Nell’intervista a TeverePost il presidente del Judo Club Sansepolcro ha illustrato le attività dell’associazione biturgense e spiegato i motivi che hanno portato al rinvio a settembre del ritorno in palestra

Foto gentilmente concesse dal Judo Club Sansepolcro

Il Judo Club Sansepolcro ha rinviato al mese di settembre 2020 la ripresa dell’attività sportiva, adeguandosi alle normative espresse a livello nazionale e dalla FIJLKAM (la Federazione di appartenenza) sull’emergenza dovuta al Coronavirus e sulla ripartenza sicura. Impossibile infatti in questo momento storico praticare uno sport che si basa più degli altri sul contatto fisico. Gli appassionati del nostro territorio dovranno pazientare ancora, ma potranno ricominciare a praticare la disciplina che amano in piena sicurezza e in un ambiente di provata qualità.

Il Judo Club Sansepolcro è infatti stato fondato nel 1991 e con gli anni ha saputo ritagliarsi uno spazio importante coinvolgendo tanti giovani. Una bella realtà “capitanata” dal presidente Ezio Ciotti e dal Maestro 6° Dan Elio Pernici. Dell’attività portata avanti dal Judo Club Sansepolcro, di questo periodo e del futuro abbiamo parlato con Ezio Ciotti.

“Il Judo – ha spiegato il trentacinquenne biturgense che dal 2010 è presidente dell’associazione – non è solo combattimento, ma è una filosofia che abbraccia tutto il vivere quotidiano e che insegna ad impegnarsi costantemente per ottenere qualcosa. Valori tramandati in primis dal nostro Maestro, uno sportivo vero, una persona onesta e rassicurante ed un esempio da seguire. Avrà almeno un migliaio di nipoti acquisiti e tutti gli vogliono bene. Per affidare i tuoi figli nella pratica sportiva ad una persona servono queste caratteristiche imprescindibili e con lui non ci sono mai stati dubbi. Sono onorato di presiedere questa associazione e di aver conosciuto Elio. Lavorarci assieme e condividere con lui molti bellissimi momenti è una delle cose più belle che mi ha portato il judo”.

Dove nasce la decisione di non ricominciare l’attività sportiva fino a settembre?

“Di fatto non abbiamo preso alcuna decisione, ma ci siamo conformati alle normative nazionali e della nostra federazione di appartenenza, la FIJLKAM. In una situazione del genere prendere iniziative diverse o forzare le cose sarebbe stato dannoso, per l’associazione e per la comunità. Dopotutto l’associazionismo anche sportivo nasce per servire la comunità, così come il judo. Probabilmente, ma la situazione è tutto fuorché chiara, dal 25 giugno sarà possibile praticare il nostro sport preferito, ma non si potrà comunque stare a contatto fisico. C’è una assenza di logica in tante normative volte a contrastare la diffusione del Coronavirus, ma se c’è un obbligo di distanziamento fisico è ovvio che qualsiasi deroga sarebbe forzata e insensata. Stiamo costantemente lavorando per capire cosa fare, anche in futuro. Per ora non siamo certi neanche di come si potrà ricominciare, eventualmente, a settembre. Attendiamo pazientemente sviluppi, come ci ha insegnato il Maestro. L’attività in palestra sarebbe terminata tra fine maggio ed inizio giugno, quindi sarebbe stato uno sforzo improduttivo praticare un’attività diversa mantenendo il distanziamento fisico prescritto, dato che il judo insieme alla lotta è per definizione la disciplina di contatto. I regolamenti federali sono stati aggiornati lentamente e fino a metà maggio non c’era una copertura assicurativa per allenarsi in remoto usando quegli strumenti informatici che tutti hanno utilizzato durante il lockdown”.

Come avete vissuto il momento di massima emergenza e cosa avete fatto in questo periodo per restare “vicini” e tenervi in forma?

“Per una questione di responsabilità abbiamo evitato di radunarci o di svolgere qualsiasi attività di gruppo anche dopo l’allentamento delle misure. I ragazzi si sono tenuti in forma come sempre, perché sono tutti molto responsabili e intelligenti. Speravamo di fare qualche tipo di attività e mi dispiace molto non esserci riusciti. Spero che gli atleti, i bambini e i loro genitori capiscano che sarebbe stato da irresponsabili. Stiamo discutendo di alcune possibilità con il Maestro e gli altri tecnici, come sempre abbiamo fatto in questi mesi, però non credo sia una cosa fattibile”.

Il judo è sport di contatto per antonomasia. Come pensi potrete ripartire dal prossimo mese di settembre e come vi organizzerete in tal senso?

“Se sarà permesso il contatto fisico soltanto tra coppie fisse, come si vocifera in questo momento, dovremo trovare spazi adeguati. Abbiamo la fortuna di avere la disponibilità di una bellissima palestra all’interno del nostro favoloso palazzetto e spero che lo spazio sia sufficiente. Altrimenti ci organizzeremo diversamente”.

Il Judo Club Sansepolcro è una bella realtà ormai consolidata. Su cosa si basa la vostra attività?

“L’associazione è stata fondata nel 1991 grazie al Maestro Elio Pernici, vero cuore pulsante del movimento che mette a disposizione degli atleti 40 anni di pratica e insegnamento e che è tra l’altro istruttore di Jujitsu e Pesistica. Attività di gruppo, unione, correttezza, impegno, divertimento sono valori che portiamo avanti e che ci caratterizzano, così come testimoniato da un numero di iscritti superiore alla media nazionale per le Arti Marziali. I nostri giovani partecipano da decenni e con ottimi risultati a gare e manifestazioni in ambito CONI e siamo orgogliosi di quanto ottenuto a livello Nazionale e Internazionale. Promuoviamo tra l’altro da sempre lo scambio culturale e organizziamo manifestazioni anche a Sansepolcro, come ad esempio la “Judo Giocando”, gara con valenza agonistica FIJLKAM che porta centinaia di ragazzi al Palazzetto a incontrarsi e a divertirsi. Ad oggi il Judo Club Sansepolcro conta 59 tesserati e per tutti noi è come una grande famiglia”.

Cosa diresti ad un bambino o ai genitori per farli avvicinare al judo? 

“Ai genitori dico sempre che il judo è necessario ad un bambino almeno nei primi anni di età. Forse ci sono sport più attraenti dal punto di vista emozionale e fisico, praticati da molte più persone e che come il calcio ad esempio tutti possono giocare in ogni luogo. Il judo però è il perfetto avviamento a ogni attività sportiva, specialmente per un bambino tra i 4 ed i 10 anni. Insegna in tenera età valori come il rispetto, l’educazione, il sostegno reciproco, l’equilibrio e la capacità di cadere senza farsi male, dote che ogni judoka conserva per sempre. L’UNESCO ha addirittura inserito il judo tra le migliori attività sportive spiegando che è importante per la formazione armonica di bambini e di ragazzi e come allenamento regolare per qualsiasi età. Permette una preparazione fisica completa, potenziando sia l’aspetto psicomotorio che sociale, in quanto rafforza il rapporto con altre persone, attraverso l’uso del gioco e della lotta. Ai bambini dico di provare, fare amicizia, imparare una cosa nuova e soprattutto divertirsi. Per i più piccoli infatti il judo, da combattimento diventa gioco e da gioco arte marziale per poi trasformarsi in tutto ciò che loro vogliono. Da questi bambini nascerà qualche agonista con un carattere combattivo, altri invece lo vedranno più come un’arte ed una filosofia e continueranno il percorso in modo differente. Qualcuno non potrà mai separarsene, altri invece pur non praticandolo più lo porteranno nel cuore tutta la vita. Vorrei in conclusione ringraziare i ragazzi e tutti gli associati per il loro comportamento irreprensibile e per la loro pazienza in questo periodo. Che siano da esempio, come ha insegnato loro il Maestro”.

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