Ernesto Rossi è un giovane di 17 anni che vive a Fresciano, nel comune di Badia Tedalda, e studia all’Itis di Città di Castello. A differenza degli altri suoi coetanei, però, Ernesto può fregiarsi del titolo di campione italiano under 18 nella disciplina della corsa a ostacoli.
E dire che la passione per l’atletica Rossi l’ha sviluppata solamente negli ultimi dodici mesi. “Ho iniziato come passatempo, giusto per tenermi in forma. Mi ero avvicinato due anni fa ma non ho avuto lo stimolo giusto. Ho cominciato seriamente a luglio dell’anno scorso; prima facevo karate”, ha raccontato Ernesto.
Sotto consiglio dei suoi genitori e degli allenatori, colpiti dalla sua tenuta muscolare e velocità, Rossi ha quindi dato una seconda chance alla corsa, e stavolta tutti gli astri si sono fortunatamente congiunti. Gli ostacoli, invece, sembra averceli nel dna. La madre di Ernesto, originaria di Cuba, ha praticato sport ad alti livelli prima di trasferirsi in Italia, gareggiando proprio nei cento metri a ostacoli. “L’allenatore Nicola Mancini è arrivato da mia mamma e le ha chiesto: ma tu per caso facevi atletica? Lei gli ha risposto che faceva gli ostacoli e lui ha detto: buon sangue non mente, mettiamo Ernesto sugli ostacoli, a questo punto. Quindi sono diventato un ostacolista.”
A detta sua, Rossi ancora non si rende ancora conto del prestigio di questa sua ultima vittoria: “Per me è stato come una gara che faccio a Perugia giusto per provare a battere il record regionale.” È indubbio come per un atleta sia fondamentale mantenere la calma durante una performance; a maggior ragione per discipline come la corsa, dove mesi di preparazione possono andare in fumo anche soltanto per via di un errore microscopico. Sotto questo aspetto, forse l’ancora poca esperienza di Ernesto, unita al suo naturale sangue freddo, lo ha aiutato a non soffrire troppo la pressione durante la finale. “Durante la gara me la sono presa tranquilla e non ero particolarmente teso. Anche se in Italia spesso la gente si nasconde e non sai mai con chi gareggi. Può succedere che qualcuno che ha fatto 14 secondi e mezzo ti corre in 13 e mezzo e tu pensi: questo qui da dove è sbucato? Alla fine però essere tesi non serve a niente. Devi stare rilassato e concentrato, poi come va, va.”
Nei successi di Ernesto, la tranquillità risulta fondamentale, ma l’attenzione deve comunque essere mantenuta alta dallo sparo dello starter fino alla linea del traguardo. “Anche soltanto sfiorare un ostacolo può farti perdere anche un secondo. Se invece lo attacchi troppo sotto, la fase di volo dura troppo e puoi perdere altri secondi, o addirittura cadere. Una volta mi è successo”, ricorda un divertito Ernesto, “ma tanto finché non caschi, con gli ostacoli non impari.”
E questo mix di attenzione e spensieratezza ha certamente giocato un ruolo decisivo nella sua vittoria ai campionati italiani. “Tra l’altro, ero partito anche male”, ci ha raccontato Rossi. Poi però, con determinazione e senza perdere la testa, è riuscito a rimontare, tagliando per primo il traguardo proprio al fotofinish: “Così è ancora più bello.”
Per quanto riguarda il suo futuro, Ernesto, allenato da Nicola Mancini e Sara Ciabucchi all’Atletica Pakman di Città di Castello, è autorizzato a sognare in grande. Il prossimo anno si svolgeranno gli europei under 20, a cui spera di partecipare e, sempre per il 2022, il grande sogno sarebbe riuscire a prendere parte ai mondiali che si terranno a Cali, in Colombia. Nel frattempo, anche sotto il sole rovente dell’estate, Ernesto continua a correre, inseguendo il suo obiettivo.